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CAV - Centro di Accoglienza alla Vita Vogherese ODV

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Redazione Internet : la storia della settimana

Un rete per i bambini in affido. I precursori sono i fratelli Figini che iniziarono negli anni 80: «Abitiamo in una grande cascina con altre comunità». Ci sono scuola, bar, ristorante e un centro diurno per l’affido.-

È uno dei primi pomeriggi di neve dell’inverno lombardo, i quattro bambini scendono dalla macchina non appena parcheggia e si buttano zaini in spalla nel cortile per fare a palle. Una raggiunge in pieno Maria Grazia Figini che non aspetta altro, agguanta un po’ di neve e si mette a giocare con loro. I bambini portano sul viso i tratti di tutti i continenti del mondo ed è impossibile capire chi sia figlio di chi. Poi, con la stessa velocità con cui sono arrivati, si dileguano nelle case intorno. Cometa, l’associazione di famiglie affidatarie nata a Como intorno ai fratelli Figini (oltre a Maria Grazia ci sono Erasmo e Innocente), è così: un caos disciplinatissimo e allegro di volti e storie che si incontrano in uno spazio comune, sotto le parole del Vangelo dipinte in rosso sulle pareti di ogni stanza e con al centro i bambini.

La chiamata di don Giussani

Nel tempo questo spazio di accoglienza, nato su impulso del fondatore di Comunione e Liberazione don Luigi Giussani che a fine anni 80 chiamò Erasmo stilista di tessuti per l’arredamento oggi 69enne chiedendogli di prendersi cura di un bimbo sieropositivo abbandonato da tutti, è diventato così tante cose che è difficile definirlo in un modo solo. «Non ci siamo sviluppati seguendo un progetto organico, ma rispondendo di volta in volta a delle richieste» dice Erasmo.

L’isolamento

«Aprire la nostra casa a quel ragazzo ci ha cambiato. All’inizio è stato difficilissimo - spiega -, all’epoca la gente aveva paura e ci avevano isolati. Mi ha dato una mano solo mio fratello, che è oculista: prima dal punto di vista medico e poi su tutto il resto». Quel bimbo, che adesso ha 35 anni e una vita «normale», è rientrato dopo qualche anno nella famiglia di origine, ma i fratelli Figini grazie all’esperienza con lui hanno deciso di fare dell’accoglienza una scelta di vita. Hanno costruito sulle colline che guardano il lago di Como una grande casa dove sono andati a vivere con le loro famiglie: i figli naturali e quelli che via via hanno preso in affido. Tutti indistintamente chiamano i genitori «mamma» e «papà».

Unire le esperienze

Nella cascina con loro adesso ci sono altre tre comunità familiari (ogni coppia può prendere in affido massimo sei bambini) unite dalla stessa fede, accanto c’è la grande scuola professionale, un bar e un ristorante gestiti dai ragazzi che fanno formazione-lavoro, una struttura per l’affido diurno. E poi ancora, in città, un centro per i bimbi con difficoltà evolutive; lo spazio per le famiglie che sostiene i genitori in difficoltà con psicologi e mediatori; la falegnameria e il centro tessile dover i ragazzi e le ragazze imparano un mestiere. Sono 130 i minori dati dai servizi sociali in affido diurno a Cometa: bimbi e ragazzi che affollano, divisi per età e le teste di tutti i colori chine sui libri, gli stanzoni del centro.

Il liceo del Lavoro

«Dopo la scuola pranzano qui - dice Erasmo - e dopo li assistiamo nello studio con volontari ed educatori». Lui sta per andare a dare le «commesse» agli studenti del «Liceo del lavoro»: incarichi in cui devono produrre veri lavori di falegnameria tessili. «Abbiamo capito che per questi ragazzi fare era essenziale - racconta -: negli stage nelle aziende erano bravissimi, a scuola indisciplinati. Uno di loro mi spiegò perché: “Lì è per davvero, in classe per finta”. Abbiamo deciso di fare sul serio anche qui». La scuola è curata e progettata nei minimi dettagli proprio da Erasmo: «Essere circondati dalla bellezza fa sentire a questi ragazzi che hanno un valore» dice.

