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CAV - Centro di Accoglienza alla Vita Vogherese ODV

Via Mentana n. 43
27058 Voghera (PV)
Tel: 349 4026282
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di Alessia Altavilla
Il giocattolo è il pane quotidiano del bambino. La maggior parte degli esperti, però, sottolinea come i bimbi che ne hanno pochi crescano meglio e siano più sereni. Ecco come liberarsi del superfluo.-
Il magico potere del riordino, libro scritto da Marie Kondo e uscito, ormai, qualche anno fa, spiega come, attraverso la selezione degli oggetti da buttare e il conseguente riordino degli spazi in casa, la vita di ciascuno di noi possa migliorare, non solo in ambito familiare e domestico, ma anche sul lavoro.
L'idea di fondo è che, in generale, ciascuno di noi è subissato da oggetti che, tendenzialmente, non usa o non servono e che questi oggetti, non soltanto occupano fisicamente uno spazio nelle nostre abitazioni, ma ingombrano la nostra psiche complicandoci l'esistenza. Senza che noi ne abbiamo la consapevolezza.
Se questo vale per gli adulti, a maggior ragione è vero per bambini. Sommersi da giocattoli e oggetti inutili, schiacciati dal peso del marketing che costringe ad acquistare molto più del superfluo presentandolo come indispensabile, spesso i bimbi abitano in stanze che sembrano la fotocopia delle ludoteche pubbliche, circondati da scatole, oggetti di scarso valore e poco gusto di tutte le forme e dimensioni, giocattoli abbandonati da tempo o, addirittura, mai utilizzati.
Hanno davvero bisogno di una vita così i piccoli? 
O forse, per la loro sanità mentale, non sarebbe preferibile un'esistenza in cui viene dato importanza davvero a ciò a cui si tiene, lasciando andare quello che, invece, riempie soltanto inutilmente le giornate?
Insegnare ai bambini a liberarsi dei giocattoli inutili, vecchi e non utilizzati è un atto dovuto nei loro confronti per liberarli dalla schiavitù degli oggetti e semplificare il loro vissuto quotidiano creando spazi vuoti da riempire in modo differente.
La capacità di selezionare, catalogare e, quindi, eliminare è un'abilità che si apprende con il tempo e che aiuta, da adulti, a valutare meglio le situazioni, mettendo al centro (anche del vissuto emotivo) soltanto ciò che conta davvero.
Non si tratta, quindi, a dire di no a questa o a quella richiesta di acquisto. Si tratta di insegnare ai bambini a scegliere con cura ciò che realmente vogliono imparando ad averne cura e rispetto.
Aldilà dell'aspetto strettamente educativo, poi, è un fatto che una stanza semi vuota, non invasa da scatole, scatoloni e pupazzi, dove gli spazi siano ben ordinati e organizzati, risulta per loro più vivibile, semplificando la loro vita pratica (c'è più spazio per giocare, per invitare gli amici, per fantasticare e immaginare).
da www.bambinopoli.it
@Riproduzione Riservata del 03 novembre 2017

