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CAV - Centro di Accoglienza alla Vita Vogherese ODV

Via Mentana n. 43
27058 Voghera (PV)
Tel: 349 4026282
email: cavvoghera@virgilio.it

di Serena Allevi
Le carie sono molto comuni tra i bimbi, anche se piccoli. Previenile con igiene orale, controlli costanti e alimentazione corretta.-
Le nuove generazioni sono più avvezze al dentista, rispetto ai loro genitori o nonni...Infatti, nella maggior parte dei casi, non si tratta più di una figura che spaventae usa attrezzi in grado di terrorizzare il bambino. E per fortuna: il dentista dovrebbe essere un punto di riferimento per tutta la famiglia, per sottoporsi a controlli periodici e prevenire possibili disturbi.
Esistono anche ambulatori dentistici convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale e mesi della prevenzione in cui le visite di controllo sono gratuite, come sempre è bene informarsi in modo approfondito.
Infine, per mantenere i denti sani (che siano da latte o definitivi), l'igiene orale riveste un ruolo primario così come è importante l'alimentazione.
Quando iniziare a lavarli?
Una delle prima domande che si pongono le mamme, riguarda il momento giusto per iniziare a lavare i denti. Secondo il parere dei dentisti e dei pediatri, i dentini vanno lavati appena...spuntano. Quindi anche quando vi è un solo dente, questo va lavato insieme alle gengive. Se non vi sono ancora dentini, è comunque consigliabile tenere pulite le gengive con una garzina dopo ogni pasto.
Se il bambino è molto piccolo, basteranno lo spazzolino (da scegliere in base all'età) e la mano della mamma (o del papà). Più avanti si introdurrà anche il dentifricio ad hoc, da usare in piccolissime quantità e seguendo i consigli del dentista.
Capire perché e come bisogna lavarsi i denti
Soprattutto quando sono grandicelli, i bambini tendono a sbuffare o lamentarsi non appena la mamma pronuncia la tipica domanda "Hai lavato i denti?". Ciò non accade con i bimbi piccoli, poiché l'igiene orale, nei primi anni di vita, è vista e vissuta come una conquista di autonomia e un gioco divertente.
Se il bambino si lamenta o si lava i denti in modo svogliato, è importante spiegargli come è fatta la sua bocca davanti allo specchio. E poi, individuare e provare insieme i movimenti corretti per spazzolare denti, gengive e lingua. Quindi: non movimenti "a caso" ma uso dello spazzolino consapevole e mirato. Quando i dentini iniziano a crescere vicini, i bambini possono cominciare a usare anche il filo interdentale ma sempre con la supervisione di un adulto.
Almeno due minuti di spazzolino
Come lavare i denti in modo corretto? Innanzitutto, spazzolando bene denti e gengive per almeno due-tre minuti (usare una clessidra potrà trasformare il momento in un gioco).
Oggi sono molto venduti anche gli spazzolini elettrici per bambini: possono rappresentare un incentivo all'igiene orale perché più divertenti e comodi. Però, è importante saper usare bene anche lo spazzolino elettrico sostando almeno qualche secondo sulla superficie di ogni dente e negli spazi interdentali.
In linea generale, però, con il solo spazzolino manuale i denti possono essere lavati alla perfezionericordandosi di utilizzarlo proprio come una spazzola "spingendo" via la placca, senza dimenticarsi la parte posteriore e laterale del dente.
Anche le gengive vanno spazzolate con cura e un minimo di pressione, da cima a fondo. Se si sceglie lo spazzolino adatto all'età del bimbo e si usa la tecnica corretta, non si rischiano microtraumi o lesioni.
Per quanto riguarda il dentifricio, è consigliabile usarlo dai tre anni, scegliendo le formulazioni specifiche per le differenti età.