L’”adozione mite”

E restituire un valore centrale ai minori è la missione dichiarata di tutto il progetto Cometa. «È il punto che non dobbiamo mai perdere di vista, neppure nel dibattito su come migliorare le leggi - chiarisce il direttore di Cometa Alessandro Mele -. Spesso ci si divide tra i fautori dell’affido in famiglia e di quello in comunità: è sbagliato, bambini diversi hanno bisogno di soluzioni diverse in momenti diversi della loro vita». L’esperienza sul campo gli ha insegnato che non funziona neppure la distinzione netta tra affido e adozione: «Oggi possono essere adottati solo i bimbi in stato di abbandono. Ma spesso - dice - ci sono bambini che non sono soli ma hanno scarsissime probabilità di rientrare in famiglia perché i genitori sono in situazioni troppo compromesse. Per loro ci vorrebbe un’adozione mite, che mantenga un legame con la famiglia d’origine ma anche di avere dei genitori adottivi con cui crescere. Nella vita non bisogna mai tagliare i legami, è meglio aggiungerne».

L’importanza di far rete

Cometa è tra le associazioni che in Lombardia hanno spinto per una legge che riconosca le Reti di famiglie affidatarie, su cui sta lavorando la Regione. «Le reti sono fondamentali», dice Pasquale Addesso 37 anni, avvocato, che con la moglie Annalisa, anche lei 37enne è una delle 60 coppie affidatarie di Cometa (non ci sono single). «Negli affidi hai tante complicazioni pratiche che sembrano insormontabili se le affronti da solo ma superi se hai accanto qualcuno che ci è già passato».

Progetto educativo

Fare rete - spiegano a Cometa - significa anche avere fondi comuni e poter pagare psicologi e specialisti che aiutino nel progetto educativo. Pasquale e Annalisa hanno preso in affido un 15enne straniero arrivato in Italia da solo, poi un neonato in pre-adozione e ora una coppia di fratellini. Nel frattempo hanno avuto due figli insieme. «Se c’è una cosa che questa esperienza ci ha insegnato - dice lui —- è che anche i bimbi che hai generato non sono “tuoi”. Ti sono affidati proprio come gli altri: devi accompagnarli tutti alla vita».

da www.corriere.it
@Riproduzione Riservata del 27 dicembre 2017

VOGHERA – Per affrontare l’emergenza freddo per i senza fissa dimora, durante il mese di Dicembre e delle festività natalizie, è attivo a Voghera il servizio della C.R.I., in collaborazione con l’assessorato ai servizi sociali del Comune.

E’ prevista una distribuzione itinerante, nei luoghi in cui maggiormente si trova il disagio: a bordo di un Land Rover i volontari portano coperte e bevande calde. “Il giro inizia alle 19,30 e termina verso mezzanotte: vengono distribuiti the e coperte. I senza dimora si trovano soprattutto nella zona della stazione ferroviaria” spiega Mirko, uno dei volontari C.R.I. occupati nel servizio. Un’iniziativa destinata a sensibilizzare la cittadinanza, riguardo un problema drammatico che si presenta ogni anno all’arrivo della stagione più fredda.