di Serena Allevi
Piccoli ma fastidiosi disturbi tipici della dolce attesa: con la natura puoi alleviarne i sintomi.-
La dolce attesa porta un carico di gioia (e di ansie) enorme, ma non solo. Durante la gravidanza, infatti, possono presentarsi diversi disturbi tipici del periodo. A seconda del trimestre si possono far vive: nausea, pesantezza, insonnia, gambe gonfie...
Il primo passo da fare è rivolgersi al proprio medico ginecologo di fiducia, per esporre il problema e avere la conferma che rientri tutto nella "norma". Per agire efficacemente sul disturbo e sui sintomi, la natura con la sua dolcezza può fare molto: l'importante è non improvvisare e fare sempre riferimento a un medico naturopata.
Vi sono, infatti, piante e fiori che in condizioni "normali" sono innocui ma che in gravidanza possono risultare molto pericolosi e tossici.
Un sintomo "buono"
La nausea gravidica è forse il disturbo più comune tra le future mamme. Sintomo "fisiologico" di attesa, la nausea di solito si presenta attorno alla sesta settimana di gravidanza per sparire, nella maggior parte dei casi ma non sempre, all'inizio del quarto mese circa di attesa.
Per alcune donne, la nausea si associa a episodi di emesi vera e propria, mentre per altre resta soltanto una sensazione fastidiosa. Per altre mamme ancora, invece, la nausea prosegue addirittura fino al momento del parto. Responsabili della nausea gravidica sono gli ormoni e, in generale, non esiste una vera e propria cura per questo disturbo.
In caso di continua emesi, è il medico stesso che indirizza la donna verso terapie appropriate che impediscano la disidratazione. Se la nausea resta un disturbo "leggero" si può tentare di alleviarla in modo naturale.
Per prima cosa, è bene mangiare poco e spesso (soprattutto cibi secchi), evitando pasti troppo abbondanti così come ore di digiuno. Poi, in commercio esistono speciali integratori a base di zenzero (radice digestiva e anti-nausea) specifici per la gravidanza. Questi ultimi risultano piuttosto efficaci ma vanno sempre assunti solo dopo aver consultato il medico curante. Anche lo zenzero, infatti, alle dosi sbagliate può nascondere insidie.
Contro la pesantezza di stomaco
Non solo nausea, in gravidanza si può avvertire anche la sensazione di una persistente difficoltà a digerire. Questo tipo di disturbo può presentarsi in qualsiasi momento, durante i nove mesi di attesa, e permanere anche per tutto il periodo della gravidanza, facendosi vivo soprattutto in orario serale.
In questi casi, possono risultare efficaci le tisane da assumere, però, sempre sotto il controllo del medico curante. «Molto benefiche sono le tisane a base di melissa, calmante sulle pareti dello stomaco» suggerisce la dott.ssa Sara Pratelli, naturopata. La melissa può funzionare anche per contrastare la stessa nausea, così come l'insonnia dovuta a difficoltà digestive del dopocena.
Prova lo yoga per la gravidanza
La dolce attesa può essere costellata anche da episodi di ansia frequenti, associati spesso a insonnia o risvegli improvvisi nel cuore della notte. Ansia per la paura del parto, per il nuovo ruolo di mamma, per le sorti della gravidanza...le motivazioni degli stati ansiosi nei mesi di attesa sono davvero numerose e, a volte, non si riescono nemmeno a distinguere con chiarezza in mezzo alla tempesta emotivo-ormonale.
Una valida risorsa, dolce e naturale, per combattere questi fastidiosi stati emotivi, è lo yoga specifico per la gravidanza. Esistono numerosi corsi di yoga in gravidanza, molti dei quali si tengono direttamente nei reparti maternità degli ospedali.
Lo yoga agisce sulla respirazione, migliorandola e preparando al meglio anche ai momenti di travaglio e parto. Inoltre, grazie allo yoga si assiste a un miglioramento della percezione di sé e del proprio corpo che cambia, alla consapevolezza di ciò che sta accadendo.
Contro paura e insicurezza
Timore del parto, senso di inadeguatezza e sbalzi d'umore: si tratta di sensazioni tipiche della gravidanza, ma non per questo meno fastidiose. Per alleviarle in modo dolce, sono efficaci le terapie a base di Fiori di Bach.
Con la consulenza di un esperto, è possibile impostare un vero e proprio "programma" naturale a seconda della sintomatologia individuale. In linea generale, Walnut è il rimedio che infonde coraggio, Crab Apple funziona bene quando ci si sente insicure, Mustard è perfetto per contrastare malinconie e sbalzi umorali.
Invece Mimulus ed Elm possono essere utilizzati contro la paura del parto e la sensazione di non riuscire a farcela.
Solo rimedi esterni
Quando il peso del pancione inizia a farsi sentire, è frequente percepire una sensazione di pesantezza e gonfioreche colpisce gambe e piedi. La prima mossa furba è quella di evitare la sedentarietà e godersi qualche rilassante nuotata: l'acqua è un rimedio formidabile per migliorare la circolazione durante la gravidanza (la colonna vertebrale in immersione non subisce alcun peso).
In secondo luogo, bisognerebbe dedicare attenzione a calzature e indumenti: né ballerine né tacchi alti e no a pants troppo stretti o in tessuti sintetici non traspiranti. Infine, se il problema persiste, è bene puntare solo su rimedi topici (uso esterno).
«In gravidanza, contro i gonfiori, è consigliabile non assumere rimedi di tipo sistemico (interni) ma sono efficaci e sicure le creme o i gel specifici da applicare sugli arti inferiori con un massaggio linfodrenante. Per esempio, le pomate a base di centella e rusco» spiega la dott.ssa Sara Pratelli, naturopata.
da www.donnamoderna.com
@Riproduzione Riservata del 30 ottobre 2017
 