Curarli come se fossero definitivi
Ogni volta che cade un dentino da latte, il bambino fa festa in attesa di fatine e topolini...A questo proposito, è bene ricordare che un dentino dondolante non andrebbe mai tolto manualmente se non, in casi eccezionali, dal dentista.
Dunque, sono da evitare tutti i metodi "della nonna", dal filo al fazzoletto per aiutare il dentino a cadere. Quando è ora che cada, il dente si stacca da sé. I dentini da latte, poi, sono preziosi e vanno curati esattamente come fossero definitivi.
Le carie dei denti da latte, infatti, se non curate "risalgono" creando infezioni e andando a intaccare anche il dente definitivo. Curare i denti da latte, senza estrarli precocemente, è fondamentale anche per mantenere il giusto spazio, necessario al posizionamento corretto del definitivo.
La prima visita
Quando si inizia a portare il bambino dal dentista pediatrico? Una prima visita di controllo va effettuata già al compimento del primo anno. Poi, ogni 6-12 mesi il dentista dovrebbe diventare un appuntamento regolare per verificare la salute della bocca nel suo insieme (masticazione, crescita dei denti, infiammazioni...).
Prima si inizia a frequentare il dentista, meno probabilità ci saranno che il bambino sviluppi un sentimento di paura nei suoi confronti. Infatti, al giorno d'oggi, è più facile che sia l'adulto a temerlo...
A tal proposito, è bene che i genitori comunichino ai figli una visione positiva della figura del dentista, accantonando le loro ansie e fobie. Si tratta, infatti, di un medico preziosoamico dei dentini. Mai far passare la visita dentistica come una minaccia e/o punizione.
Attenzione allo zucchero
Mangiar sano per un bambino significa alimentazione varia e completa di tutti i nutrienti. Non avrebbe senso vietare completamente le caramelle ai bambini, ma moderarle sì.
Soprattutto, la caramella (e, ancor peggio, la cicca) non va masticata sempre e a ogni ora del giorno. Una o due ogni tanto, sono permesse ma poi bisogna subito correre alavarsi (bene) i denti. Limitare il consumo di zucchero, inoltre, non è benefico solo per evitare placca e carie ma anche per mantenere una buona salute e crescere bene.
Infatti, lo zucchero bianco limita l'assorbimento di molti nutrienti importanti e innesca deleteri picchi di insulina. Lo zucchero, però, non è contenuto solo in caramelle e dolci ma anche nei succhi di frutta, nel tè aromatizzato e nelle nocive bibite gassate. No anche ai chewing-gum o alle bevande con dolcificanti: benché non provochino carie, gli edulcoranti non sono adatti ai bambini (e neppure all'adulto attento alla propria salute).
Infine, è importante insegnare ai bambini che i denti vanno lavati dopo ogni pasto e dotarli di spazzolino portatile da utilizzare a scuola.
Bere l'acqua del rubinetto
Fluoro calcio sono due minerali fondamentali per la salute dei denti. Ma, seguendo un'alimentazione varia e completa, non vi è bisogno di alcun supplemento: nel cibo (sano) e nell'acqua, sono contenute infatti tutte le sostanze necessarie per avere denti forti e bianchi.
Per quanto riguarda il fluoro, l'acqua "del rubinetto" (l'acqua potabile è solitamente fluorata) e molte varietà di acque oligominerali in bottiglia ne sono già ricche e, quindi, in linea di massima non si rende necessaria un'ulteriore integrazione di fluoro in età pre-scolare e scolare (salvo casi eccezionali e diverse indicazioni del pediatra).
Il calcio, invece, è contenuto in: latticini, acqua, verdure a foglia verde, frutta secca, semi oleosi, alici. I bimbi intolleranti al lattosio, dunque, non devono temere!
da www.donnamoderna.com
@Riproduzione Riservata del 08 settembre 2017
 