da www.vogheranews.it
@Riproduzione Riservata del 23 dicembre 2017

Il cardinale Bassetti a pranzo con 150 persone seguite dalla Caritas. Monsignor Piemontese apre l'episcopio di Terni, a Milano l'arcivescovo Delpini partecipa all'iniziativa di Sant'Egidio.-
Il Natale, giorno della nascita di nostro Signore che si è fatto uomo in mezzo a noi, è stata giornata di preghiera, festa, amicizia e solidarietà. Tanti i pranzi in tutta Italia con i poveri.
Il cardinale Bassetti a tavola con 150 persone seguita dalla Caritas
"Sono soprattutto vicino a coloro che vengono da lontano, perché la festa di Natale è la festa degli affetti e io capisco che quando stiamo lontani dalla nostra famiglia si soffre in modo particolare". Lo ha detto l'arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, durante il pranzo che ha offerto ieri, nel giorno di Natale, a Villa Sacro Cuore, nella città umbra, a più di 150 persone accolte tutto l'anno dalla Caritas, provenienti da Paesi di quattro continenti. Lo riporta il Sir.
"Alcuni di questi migranti - ha aggiunto - erano giovanissime mamme, una di loro aveva appena sedici anni con il bambino tra le sue braccia ed altri fanciulli non avevano i genitori. È stato un grande evento di cui tanto ho ringraziato il Signore, perché dalla Libia è la prima volta che arrivano serenamente in Italia e in Europa delle persone a bordo di un aereo, accolte come se fossero tutti fratelli, sorelle e figli. Vorremmo d'ora in avanti che chi giunge da noi possa farlo senza mettere a repentaglio la propria vita, con un viaggio sereno, non attraverso i barconi, le mafie internazionali e lo sfruttamento soprattutto delle donne". Il cardinale Bassetti, durante il pranzo, ha dialogato con gli ospiti e ha ringraziato due giovani pakistani per aver allestito il presepe nell'atrio del palazzo arcivescovile.
"Tutti siamo cittadini del mondo - ha commentato il cardinale - e il fatto di migrare è un diritto previsto dalle Nazioni Unite. In Cei abbiamo coniato un motto: 'Liberi di restare, liberi di partire'. L'arrivo in Italia negli ultimi giorni di più di 160 persone, in gran parte originarie del Corno d'Africa, attraverso un corridoio umanitario dalla Libia, è stato un fatto molto bello. Rallegra il mio Natale e anche il vostro, perché tanti di voi vengono da lontano e io so quanto avete sofferto per poter arrivare in Europa. Ci auguriamo che ci possono essere dei tempi migliori per tutti". Si è trattato, ha spiegato il presidente della Cei, del "primo corridoio umanitario dalla Libia attivato in Europa, organizzato dal nostro Governo e che ha visto la collaborazione della Chiesa italiana attraverso la rete Caritas".
L'arcivescovo di Milano Delpini al pranzo della Comunità di Sant'Egidio.
“La Chiesa Ambrosiana è la vostra Chiesa, è la casa per tutti coloro che arrivano”. Lo ha detto l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, che ha partecipato, nel giorno di Natale, al pranzo organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio nella parrocchia dell’Immacolata e Sant’Antonio con 400 commensali di 23 nazionalità, tra cui persone che vivono per strada, famiglie e profughi. “L’alleanza, l’amicizia, il senso di famiglia, che ci vengono facili ora che è Natale, devono diventare pratica quotidiana quando ci si trova ad affrontare il tema della casa, del lavoro, delle famiglie ancora separate”, ha dichiarato l’arcivescovo, che ha salutato di persona tutti i presenti. Numerosi i volontari che hanno curato la preparazione del cibo, gli addobbi delle sale e il servizio a tavola. Delpini è anche andato a salutare gli ospiti e i volontari del pranzo di Natale offerto dall'Opera Cardinal Ferrari.
A Terni festa di condivisione in episcopio con il vescovo Piemontese
Per il 17° anno consecutivo le porte della curia vescovile di Terni sono state aperte, ieri, per accogliere circa 130 ospiti, assistiti dalle associazioni caritative della diocesi, nella casa del vescovo per il pranzo di Natale. Assieme a monsignor Giuseppe Piemontese si sono sedute ai tavoli, addobbati con le decorazioni preparate dagli studenti dell’istituto comprensivo Einuadi di Narni e Amelia, intere famiglie, alcune con numerosi bambini e persone sole: anziani, immigrati, senza fissa dimora e una rappresentanza della comunità ucraina e filippina, serviti da una trentina di volontari. Ad accogliere all’ingresso dell’episcopio i partecipanti al pranzo, Piemontese e il sindaco di Terni, Leopoldo di Girolamo, che ha portato il suo saluto e alcuni doni per il pranzo. “Un bell’incontro di festa, amicizia e condivisione – ha detto il vescovo, ripreso dal Sir – per non far sentire nessuno solo ed escluso proprio nel giorno in cui Gesù nasce per donare il suo amore a tutti. Tra noi ci sono tanti bambini, anziani e famiglie straniere, siamo come una grande famiglia che mostra il volto bello dell’amore e della solidarietà tra tutti, senza distinzione alcuna. Celebriamo il Natale insieme familiarmente con una speranza e preghiera per tutti perché le preoccupazioni possano essere alleviate e superate con la solidarietà e vicinanza degli altri”.
In 60mila ai pranzi di Natale con Sant'Egidio
In Italia hanno partecipato ai pranzi di Natale, organizzati da Sant’Egidio, “circa 60mila persone in più di 100 città” e “oltre 200mila in una settantina di Paesi di tutti i continenti”. Lo riporta l'Agenzia Sir che cita una nota la Comunità di Sant’Egidio, che anche quest’anno ha alleviato la solitudine dei più poveri con “tavolate in cui si confonde chi aiuta e chi viene aiutato”. “Da Santa Maria in Trastevere, a Roma, dove è cominciata questa tradizione, alle periferie africane e latinoamericane: i pranzi di Natale di Sant’Egidio hanno conosciuto quest’anno migliaia di invitati: senza dimora, anziani soli, immigrati, tra cui i profughi venuti con i corridoi umanitari, i detenuti e i bambini di strada delle periferie del Sud del mondo”. Numerosi anche gli appuntamenti in 18 carceri italiane, “in 55 penitenziari per 5.500 detenuti. E oggi, martedì 26 dicembre, appuntamento a Regina Coeli.
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 26 dicembre 2017
 