di Jessica Rizza
Cosa regalare a chi ha appena partorito? Abbiamo selezionato tante idee originali per fare felici mamma e bebè.-
Un tempo si usava regalare alle neomamme la classica tutina. Il risultato: una montagna di vestitini taglia 0-3 mesi, magari di dubbio gusto, che il bebè non faceva nemmeno in tempo ad indossare! Se non sai cosa regalare all'amica o alla sorella che ha appena partorito qui trovi 16 idee originali da scegliere in base alla tua disponibilità economica... spesso un pensiero low cost è molto più apprezzato di un regalo costoso ma poco personale!
Se conosci bene la neomamma puoi azzardare questo regalo molto particolare: la fascia portabebè.
La fascia aiuta a stare vicini, uniti, dopo la nascita come in gravidanza, nel pancione.  Ritornare tra le braccia della mamma, sentire il suo cuore, i suoi profumi, i suoi odori e sapori. Esistono diversi tipi di fasce: lunghe rigide ed elastiche, fasce tubolari, fasce ad anelli, mei tai... ognuno per ogni gusto ed  esigenza.
Un regalo davvero utile per la neomamma? I pannolini! Un neonato, soprattutto nelle prime settimane di vita, deve essere cambiato 8-10 volte al giorno e i neogenitori si trovano ad affrontare da subito una spesa piuttosto considerevole. Poiché non è carino presentarsi con i pacchi di pannolini, puoi provare a costruire una "torta di pannolini"! Online si trovano tutorial di tutti i tipi e anche con un minimo di manualità si possono avere dei buoni risultati.
Un regalo che tornerà senz'altro utile alla neomamma è la consulenza con un'ostetrica. Ormai su tutto il territorio nazionale operano privatamente associazioni di ostetriche che organizzano consulenze e corsi (nella zona di Milano e Brianza ad esempio puoi informarti su corsipreparto.com).
"Confeziona" il buono con un biglietto carino in cui metterai tutti i recapiti e le informazioni. Anche la neomamma più esperta sarà contenta di ricevere a casa la visita di un'ostetrica che le risolverà i piccoli o grandi problemi nella cura del bebè: dai consigli sull'allattamento, al bagnetto, alla nanna. Potrà essere di supporto anche per il delicato periodo del puerperio che spesso è contraddistinto dal baby blues.
Quando arriva un bebè le spese impreviste sono molte: il biberon giusto, il tiralatte, la bilancia se è nato sottopeso... Un regalo davvero gradito ai neogenitori è il classico buono spesa: acquistalo in un megastore per l'infanzia dove i genitori potranno trovare tutto quello di cui hanno bisogno.
Forse la neomamma, impegnata tra mille incombenze, non ci ha ancora pensato: regala a lei e al suo bebè un corso di massaggio neonatale.
In base alle tue disponibilità economiche potrai regalarle un corso privato a domicilio, oppure di gruppo o ancora informarti al posto suo per organizzarle un corso gratuito tramite la Asl di zona.
Se te la cavi con il fai da te puoi realizzare qualcosa di originale per il bebè. Invece della solita copertina ricamata puoi regalare questo originale copri tazza, aggiungendo il nome del neonato o le sue iniziali. Un ricordo che dura nel tempo, il tutorial per realizzare il copritazza all'uncinetto.
Spesso le neomamme, escluso il primo periodo di visite di parenti e amici, si trovano ad affrontare un tempo più o meno lungo di solitudine con il bebè. Una condizione che può essere un po' sofferta soprattutto se si arriva da una vita sociale e lavorativa molto intesa. Quindi perché non regalare all'amica un po' del tuo tempo? Una passeggiata e un caffè tra te, lei e il bebè sarà sempre meglio della solita passeggiata solitaria!
Ma non di sole chiacchiere ha bisogno la neomamma: se pensi che sia in difficoltà offriti per una pulizia extra della casa o una lunga sessione di stiro! Oppure portale delle cene già pronte da surgelare: te ne sarà immensamente grata nelle serate di pianti e ninna nanne senza tregua!
Presto la neomamma se ne accorgerà: asciugamani e pezzoline di ogni tipo non sono mai abbastanza! I set di panni ed accappatoio sono in morbida mussolina: soffici e adatti per asciugare il bebè e proteggere tutine e vestiti dai numerosi rigurgiti post poppate.
Un tenero accessorio per il bebè: il portaciuccio nanna.
Il consiglio per la neomamma: per tranquillizzare il bebè durante la nanna nella culla potete tenere addosso per qualche ora questo peluche/copertina. Il neonato sentirà il vostro odore e dormirà sereno, ancor prima di essere in grado di tenerlo con le manine
Nè per il bebè, nè per la mamma: perché non fare un regalo per la casa? Se conosci bene la tua amica puoi regalarle un vaso in vetro che corrisponda ai suoi gusti e rimarrà a ricordo del piccolo nato. Riempilo di caramelle e dolci per gratificare la mamma o il fratellino maggiore!
Spesso si pensa sia utile regalare prodotti per il bagnetto e la cura del bebè. Ma, a meno che non si conoscano davvero bene le abitudini dei genitori, si rischia di regalare marche o prodotti poco graditi.
Si va più sul sicuro a regalare dei prodotti per la neomamma: una coccola extra per gratificarla!
Il consiglio: regalate prodotti naturali a base di burro di karitè e olio di mandorle dolci per aiutare la pelle a riprendere tono ed elasticità dopo mesi molto impegnativi.
Se conoscete bene la neomamma e sapete che non l'ha già acquistato potete regalarle il cuscino per l'allattamento. Un aiuto per contrastare il mal di schiena ed essere più comode durante le poppate!
Se l'amica neomamma ha il pollice verde apprezzerà questo regalo: una piantina o dei semi da piantare.
Un accessorio a cui spesso i neogenitori non pensano: un fasciatoio portatile, pieghevole e compatto comodo da tenere in borsa.
Un cuscino per la nanna o i primi giochi che aiuta il bebè a mantenere la posizione corretta
Il bebè appena nato non ne ha bisogno, ma presto instaurare una buona routine della nanna aiuta il sonno del piccolo e dei genitori! Può tornare utile quindi una giostrina dalle luci soffuse e dalla musica dolce per rassicurare il neonato.
da www.donnamoderna.com
@Riproduzione Riservata del 26 ottobre 2017

di Paolo Fizzarotti
Sono in due, raccolgono le chiamate in Val Staffora di persone anziane e disabili e svolgono per loro commissioni e incombenze. Dalla spesa, al medicinale da consegnare: «Sistemata anche una legnaia».-
Varzi, ecco i "maggiordomi rurali"La cooperativa la Sveglia ha avviato in Valle Staffora e Valle Versa il servizio dei "maggiordomi rurali": con 3 euro a chiamata sbrigano incombenze e commissioni per chi - soprattutto anziani e disabili - sia impossibilitato a farlo di persona. Sono per ora attivi in 19 Comuni
«Siamo i maggiordomi rurali. Voi ci chiamate, noi risolviamo i problemi: soprattutto se abitate in cima a un monte». La formula è facile: e come spesso accade con le cose semplici, il successo è stato immediato. In pochi giorni di attività i «maggiordomi rurali» della Valle Staffora e della Valle Versa hanno fatto il pieno di clienti: spesso persone anziane, malate o disabili, che senza il loro aiuto non saprebbero come sbrigare le più banali incombenze della vita quotidiana, come pagare la bolletta del gas, ritirare la ricetta del medico o comprare il latte. Cristian Rossotti, 37 anni, abita a Bagnaria; il suo collega Roberto Antoniazzi, 40 anni, vive a Varzi: nel giro di una settimana sono diventati gli angeli custodi delle vallate.
«Sbrighiamo per conto dei nostri clienti piccole commissioni di tutti i generi in vari negozi e uffici - spiega Cristian Rossotti - Ma non sempre sono piccole. L’altro giorno, per esempio, mi sono ritrovato a Santa Margherita Staffora a sistemare una legnaia per l’inverno: il padrone di casa, un signore di ottant’anni, non ce la faceva da solo. Per fortuna di solito mi toccano interventi meno faticosi, come andare a prendere i bambini a scuola o ritirare le raccomandate».