di Valentina Rossi
Il sonno è un bisogno fondamentale per tutti, bambini e adulti. Quando però diventa una lotta tra genitori e bambino tutto si complica e ne escono profondamente provati sia i genitori che i bambini. Ecco i consigli di Valentina Rossi, esperta del settore e autrice del libro Il rito della nanna, disponibile su il mio libro e nei maggiori store in versione cartacea e in ebook.-
Il sonno è un bisogno fondamentale per tutti, bambini e adulti. Quando però diventa una lotta tra genitori e bambino tutto si complica e ne escono profondamente provati sia i genitori che i bambini. Occorre quindi dedicare del tempo per conoscere il proprio figlio e per imparare a rapportarsi con lui, ben sapendo che le regole le dettano i genitori; chi meglio di loro conosce il bene per il proprio bambino? Non sempre però i genitori conoscono la fisiologia del sonno dei bambini e quindi spesso cercano di “incastrare” il bambino dentro la loro vita piena di impegni e cose da fare, ottenendo però, con il tempo, bambini sempre stanchi e che dormono sempre meno, sia di giorno che di notte. Con un bambino invece occorre poter avere i tempi dei piccoli; questo inizialmente potrebbe apparire un sacrificio, ma con il tempo migliora la qualità di vita di tutta la famiglia perché quando ad un bambino viene consentito di avere i ritmi adatti alla sua età, ogni cosa diventa più semplice: mangia bene, gioca bene, è una piacevole presenza quando è sveglio e….dorme bene! Ecco allora i quattro consigli fondamentali da ostetrica, mamma e consulente del sonno, per iniziare un lavoro che porterà poi tutta la famiglia a dormire bene e a riposare in tranquillità!
1) Avere una regolarità nella giornata
Che le attività della giornata possano non susseguirsi completamente “a caso”, ma che il bambino possa con il tempo aspettarsi quello che succederà per poter affrontare al meglio ogni esperienza, anche (e soprattutto) l’addormentamento e un buon riposo.
2) Impostare un rito per l’addormentamento
Decidere un rito per la nanna e proporlo sempre uguale. I bambini sono dei grandi routinari, ecco perché non si annoiano mai di leggere sempre la stessa storia: questo consente loro una grande sicurezza e li aiuta ad essere più tranquilli.
3) Essere graduali nelle proposte per raggiungere grandi traguardi
Con i piccoli occorre sempre essere graduali quando si fanno nuove proposte; tanti piccoli passetti in avanti verso un grande traguardo. Il bambino non va mai lasciato  solo ma sempre confortato e rassicurato dalla solida presenza dei genitori, fondamentale nei primissimi anni di vita.
4) Affidarsi sempre a figure competenti
Si sa, quando c’è di mezzo un bambino, tutti (ma proprio tutti!) si sentono in dovere di dire la loro opinione. Spesso però, così facendo, i genitori si trovano in balia dei suggerimenti di tutti (compresi sconosciuti) e brancolano nel buio senza però riuscire ad affrontare e risolvere veramente il problema per cui cercano un sostegno. Occorre quindi sempre chiedere a persone competenti. Anche in merito al sonno, non tutti conoscono la fisiologia del sonno del bambino nei primi anni di vita e quindi spesso vengono fatte proposte che non sono adeguate alla fascia di età in cui si trova quello specifico bambino. Fidatevi quindi solo di persone che sono realmente competenti e che hanno esperienza in questo ambito!
da www.repubblica.it
@Riproduzione Riservata del 03 settembre 2017