Campagna “Dona un abbraccio"

VOGHERA – A dicembre 2017, per il terzo anno consecutivo, ritorna “La partita con papà ”, la giornata di calcio dei papà detenuti coi loro figli, negli istituti penitenziari italiani. All’iniziativa, il 16 dicembre alle ore 13, aderisce anche la Casa Circondariale di Voghera.

Organizzata da Bambinisenzasbarre con il sostegno del Ministero di Giustizia-Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, un’iniziativa unica  in Europa, per sensibilizzare le istituzioni, i media e l’opinione pubblica sulla situazione dei 100 mila bambini in Italia (2.1 milioni in Europa) che vivono la separazione dal proprio genitore detenuto offrendo loro un momento speciale d’incontro.

L’evento si inserisce nella Campagna “Dona un abbraccio”, che pone l’attenzione sulla necessità di preservare il legame affettivo con il genitore, fondamentale per la crescita del bambino e per la sua stabilità emotiva.

Su questo si impegna da 15 anni l’Associazione Bambinisenzasbarre Onlus che ha firmato il Protocollo-Carta dei diritti dei Figli di genitori detenuti – la prima in Europa nel suo genere, col Ministro di Giustizia e il Garante dell’Infanzia e dell’adolescenza – che riconosce formalmente i diritti di questi bambini, in particolare il diritto alla continuità del legame affettivo con il proprio genitore in attuazione dell’art. 9 della Convenzione ONU.

In linea con la Carta dei Diritti, Bambinisenzasbarre, per un processo di trasformazione degli istituti penitenziari, ha realizzato lo Spazio Giallo all’interno delle carceri, ambienti protetti di attenzione e ascolto, con cui si intende attenuare l’impatto del bambino con il carcere e, contemporaneamente, garantire la continuità del rapporto affettivo con il genitore.