Le coordinatrici del progetto sono Valeria Colombi e Chiara Caglioni, della Coop La Sveglia di Varzi. «I territori montani - spiega Valeria Colombi - si spopolano per vari motivi. Uno di questi è sicuramente la difficoltà per la popolazione di raggiungere una serie di servizi basilari ma anche essenziali: un ufficio postale, una scuola, una banca, un supermercato. Questo problema naturalmente si acuisce nel caso di persone anziane, malate o portatrici di handicap: ma hanno problemi anche le famiglie con figli piccoli e i genitori che lavorano lontano da casa. La nostra Coop ha elaborato un progetto di welfare della zona. In accordo con i Comuni, la Fondazione Cariplo e la Fondazione Oltrepo Biodiverso, che conoscono le esigenze del territorio, abbiamo identificato i servizi che potevano essere più utili o addirittura necessari per la cittadinanza. Il primo è quello dei “maggiordomi rurali”. Poi arriveranno il doposcuola in tutti i 19 Comuni, l’assistenza domiciliare, i servizi di baby sitter e altro». I servizi si pagano solo 3 euro a chiamata.
«A quanto sembra facciamo un lavoro molto utile e apprezzato, anche se non abbiamo praticamente il tempo di fermarci a ragionarci su - racconta Cristian Rossotti - Prenotare i nostri servizi è facilissimo. Nei giorni precedenti si chiama il numero verde e si fa la richiesta. Noi la mattina alle 8 andiamo in ufficio a Varzi e riceviamo il planning e cioè un foglio in cui è scritto, ora per ora, dove dobbiamo andare e cosa dobbiamo fare. Siamo in due, con due furgoni, per coprire la zona il più possibile. Ma il lavoro è tanto, credo che la Coop assumerà altre persone». C’è anche un aspetto psicologico: gli anziani chiamano per mandare qualcuno a ritirare un esame ospedaliero: poi finiscono con raccontare all’operatrice la loro giornata o i pettegolezzi di paese. Come fate a incastrare tutto? «Questione di organizzazione. Le commissioni vengono raggruppate per zona e tipologia, anche in base alla natura del servizio: al mattino per esempio giriamo per uffici comunali, postali, laboratori di analisi e simili. Al pomeriggio studi medici, negozi e altro».

«Il rapporto di fiducia con la gente è alla base di tutto. All’inizio c’è un po’ di circospezione, non proprio diffidenza. Poi una volta rotto il ghiaccio va tutto a gonfie vele. Il rapporto umano è fondamentale, come la flessibilità e la voglia di mettersi in gioco. Il dialetto aiuta molto: gli anziani lo usano per stabilire un rapporto di fiducia. Andiamo a fare la spesa al supermercato e gliela portiamo a casa. Gli compriamo il giornale. Ci occupiamo degli esami all’Asl, impegnative ospedaliere, raccomandate, bollette. Ritiriamo le medicine. Andiamo a prendere i bambini a scuola quando le mamme sono malate o hanno un contrattempo. Facciamo tutto. Questo lavoro mi piace, mi diverto tantissimo».
da www.laprovinciapavese.gelocal.it
@Riproduzione Riservata del 24 ottobre 2017

di Serena Allevi
Possono essere il primo “brutto” voto scuola oppure una sgridata più accentuata del solito, o ancora i compiti sbagliati. Di fronte a questi (normalissimi) eventi della vita, oggi sembrano soffrire più i genitori dei bambini.
Abbiamo cercato di fare chiarezza con l’aiuto della dott.ssa Velia Bianchipsicoterapeuta presso il Centro Medico Santagostino. Innanzitutto, smettiamola di chiamare questi eventi delusioni o fallimenti: si tratta di termini utilizzati dall’adulto e che riflettono l’aspettativa che tutto debba andare sempre bene, senza prendere in considerazione la “caduta” e lo sbaglio.
«Chi vive questi episodi scolastici come fallimenti o delusioni, non prende in considerazione la base dell’apprendimentosi sbaglia per imparare e il brutto voto o il rimprovero della maestra sono ostacoli da superare, fanno appunto parte del percorso di apprendimento» spiega la psicoterapeuta.
Sbagliare per crescere
Si va a scuola per imparare: sembra ovvio ma pare che molti genitori se ne siano dimenticati e che vivano eventuali errori scolastici dei figli con delusione e senso di fallimento.
«Il brutto voto a scuola non va minimizzato da parte del genitore ma va preso con la giusta serietà. I bambini, infatti, interpretano sempre ciò che la mamma o il papà passano loro e il brutto voto va affrontato semplicemente come un ostacolo da superare per crescere, per fare qualcosa in più e migliorare» afferma la dottoressa Velia Bianchi.
«Prendere seriamente un voto basso significa utilizzarlo in senso positivo comunicando al bambino che imparare è bello, così come è bello crescere. Quei genitori che sentono la delusione o il fallimento, trasmettono queste sensazioni ai figli. Il risultato? I bambini sviluppano un rifiuto dell’apprendimento» conclude l’esperta.
Ciascuno con la propria responsabilità
Cosa dire a un bambino che arriva a casa con un voto basso?  Lo abbiamo chiesto alla psicoterapeuta Velia Bianchi. «Semplicemente, va espresso il concetto che sarà necessario fare qualcosa in più e che, con un impegno maggiore, la prossima volta andrà meglio. Il messaggio che trasmettiamo al bambino deve avere sempre una valenza positiva, costruttiva» spiega l’esperta.
Allo stesso tempo, è necessario far comprendere ai bambini che ciascuno ha la propria responsabilità e il proprio compito. «Quando un figlio non ha voglia di studiare,  è importante fargli capire che si tratta di un suo compito, di una sua responsabilità. Così come mamma e papà vanno al lavoro, ad esempio, i bambini devono fare i compiti. E sbagliare è un passaggio obbligato di questo compito, necessario per imparare e per crescere. Si impara, quindi, a prendersi anche la responsabilità di sbagliare: l’errore non è né brutto né bello ma semplicemente fa parte dell’apprendere, della vita stessa» afferma la psicoterapeuta.
I genitori non dovrebbero sostituirsi all’insegnante
Capita sempre più spesso, nella scuola, che gli insegnanti non se la sentano di mettere un voto basso ai bambini, anche in presenza di compiti oggettivamente insufficienti.
Perché accade questo? «Gli insegnanti oggi sono spesso bloccati nell’assegnare un voto basso, proprio a causa delle reazioni dei genitori. Infatti, è sempre più frequente che i docenti deleghino genitori responsabilità che non competono loro (ad esempio, seguire di più i bambini nei compiti a casa, magari correggendone gli elaborati) ma in questo modo gli insegnanti trasferiscono al genitore anche un potere maggiore, privandosi di una fetta di autorevolezza necessaria invece all’apprendimento del bambino» conclude l’esperta.