Redazione Internet
Sienna, 9 anni, ha vinto il concorso Lego Friend Designer: la sua creazione, il parco giochi di Heartlake City, è diventato un set ufficiale dell'azienda di mattoncini giocattolo più famosa al mondo.
 
da www.repubblica.it
@Riproduzione Riservata del 31 agosto 2017
 

di Serena Allevi
Blog: gli ultimi di mamme
Tutto quello che devi sapere sul congedo di maternità: tra dubbi e diritti.-
Quando si scopre di essere incinta e si lavora, uno dei primi pensieri più pragmatici riguarda proprio la gestione della maternità all'interno del mondo del lavoro. Le normative in merito al congedo di maternità sono in continuo mutamento ma ancora non sembra si sia arrivati a "normalizzare" gravidanza e maternità rendendole condizioni assolutamente compatibili con la professione e la continuazione di una serena carriera lavorativa.
In Italia, nonostante alcuni passi in avanti del welfare, un test positivo di gravidanza può scatenare imprevedibili conseguenze sul posto di lavoro. Imparare a conoscere alla perfezione i propri diritti e non avere timore di farli valere, è il primo passo per vivere serenamente e consapevolmente la condizione di mamma lavoratrice e anche per aiutare la società e il mondo del lavoro a evolvere, diventando finalmente "civile".
Cos'è il congedo di maternità
Si chiama anche astensione obbligatoria per maternità e si tratta di un periodo di assenza dal lavoro (determinato per legge nella sua durata, nonché nel suo inizio-conclusione) retribuito e riconosciuto obbligatoriamente prima e dopo la nascita del bambino (e con analoghe modalità in caso di adozione o affido) alle mamme lavoratrici.
Il congedo di maternità è obbligatorio in quanto si tratta di un diritto indisponibile. Un diritto indisponibile è un diritto a cui non si può rinunciare. In breve, anche se si sta benissimo e si potrebbe continuare a lavorare ininterrottamente fino al giorno del parto, per legge a un certo punto si è obbligate a stare a casa. Per quanto concerne la situazione italiana, le normative in merito al congedo di maternità non hanno subito particolari e incoraggianti evoluzioni in senso nordeuropeo con alcune piccole eccezioni (per esempio, introduzione di una sospensione del congedo di maternità in caso di ricovero del neonato).
Chi ha diritto al congedo di maternità
Ora vediamo chi può beneficiare del congedo di maternità. Hanno diritto al congedo: tutte le lavoratrici dipendenti e parasubordinate, le lavoratrici autonome, che lavorano a domicilio, in agricoltura, che hanno un contratto di apprendistato, le collaboratrici a progetto, le donne disoccupate, le socie lavoratrici presso società cooperative, le colf. Non tutte queste categorie, però, beneficiano del congedo di maternità nelle stesse modalità. Anzi, le differenze sono sostanziali e specifiche ed evidenziano quanti passi in avanti vi siano ancora da compiere in merito a tale materia.
A volte le donne sono disinformate riguardo ai loro diritti, soprattutto se lavorano con contratti non canonici oppure "nuovi". Per questi motivi, è fondamentale informarsi in merito a ogni cavillo contrattuale relativo alla propria situazione professionale. Nel caso, è consigliabile affidarsi a un ente preposto (sindacato) oppure a un esperto in materia.
Durata del congedo di maternità
L'astensione obbligatoria per maternità dura in tutto cinque mesi ma può essere utilizzata secondo diverse modalità. La donna può scegliere se stare a casa i due mesi precedenti alla data presunta del parto (aggiungendo anche i giorni tra data presunta e data effettiva) e i tre mesi successivi al parto. Oppure, si può scegliere di lavorare fino a un mese prima della data presunta del parto e stare a casa i quattro mesi successivi al parto.
In quest'ultimo caso, perché sia possibile lavorare fino alla conclusione dell'ottavo mese di gravidanza, è necessario presentare un certificato medico che escluda la presenza di eventuali rischi per la salute di mamma e/o bambino. Ovviamente, se sopraggiungono imprevisti o malattia, è prevista flessibilità.
Casi particolari
Vi sono poi diversi casi in cui il congedo di maternità segue regole differenti ovvero quando la gravidanza o il parto presentano complicazioni o imprevisti. Per esempio, se il parto è prematuro la mamma dovrà aggiungere al congedo anche i giorni precedenti alla data presunta del parto. Se la gravidanza è gemellare, invece, non sono previste variazioni.
Nel caso in cui si verifichi un'interruzione di gravidanza dopo 180 giorni dall'inizio della gestazione, la donna ha diritto all'intero congedo di maternità (come se avesse partorito) ma può scegliere di tornare al lavoro anche prima che siano trascorsi cinque mesi.
In caso di adozione o affido, i cinque mesi previsti si utilizzeranno dopo l'ingresso del minore nella famiglia adottiva o affidataria. Nel caso la mamma affidataria o adottiva debba recarsi all'estero prima dell'ingresso del minore in famiglia per espletare le relative pratiche, tale periodo rientrerà nei cinque mesi di congedo di maternità.
Per usufruire del congedo di maternità, è necessario presentare domanda all'Inps e al datore di lavoro entro due mesi prima della data presunta del parto. Ricordiamo che in questi cinque mesi di congedo obbligatorio, la donna lavoratrice percepisce intera retribuzione.
da www.donnamoderna.com
@Riproduzione Riservata del 31 agosto 2017

Blog: gli ultimi di mamme
Non devi mangiare per due, piuttosto devi nutrirti... due volte meglio: una dieta variata e bilanciata è fondamentale.-
Ricordi il vecchio detto: "in gravidanza si deve mangiare per due"?. Dimenticalo e sostituiscilo con: "si deve mangiare due volte meglio". La dieta in gravidanza infatti deve molto variata e bilanciata e non si dovrebbero introdurre più di 2200-2400 calorie, cioè circa 350-400 in più rispetto a quelle abitualmente consumate se si svolge una vita moderatamente attiva.
Sarà comunque il tuo medico a darti indicazioni più precise su quello che dovrebbe essere un adeguato aumento di peso, in base alla tua costituzione e al tuo stile di vita. In linea di massima l'assunzione calorica giornaliera dovrebbe essere ripartita in questo modo: non oltre il 60 per cento dell'energia dovrebbe provenire dai carboidrati (pane, pasta, riso, patate, biscotti), il 25 dai grassi (olio, burro, ma anche formaggi e carni), il 15 dalle proteine (legumi, carne, latticini, frutta secca).
Per assicurarsi una buona scorta di vitamine e sali minerali, si dovrebbero mangiare sei porzioni al giorno di frutta e verdura. Per quanto riguarda l'apporto proteico, meglio privilegiare il pesce piuttosto che la carne (da mangiare anche 4-5 volte alla settimana), ricco anche di preziosi acidi grassi essenziali che proteggono la salute della mamma e del bambino.
Bevi tutti i giorni una spremuta di agrumi perché la vitamina C che contengono favorisce l'assorbimento del ferro. Ne ostacolano invece l'assimilazione il caffè, il tè e la crusca. Non saltare i pasti, soprattutto quello del mattino per non andare incontro a sensazioni di sfinimento e alla nausea: l'ideale è frazionarli in 5-6 spuntini al giorno. E prima di assumere integratori vitaminici, consulta sempre il tuo medico.
da www.donnamoderna.com
@Riproduzione Riservata del 31 agosto 2017
 

di Fabrizio Fantoni
RAGAZZI INSONNI

Nostra figlia di 16 anni da circa un anno ci sta facendo impazzire andando a dormire la sera molto tardi, sempre oltre la mezzanotte, salvo casi in cui va a dormire alle 3 di notte. A volte per compiti che non è riuscita a terminare prima o per la preparazione a verifiche o interrogazioni, ma spesso senza una vera necessità. Il problema è che poi la mattina si deve alzare alle 6,30. Questa cosa ci preoccupa molto per la sua salute e siamo certi che comporta un peggioramento nella qualità dello studio con difficoltà a concentrarsi. Pensavamo fosse legato all’uso di smartphone o Pc, e in parte lo è, ma i vari sequestri degli strumenti informatici non hanno risolto il problema, ma solo leggermente migliorato.
                                                                        Giuliana e Marco

 — Come se il tempo del sonno fosse tempo sprecato, quando è così bello potersi dedicare nel silenzio della notte alle proprie cose: lo studio, ma anche la musica, i video, le chat con gli amici, le serie tv. Sembra essere questo il pensiero di molti ragazzi. E il corpo, pieno di energie, sembra non risentirne. Il tempo a disposizione per sé stessi si allunga di molto, non ha confini, se non lo stremo delle forze che spinge ad andare a letto. Ci si sente indistruttibili e potenti, noncuranti dei limiti del corpo e del buon senso. La fine della scuola e della sveglia fissa al mattino potrebbe rafforzare questa abitudine. Come pure il contrario: avendo più tempo a disposizione per sé, c’è meno l’esigenza di strapparlo alle ore notturne. Che cosa si può fare? I ritmi di sonno e veglia hanno variazioni individuali e gli studi scientifici ci dicono che l’ora del sonno è legata a caratteristiche personali più che alle attività svolte la sera. In più, non è facile esercitare un controllo. Anche perché probabilmente i genitori si coricheranno prima della ragazza, che avrà campo libero. Se un intervento d’autorità appare poco utile e praticabile, è meglio intervenire su altri fronti. Durante il periodo scolastico, per esempio, è difficile credere che il tempo pomeridiano non sia sufficiente per assolvere gli impegni di studio. Probabilmente la ragazza non sa organizzarsi bene o si dedica ad altro. Meglio ripensare insieme all’uso del tempo pomeridiano: lo studio serale e notturno deve essere un evento sporadico, eccezionale. Può essere utile trovare riti condivisi che facilitino il passaggio di tutta la famiglia al sonno in un orario comune. Trascorrendo le serate insieme, e non ciascuno nella sua camera, condividendo la scelta di un programma tv o di un film in streaming, per poi avviarsi tutti al riposo notturno.