Guardarsi da un’angolazione diversa
Quando il genitore mostra delusione per un voto basso del figlio, il bambino viene investito da una responsabilità enorme, troppo grande. Anche quando sembra di non trasmettere senso di fallimento ai figli, i bambini sentono comunque questa emozione dell’adulto, tutto “passa”.
Pare sempre più frequente che i genitori vivano, per esempio, un’insufficienza del bambino come un fallimento personale e tutto ciò crea danno ai figli. «A volte sussiste la necessità di capovolgere il modo di vedere sia se stessi sia il proprio figlio, per dare al bambino la possibilità di sbagliare “in serenità”, senza bloccarne il processo di crescita» conclude la dott.ssa Velia Bianchi.
da www.donnamoderna.com
@Riproduzione Riservata del 25 ottobre 2017
 

di Jessica Rizza
L'ostetrica ci spiega come farci sentire dal nostro piccolo quando siamo in dolce attesa.-
Possiamo interagire con il nostro bambino fin dal momento della gestazione? L'ostetrica Silvia Bianchi (A casa con te) ci spiega quali sono le attività che possono far star bene mamma e bebè... le coccole, i massaggi, la musica. Ma anche leggere ad alta voce o ballare! Il piccolino nella pancia è molto recettivo agli stimoli ed è già pronto ad instaurare una relazione unica e indissolubile con la sua mamma. Scopri tutto quello che puoi fare per far star bene il tuo bebè nella pancia...
Abbiamo chiesto alla dottoressa Silvia Bianchi quali sono le attività da fare in gravidanza che fanno star bene anche il bambino.
"Tutto ciò che fa star bene la mamma farà sentire bene anche il piccolino! Sicuramente fa molto bene frequentare qualche corso in piscina, gli incontri di acquaticità in gravidanza sono spesso ricercati dalle donne perché l'elemento acqua aiuta molto il ritorno venoso delle gambe e allevia la lombalgia. Anche i piccoli si divertono, tante mamme riferiscono infatti di sentire movimenti dolci e morbidi nella pancia durante l'attività in acqua!"
L'ostetrica consiglia anche alle donne in dolce attesa di passeggiare nel parco respirando un po' di aria buona: è un'ottima attività che tiene attive le mamme in attesa e coccola i bimbi: ogni passo è un dolce dondolio!
Anche le coccole dal proprio compagno (come un bel massaggio rilassante) è un beneficio per il bebè nella pancia! In questo periodo una serata insieme sarà piacevole per tutti e 3!
Il bambino percepisce le carezze sulla pancia o i lievi massaggi?
"Certamente! Invito tutte le mamme a massaggiarsi la pancia, è un modo molto dolce per entrare in contatto col proprio bimbo, che spesso risponde al tocco con qualche movimento!" è il consiglio dell'ostetrica Silvia Bianchi. "Il piccolo è costantemente massaggiato dal liquido amniotico e una coccola in più non può che far bene!"
Se aspetti un bambino ricordati di dedicare del tempo per te stessa: così potrai capire le reazione del bimbo e il tuo tocco può essere un modo semplice ed efficace per rassicurare e calmare!
Come possiamo farci sentire da lui?
"Accarezzando la pancia, ma anche cantando, leggendo al alta voce, ascoltando musica, muovendosi e ballando! Il bimbo nella pancia sente tutto quello che fa la sua mamma ed è molto attento a quel che succede. Se vi piace ascoltare la musica, è sicuramente una buona idea fargliela sentire anche quando nasce. Riconoscono benissimo la vostra voce, quella del vostro compagno e la musica che avete sentito in gravidanza. Se siete delle ballerine potete ballare con il vostro bimbo sia in dolce attesa che dopo il parto magari usando una fascia porta bebè!" Insomma l'ostetrica ci spiega che possiamo farci sentire in qualsiasi modo, i piccoli sono prontissimi ad ascoltare e rispondere alla mamma!
Ci sono dei cibi che lo fanno stare bene?
"Una dieta bilanciata ed equilibrata è sicuramente la più indicata in gravidanza (e non solo) per poter godere di buona salute e per garantirla al nascituro. Una dieta ricca di fibre fa bene alla mamma e quindi anche al bimbo, è anche importante assumere molti liquidi durante la gravidanza! Variare i cibi è ottimo per far assumere loro tante sostanze nutritive." Ecco però una breve lista di quello che non fa bene al nascituro: "L'assunzione di superalcolici è fortemente sconsigliata per ovvi motivi di salute. La caffeina è tollerata ma si raccomanda di non farne largo utilizzo, lo stesso vale per la teina."
da www.donnamoderna.com
@Riproduzione Riservata del 22 ottobre 2017

 

Conoscere i giorni fertili è molto utile se vuoi rimanere incinta velocemente.-
Se stai cercando di avere un bambino è indispensabile calcolare il tuo periodo fertile. Conoscere ritmi e tempi del tuo corpo è molto utile quando sei alla ricerca di una gravidanza. Per rimanere incinta è quindi necessario, calendario alla mano, annotare l'ultimo ciclo mestruale. Anzi sarebbe meglio partire con un po' di anticipo e segnare gli ultimi 3-4 cicli mestruali, in questo modo avrai anche un'idea più precisa della durata del tuo ciclo, informazione necessaria per il calcolo del periodo ovulatorio.
Ciclo mestruale
La maggior parte delle donne ha  un ciclo di 28 giorni, ma è assolutamente normale averlo un po' più  lungo o corto. La cosa importante è avere il ciclo mestruale sempre con  lo stesso intervallo di giorni, in questo modo sarai facilitata nel calcolo dei giorni fertili. Mentre se il tuo ciclo varia di mese in mese ti sarà più difficile riconoscere il periodo ovulatorio, anche se potrai affidarti ad altri metodi.
Calcolo periodo fertile
Ma vediamo intanto come calcolare l'ovulazione con il calendario, ipotizzando di avere un ciclo mestruale regolare. Nel primo giorno del ciclo mestruale si sviluppa il follicolo, un processo che dura mediamente 14 giorni e  viene chiamata fase estrogenica. Successivamente si entra nella fase  progestinica che dura altri 14 giorni. Quindi i giorni fertili di una donna con ciclo mestruale di 28 giorni sono compresi tra il 12° e il 16° giorno dall'inizio del ciclo.
Calcolo giorni fertili con ciclo mestruale diverso da 28 giorni
Se il tuo ciclo dura 26 o 32 giorni niente paura, ecco come devi calcolare il momento giusto per rimanere incinta.  Devi sapere infatti che la prima fase del ciclo mestruale (estrogenica)  è variabile, mentre la seconda fase (progestinica) è fissa e dura  sempre 14 giorni. Quindi anche con un ciclo diverso da 28 giorni il  culmine della fertilità si avrà sempre 14 giorni prima  dell'arrivo del ciclo mestruale, aggiungendo sempre 2 giorni prima e 2  dopo per arrivare ai 4 giorni fertili
Sintomi ovulazione
Se  il tuo ciclo non è fisso puoi affiancare al calendario dell'ovulazione  altri metodi che ti possono aiutare a individuare il tuo periodo  fertile. Uno di questi sono i sintomi che puoi avvertire durante il periodo ovulatorio:  perdite biancastre o trasparenti, gonfiore o dolore al basso ventre e  al seno e maggior desiderio sessuale. Purtroppo questi sintomi nella  maggior parte delle donne non sono così evidenti. Occorre una profonda  conoscenza del proprio corpo per avvertire e riconoscere i sintomi  dell'ovulazione.
Osservazione del muco cervicale o metodo Billings
Un'altra modifica corporea che corrisponde ai giorni fertili è la variazione della consistenza del muco vaginale. Osservandola e imparando a riconoscerla potrai scoprire il periodo ovulatorio. Nei giorni che precedono l'ovulazione,  il muco vaginale diventa più fluido ed elastico per facilitare la  risalita degli spermatozoi nel canale vaginale e arrivare all'ovulo. Osservando tutte le mattine il muco e per almeno 3 cicli mestruali potrai imparare a riconoscere le differenze tra periodo fertile e infertile.
Calcolo della temperatura basale
Un altro metodo per scoprire i giorni dell'ovulazione è quello della temperatura basale.  Bisogna misurare la temperatura corporea al mattino prima di alzarsi  dal letto, con un normale termometro da usare per via orale, vaginale o rettale. Misurandola per un mese intero e annotando le temperature  scoprirai che prima dell'ovulazione la temperatura subisce un leggero  abbassamento (misurabile in decimi di grado) per rialzarsi il giorno  successivo. Purtroppo la temperatura corporea può subire variazioni  anche a causa di un mal di testa o un raffreddore.
Test ovulazione o stick ovulatori
Se tutti questi metodi ti sembrano difficili da seguire puoi affidarti ai test che rilevano l'ovulazione. Sono simili ai test per la gravidanza e rilevano la presenza nelle urine degli ormoni che comandano  l'ovulazione: LH e estradiolo. Quando lo stick rileva la massima  concentrazione di questi ormoni vuol dire che il picco ovulatorio è vicino e quindi sei nel momento più fertile del ciclo.
da www.donnamoderna.com
@Riproduzione Riservata del 18 ottobre 2017