da www.famigliacristiana.it

Riproduzione Riservata del 28 agosto 2017

VOGHERA – Sabato 9 Settembre in Piazza Duomo a Voghera sfileranno abiti e moto d’epoca. Sabato sarà una serata benefica, il cui ricavato verrà totalmente versato al Comitato Locale della Croce Rossa.

“Gli abiti – spiega Emma Messere, curatrice della sfilata di moda – sono di una collezione privata e coprono un periodo che va dagli anni 20 agli anni 80. Ma ci saranno anche alcune moto e auto d’epoca dagli anni 30 agli anni 70.

Ad ogni abito sarà associata una canzone appartenente a quel periodo. Tutte le persone che lavorano a questa serata, professionisti compresi, lo faranno a titolo gratuito e per la Croce Rossa di Voghera”. Appuntamento dunque a Sabato 9 Settembre alle ore 21 in Piazza Duomo a Voghera per una grande serata di moda e motori in versione amarcord.

da www.vogheranews.it

@Riproduzione Riservata del 29 agosto 2017

VOGHERA – “L’11 settembre nessun bambino rimarrà a casa. Abbiamo predisposto una procedura, che verrà approvata dalla Giunta lunedì prossimo, che consentirà anche a coloro che non presenteranno alcuna documentazione entro il 10 (settembre ndr), di usufruire di un percorso che li porti o a recuperare una disattenzione o a superare attraverso un colloquio personalizzato con specialisti dei Centri vaccinali, i dubbi e le resistenze”.

Lo ha detto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera nel corso della conferenza stampa, organizzata, questa mattina, a Palazzo Lombardia.
“La procedura- ha sottolineato l’assessore – varrà in maniera cogente per gli asili nido, le cui regole di accreditamento sono di nostra competenza e potrà essere fatta propria da tutte le altre istituzioni o enti che hanno competenza sulle scuole materne. A tal fine, per avviare un percorso di condivisione abbiamo già preso contatti con Anci, Assonidi e Fims e venerdì li incontreremo”.
“Sottolineo inoltre che il modello studiato da Regione Lombardia – ha aggiunto – è quello che mira a creare il minor disagio alle famiglie. Ricordo infatti che per i genitori dei bambini in regola con le vaccinazioni basta la presentazione dell’autocertificazione a cui si può accedere tramite i siti di Regione o Ats e Asst o direttamente nelle scuole. Pochi secondi con un sistema senza code o disagi”.

“Per coloro che non sono in regola e per i quali la legge prevede la “formale richiesta di prenotazione alla Asl” – ha ricordato il titolare regionale della Sanità – e’ sufficiente una mail con pec certificata, una raccomandata con ricevuta di ritorno o la richiesta al direttamente al Centro vaccinale. Anche in questo caso pochissimi minuti per essere in regola con le indicazioni ministeriali".

“Ci siamo orientati su questo modello – ha concluso Gallera – perchè è l’unico strumento rapido, efficace e sicuro. L’invio delle lettere, infatti, in assenza di un’anagrafe vaccinale nazionale, rischia di essere lacunoso vista la difficoltà di recuperare le certificazioni vaccinali di bambini provenienti da altre regioni o Paesi e noi non volevamo commettere inutili errori o creare inutili allarmismi nelle famiglie, cosi’ come già avvenuto in altre Regione”.