La salute dei bambini
di Serena Allevi
Cosa fare in caso di stitichezza del lattante e come si manifesta la stipsi.-
Tra le maggiori preoccupazioni di un neogenitore...rientra la possibilità che il neonato sia stitico. Infatti, la stipsi del lattante non è così rara e, soprattutto se si è al primo figlio, questa condizione può creare enormi preoccupazioni perché si teme possa portare a problematiche anche gravi ("blocchi" intestinali, per esempio). Tanto che non sono pochi i neogenitori che si recano al pronto soccorso perché il bebé non riesce a espellere le feci.
La stipsi
La stitichezza in età pediatrica ha riferimenti davvero precisi. Nello specifico, si può parlare di stitichezza quando le emissioni di feci sono meno frequenti di tre volte alla settimana oppure, semplicemente, richiedono forte sforzo e dolore (fonte SIP, Società Italiana di Pediatria). Nella grande maggioranza dei casi, la stipsi è funzionale cioè è provocata da una funzione evacuativa che risulta, in qualche modo, alterata.
Ovviamente, più il lattante trattiene le feci più quest'ultime diventano difficili da espellere ma, soprattutto, dolorose. Dunque, è importante capire perché la stipsi si presenta e intervenire in modo efficace, ma senza eccessive ansie.
Il latte
Statisticamente, il neonato che si nutre con latte materno è meno stitico rispetto al neonato che, invece, è nutrito con latte formulato. Allo stesso modo, anche il passaggio dal latte materno al latte artificiale o alle pappe solide (primi passi verso lo svezzamento) può portare non raramente al verificarsi di una condizione di stipsi.
La prima cosa da fare, quando si evidenzia una stitichezza del neonato è rivolgersi al pediatra. Meglio se al curante, che ha ben presente la "storia" del bambino nonché il tipo di alimentazione e le peculiarità della stessa. Sarà il pediatra che potrà, eventualmente, ritenere necessaria una sostituzione del tipo di latte formulato oppure che potrà fornire consigli personalizzati a seconda della situazione.
La dieta della mamma e...del bebé
Se un neonato è allattato esclusivamente al seno, è difficile che possa soffrire di stipsi. Ma non impossibile: può bastare, infatti, un episodio di feci "dure" e difficili da espellere per creare fastidio e dolore nel piccolo.
In presenza di nutrizione al seno, è importante che la mamma faccia attenzione alla propria dieta. Nonostante quest'ultima non sia totalmente determinante nella funzionalità intestinale del lattante. Gli alimenti consigliati alla mamma, quindi, sono i cibi ricchi di fibre. Con preferenza per i vegetali (frutta e verdura di stagione) e i cereali integrali (accompagnati sempre dal consumo di molta acqua).
Se il piccolo si nutre con latte formulato, il pediatra può optare per una formulazione più ricca di fibre, specifica per il bebé che tende a soffrire di stipsi. In alcuni casi, viene consigliata la somministrazione di un cucchiaino di frutta alla fine del pasto (soprattutto, pera o prugna).
In caso di emergenza
Se la condizione di stipsi permane e il lattante mostra segni di sofferenza, si può ricorrere a quelli che vengono comunque considerati rimedi di emergenza. Per esempio, l'utilizzo di un sondino rettale oppure i microclismi formulati in modo specifico per il lattante.
La soluzione migliore resta, però, concordare una "linea d'azione" con il pediatra: dall'alimentazione all'adozione di alcune abitudini quotidiane che possano aiutare il piccolo ad avere un'evacuazione meno difficoltosa e più dolce.
da www.donnamoderna.com
@Riproduzione Riservata del 11 ottobre 2017

di Jessica Rizza
Un malessere capace di offuscare la gioia per il bimbo in arrivo. Piccole strategie per affrontarla con positività.-
Alcune donne cominciano a soffrirne ancor prima di fare il test di gravidanza. Una mattina ti svegli con una forte nausea, ma diversa da quelle che avevi sperimentato per influenze o cattive digestioni. Odori più o meno gradevoli e profumi ti disgustano. L'amato caffè della mattina ti provoca sobbalzi dello stomaco al solo sentirne l'odore... non c'è dubbio, sei incinta! E il tuo corpo te lo sta dicendo ancor prima degli esami. La prima prova che dovrai affrontare nel tuo difficile percorso di mamma sono questi 3-4 mesi di nausee e malesseri, capaci di toglierti forze e gioia. Scopri quali sono i 5 pensieri positivi che ti aiutano a superarla!
I pensieri positivi fanno bene all'umore, ma per affievolire un po' la nausea ci sono dei piccoli rimedi:
Non lasciare mai lo stomaco vuoto. Questo non vuol dire mangiare continuamente ma sgranocchiare un grissino o un pezzetto di pane non appena si sente lo stomaco vuoto, condizione nella quale si avverte più nausea. Se non vuoi esagerare con il grano raffinato prova a variare con preparati integrali o cereali "secondari": avena, segale, grano saraceno, farro, kamut. Un toccasana per la salute e per il tuo bimbo!
Non mangiare cibi molto elaborati, saporiti o speziati, potrebbero far aumentare la sensazione di nausea.
Bevi bibite gassate, aspre o acidule: normalmente placano la sensazione di nausea. Attenta però a non esagerare con zuccheri e additivi.
Lo zenzero è un potente antinausea. Cerca gli alimenti a base di zenzero o condisci le verdure con una punta di coltello di zenzero in polvere. Non più di una volta al giorno.
Riposa ogni volta che puoi: la stanchezza fa aumentare la nausea.
- Se non trovi molto sollievo con questi rimedi puoi provare i braccialetti anti-nausea, come quelli che usano i bambini per non soffrire il mal d'auto.
Il primo pensiero positivo che ti aiuta a sopportare la nausea nei primi 3-4 mesi di gestazione è la consapevolezza che il tuo bimbo sta bene e sta crescendo. Le nausee non sono dovute a un'alimentazione scorretta e il feto non ne risente, anzi sono il segnale positivo che il cambiamento ormonale prosegue in modo corretto.
Secondo uno studio condotto all'università di Stanford, in California, la presenza delle nausee rifletterebbe in modo indiretto come la gravidanza stia proseguendo in modo fisiologico. Questo non vuol dire che se la nausea si interrompe stia succedendo qualcosa al feto!
Ma svegliarti la mattina in preda al malessere e pensare che il tuo piccolino cresce sempre più è un fenomenale antidoto per sopportare la nausea e proseguire con positività!
Diventare mamma è un processo che inizia già con la gestazione. I bambini sono quasi sempre cercati. Spesso per lungo tempo a causa dello spostamento in avanti dell'età nella quale si ha il primo figlio, con conseguente abbassamento della fertilità della donna.
Quando finalmente il test di gravidanza è positivo la gioia è immensa! Proiettarti in avanti, a quando stringerai finalmente il tuo bimbo tra le braccia, è un potente pensiero positivo per superare quelle giornate di nausea intollerabile.
Quando ti prende una nausea terribile che ti toglie le forze pensa alla sua fine: più o meno improvvisamente e inaspettatamente ti sveglierai senza quella sensazione sgradevole in bocca. Pian piano il cibo tornerà al gusto che conoscevi prima, gli odori ti daranno meno fastidio. Arrivata al quarto mese di gravidanza riuscirai a godertela senza le paure e i malesseri del primo trimestre e la stanchezza del terzo trimestre!
Il cibo può essere un potente elemento consolatorio per superare la nausea! Nel primo trimestre i gusti cambiano, potresti trovare sgradevoli alimenti che hai sempre consumato e desiderarne altri che fino a quel momento non ti piacevano. Cercando comunque di seguire il più possibile una dieta bilanciata puoi lasciarti andare al consumo di quei cibi che ti fanno sentire meglio. Solitamente il salato e l'acidulo (come i cetriolini), le bibite gassate o i carboidrati "asciutti" (fette biscottate, crakers). È troppo presto per pensare alla bilancia e, pur sgarrando nella dieta, avrai modo di recuperare e rimetterti in riga negli ultimi due trimestri. Quando lo stomaco sarà più quieto!
Attenzione: se mangiare cibi particolari non ti affievolisce la nausea e anzi non riesci a mangiare e bere per più di 24/36 ore devi consultare il ginecologo o l'ostetrica. Potrebbe trattarsi di iperemesi gravidica che può portare a disidratazione e carenze nutritive. È piuttosto raro soffrirne: colpisce solo l'1% delle donne in gravidanza.
La gravidanza, si sa, non è una malattia e non bisogna comportarsi da malate. Ma almeno nel primo trimestre, quando le nausee ti tolgono le forze e hai bisogno di riposo extra, fatti coccolare! Dal futuro papà, dalla mamma o dalle amiche... in questo momento è una necessità ma può essere anche un piacere. Non aver timore quindi di stenderti sul divano intanto che il tuo compagno prepara la cena o passa l'aspirapolvere! O di prenderti qualche giorno di riposo dal lavoro se fai le corse tra la scrivania e il bagno. Il riposo è un ottimo antidoto, fisico e mentale, contro la nausea!
da www.donnamoderna.com
@Riproduzione Riservata del 10 ottobre 2017