A seguire ecco la descrizione del percorso formale di recupero

  • Tutto il processo si deve svolgere in 30 giorni dalla data della convocazione al colloquio
  • dare la precedenza cronologica agli appuntamenti per i soggetti minori di 6 anni
  • La convocazione avente ad oggetto “Avvio del percorso formale di recupero delle vaccinazioni obbligatorie” è inviata con lettera R/R a cura del centro vaccinale di ASST (firmata dal Direttore Generale)
  • il colloquio con un medico dei servizi vaccinali è finalizzato ad individuare le ragioni del mancato assolvimento dell’obbligo, viene verbalizzato e si deve concludere con la proposta del percorso vaccinale (sulla base dell’età e di eventuali vaccinazioni già effettuate) ed indicando la data per la somministrazione della/e vaccinazione/i entro 15 giorni dal colloquio (fatto salvo che già alla conclusione si metta a verbale il rifiuto, firmato, alle vaccinazioni)

Se il percorso non si conclude con la vaccinazione, viene formalizzata INADEMPIENZA:

  • ASST comunica alla ATS lo stato di rifiuto allegando copia del verbale di cui sopra
  • ATS procede agli atti conseguenti ovvero alla verbalizzazione dell’illecito e irrogazione della sanzione
  • ATS comunica alla scuola/collettività infantile che il soggetto è inadempiente per i provvedimenti di competenza

da www.vogheranews.it
@Riproduzione Riservata del 29 agosto 2017

di Jessica Rizza
Con l'aiuto dell'esperta ti spieghiamo l'importanza di questa pratica antica, sia per la mamma che per il neonato.-
Non si tratta di una novità nè di una moda passeggera. Grazie alla dottoressa ostetrica Silvia Bianchi ti spieghiamo le origini, l'importanza, i modi e i tempi del massaggio neonatale. "È una pratica molto antica e diffusa in molti paesi del mondo. Si tratta di stimolare tutte le parti del corpo dei piccoli con un massaggio che porta notevoli benefici: dall'aumento ponderale allo sviluppo neurologico!" ci spiega la dottoressa Bianchi.
Il massaggio neonatale
Qual è l'origine del massaggio infantile? 
"È una tradizione molto antica che affonda le sue radici nei paesi orientali dove anche i fratelli o le sorelle maggiori massaggiano i più piccoli! Col tempo questa pratica si è diffusa grazie a Vimala McClure che andò in India, osservò questa sequenza e la integrò con alcuni elementi di riflessologia plantare. La portò in occidente fondando l'IAIM (International Association Infant Massage)."
L'ostetrica Silvia Bianchi ci da anche alcune informazioni pratiche: il neonato dovrebbe avere almeno due mesi per godere appieno dei benefici del massaggio e si può continuare finchè il bambino lo vorrà! "Il momento migliore lo si trova insieme e di solito si raccomanda che il bimbo sia nella fase di veglia quieta: dovrebbe essere sveglio e tranquillo, meglio evitare la fase di esplorazione. Inoltre sarebbe bene farlo lontano dai pasti, in particolare per il massaggio all'addome."
Le origini del massaggio infantile
In quali strutture si tengono i corsi? 
"La cosa importante è che la stanza sia ben calda e accogliente! Io faccio corsi domiciliari e presso gli asili nido o altre strutture che mettono a disposizione spazi adatti al massaggio neonatale." ci risponde la dottoressa Silvia Bianchi.
Quante volte alla settimana si può ripetere il massaggio?
"Quante volte si vuole! Quando il piccolo lo permette e ne ha voglia: deve essere un momento piacevole e non stressante quindi è bene saper leggere i segnali di predisposizione del bimbo! Si può iniziare con una volta al giorno, invece il massaggio anticolica può essere ripetuto ad ogni cambio di pannolino!"
Tutte le informazioni sul massaggio neonatale
Quali benefici porta il massaggio sull'organismo del neonato?
"Moltissimi: tanti studi hanno dimostrato che i bimbi massaggiati hanno una crescita ponderale armonica, ci sono miglioramenti della capacità visiva, ci sono meno incidenze di fratture ossee (soprattutto nei prematuri), migliora l'ossigenazione tissutale, i piccoli hanno una migliore coordinazione motoria e c'è un importante incremento dello sviluppo neurologico! Non dimentichiamoci che la pelle deriva dallo stesso foglietto embrionale del sistema nervoso centrale: ogni stimolazione positiva cutanea ha ripercussioni altereranno efficaci sul sistema neurovegetativo!" ci spiega la dottoressa Bianchi.
Si parla anche di benessere emotivo... in che modo il massaggio aiuta il bebè a stare meglio psicologicamente?
"Il tocco gentile del genitore è ciò che di più bello esiste! È una pratica che mette in profonda sintonia la mamma (o il papà) e il piccolo. Lo aiuta a relazionarsi con la figura parentale in modo diverso e costruttivo. Tante mamme cercano un corso di massaggio perché vogliono instaurare un rapporto che vada al di là del momento dell'allattamento."
I benefici del massaggio infantile
Anche il papà può massaggiare il neonato?
"Certamente! I papà spesso sono un po' in "disparte" perché fanno fatica a relazionarsi con bimbi molto piccoli e il momento del massaggio è una coccola dolce e piacevole per entrambi! Anche i papà possono imparare a conoscere i piccoli attraverso il massaggio e il tocco gentile... così la loro relazione non si limiterà al cambio del pannolino!"
Quante "lezioni" si devono prendere prima di poterlo fare da soli a casa? 
"Il percorso di solito di articola in 5 incontri e ogni volta viene aggiunta una sequenza di massaggio nuova. Quindi i genitori possono iniziare a massaggiare i piccoli fin dalla prima lezione e poi aggiungere le sequenze imparate di volta in volta!"
Cosa aspetti a cercare un corso vicino a te? Il tuo bebè ti ringrazierà!
Anche il papà può massaggiare il neonato
da www.donnamoderna.com
@Riproduzione Riservata del 29 agosto 2017
 

Dal bambino immaginario al bambino reale. Le fantasie della futura mamma rispetto al nascituro servono per predisporla al nuovo ruolo che l'attente. Al contempo, però, quando il bimbo sarà nato, il confronto tra immaginazione e realtà può suscitare delusioni.-
Ciascuna donna, sin da bambina, si domanda se un giorno sarà madre, che madre sarà e se assomiglierà alla propria. Essere madre non è quindi scontato, né immediato, è una conquista lenta che si ottiene anche grazie al proprio bambino.
La gravidanza è un periodo di attesa che viene vissuto diversamente da ogni madre. Ciò che spesso accade è che l’immaginazione e i desideri materni si trasformino in rappresentazioni riguardo il proprio bambino e il proprio futuro di madre; fioriscono sogni, desideri, fantasie e aspettative che esprimono sia speranze che paure sul bambino e sul futuro che lo aspetta. Si tratta di un processo prezioso e necessario per la costruzione del proprio ruolo e della propria identità di madre.
Nel periodo che precede il parto la donna inizia a fantasticare rispetto al proprio futuro ed alle proprie aspettative, rappresentando il figlio nella propria mente. Questa raffigurazione viene definita bambino immaginario e riguarda le caratteristiche fisiche, caratteriali e relazionali che la madre attribuisce al futuro figlio; è una costruzione immaginaria che ha origine nello specifico desiderio di gravidanza e che serve alla madre per elaborare e riconoscere le proprie aspettative ed emozioni.
Ciò consiste in uno spazio mentale intimo in cui la madre si concede di pensare al suo bambino, affiancando le proprie rappresentazioni alla costruzione dello spazio fisico che accoglierà il nascituro (culla, fasciatoio, vestitini, cameretta). 
l momento della nascita determina, quindi, una rottura: la venuta al mondo del bambino reale deve confrontarsi con le fantasie e le aspettative della madre e, a volte, tale confronto può suscitare una delusione nella neo-mamma. La realtà si impone pian piano nell’immaginazione ed è necessario far spazio, nella mente della mamma, alla relazione reale con il nuovo arrivato. In altre parole, il nascituro si presenta con caratteristiche che spesso possono essere molto diverse da quelle immaginate e fantasticate dalla madre.
Nonostante, quindi, questo lavoro dell’immaginazione predisponga la madre a rappresentare il bambino e ad accoglierlo, è necessaria, dopo la nascita, l’integrazione tra il bambino ‘immaginato’ e quello reale che, disattendendo alcune aspettative materne, si presenta ai genitori non solo come figlio ma come ‘nuova persona’.
da www.bambinopoli.it
@Riproduzione Riservata del 24 agosto 2017

CAV Voghera

L'Associazione Vogherese di volontariato, che aiuta gratuitamente la donna in difficoltà ad accogliere la vita, superando le difficoltà.

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