di Sara Notarantonio
Se ti ammali quando sei incinta o in allattamento i dubbi possono essere molti. Qui i consigli dell'ostetrica su come curare le malattie stagionali.-
Febbre e raffreddore in gravidanza possono preoccupare le future mamme. Il primo consiglio è quello di non assumere farmaci se non è davvero necessario e, nel caso, di farlo solo sotto controllo ostetrico o medico. Questo vale soprattutto in caso di un banale raffreddamento. Esistono però dei piccoli rimedi naturali che una neo mamma o una futura mamma, in attesa di contattare il proprio curante, può assumere. Vediamo quali sono le cure dolci più indicate in caso di influenzarinofaringite o tosse.
Quali farmaci prendere in gravidanza? I rimedi naturali possono far male al bambino? Se hai dubbi sull'assunzione di medicinali in gravidanza puoi contattare questi numeri:
- Servizio informazioni sull'uso dei farmaci in gravidanza e allattamento del Centro di tossicologia clinica dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo - Numero verde 800883300. Attivo 24 ore su 24.
- Numero verde AIFA su efficacia, sicurezza e disponibilità dei farmaci - 800571661. Attivo dal lunedì al venerdì (escluse festività), dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 16.00.
L'autrice è la dottoressa Sara Notarantonio, un'Ostetrica Condotta, una professionista che accompagna le madri, i genitori, gli  adolescenti e le donne durante il percorso della vita con  disponibilità, amicizia e competenza.
Il dolore osseo comune, la febbre, il mal di testa sono i sintomi più comuni di una influenza. In caso di allattamento la donna non deve assolutamente sospenderlo ma continuare per passare al suo bambino gli anticorpi. In caso di febbre durante l’allattamento o la gestazione più generalmente assumere il paracetamolo, principio attivo della Tachipirina o Efferalgan. Da affiancare alle cure mediche puoi assumere 30 gocce di tintura di echinacea in un cucchiaino di miele.
Le tisane davvero efficaci sono quelle all'uva passa, alla salvia, alla melissa e alla lattuga.
Gli starnuti, il naso che cola sempre, la gola che brucia, gli occhi che lacrimano sono i segnali più evidenti della rinofaringite. Il raffreddore è fastidioso per tutti ma in gravidanza è ancora più mal tollerato. La cosa migliore da fare per te e il tuo bambino è quella di riposare. Includi nella tua dieta frutta e verdura, in particolare spremute di arance e limone. Puoi fare due volte al giorno una tisana e metterla all'interno dell'aerosol. Gli ingredienti della tisana sono: 40g di echinacea, 40g di elicriso e 30 di gemme di pioppo. Filtra la tisana e mettine 5 ml nell'ampolla dell'aerosol. Per alleviare i fastidi alla gola puoi fare dei gargarismi con acqua tiepida e un cucchiaio da tè di sale.
La cosa più importante è capire il perché si ha la tosse, in modo da escludere una bronchite. In tutti i casi si possono assumere 30 gocce, 3 volte al giorno di tintura madre di marrubio. Il marrubio ha una azione espettorante, aiuta a far andare via il muco e calma la tosse spasmodica.
La sera prima di coricarsi si può bere una bella tazza di tisana calda composta da: 15 grammi di fiori di camomilla, 15 grammi di malva e 10 grammi di liquirizia. Si può dolcificare il tutto con miele. La malva è un emolliente delle mucose, la camomilla è lenitiva e antinfiammatoria mentre la liquirizia ha azione espettorante.
da www.donnamoderna.com
@Riproduzione Riservata del 08 ottobre 2017

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