Attualmente gli Spazi Gialli sono presenti negli istituti di Lombardia, Piemonte, Toscana e Campania, ma l’obiettivo dell’Associazione è di dotare ogni carcere italiano del proprio Spazio Giallo. Per questo, i fondi raccolti dalla Campagna “Dona un abbraccio” verranno destinati alla realizzazione di nuovi Spazi Gialli nelle carceri italiane, al fine di garantire a tutti i 100 mila bambini che fanno visita al genitore un luogo fatto su misura per loro.

da www.vogheranews.it
@Riproduzione Riservata del 13 dicembre 2017

L'impresa del bene - di Angela D'Arrigo

Salim che gioca a basket con una protesi, Anna e Massimiliano che hanno brevettato le virate per nuotatori ciechi. Sono due tra gli esempi finanziati dal bando «Oso» che premia soprattutto progetti «misti».-

Osare, come ha fatto Salim, che dalla panchina ha sognato di arrivare in prima squadra. Marocchino cresciuto in Italia, Salim ha 15 anni e una protesi alla gamba per una malformazione. Ma vuole giocare a basket, vuole osare essere come gli altri. E si allena, si allena tanto, fino a venir notato nel campetto sotto casa dai referenti della Santa Lucia Basket, una società sportiva romana di basket in carrozzina. Un sogno diventato realtà: fra un pick&roll e un taglio, Salim è entrato nella giovanile del Santa Lucia e la sua vita ora si divide fra scuola, allenamenti, partite. Osare come Anna e Massimiliano.
Per dare una nuova guida agli allenamenti dei nuotatori ipovedenti e non vedenti. Anna Barbaro, campionessa paralimpica di nuoto e triathlon, e Massimiliano Salfi, fondatore della onlus «vEyes» (come Virtual Eyes) a Trecastagni ai piedi dell’Etna, sono gli ideatori di «Poseidon 2.0», un sistema di allenamento che tramite la trasmissione in digitale del segnale di fine corsia permette di guidare la virata annullando la figura del «bacchettatore», colui che segnala il bordo vasca con un tocco di bastone sulla schiena, un metodo che rende complesso l’allenamento in autonomia ma soprattutto scoraggia la pratica del nuoto tra le persone con disabilità. Il progetto di Anna e Massimiliano è ancora più ambizioso: mettere a punto un sistema di cablaggio dell’intera piscina, che segnali ai nuotatori se stanno abbandonando la traiettoria centrale sbattendo contro i cordoli, rendendo di fatto pienamente accessibile per l’allenamento qualunque vasca si doti di questa tecnologia.
Cosa hanno in comune le storie di Salim e Anna? Sono 2 dei 40 progetti finanziati dalla Fondazione Vodafone nel 2017 attraverso il bando «Oso – Ogni sport oltre», una iniziativa finalizzata a promuovere un modello inclusivo e partecipativo di sport. Non è solo un bando, ma un progetto. Dalla sua partenza, oltre a erogare finanziamenti, ha mappato in tutta Italia più di mille realtà tra associazioni, federazioni e impianti sportivi che danno spazio ai disabili. Ha aperto una piattaforma di crowdfunding sul sito www.ognisportoltre.it, per aiutare le organizzazioni nella raccolta di ulteriori fondi e donazioni.
Avviato nel 2016, Oso prosegue anche quest’anno con un nuovo bando aperto a tutte le organizzazioni del Terzo settore e a società e associazioni sportive senza scopo di lucro, federazioni sportive di discipline sportive paralimpiche, enti di promozione legati a questa attività. Bissando la strategia 2016, Fondazione Vodafone mette a disposizione anche quest’anno 2 milioni di euro per finanziare progetti con contributi tra 15mila e 300 mila euro. La parola chiave del bando 2017 è integrazione: Fondazione Vodafone ricerca progetti che coinvolgano insieme persone con disabilità e normodotate, sportivi e non, famiglie, amici, perché vivano lo sport come momento di incontro, per esempio attraverso campionati a squadre miste, o l’utilizzo dei disabili come coach e allenatori dei normodotati.
L’integrazione può passare anche dal territorio, sia attraverso altre associazioni e istituzioni con le quali creare una rete operativa, sia attraverso la chiamata diretta dei cittadini, che possono sostenere il progetto attraverso il crowdfunding. I progetti presentati vengono valutati in base a diversi parametri: l’impatto sociale che possono produrre, la capacità di creare reti sostenibili nel tempo, il grado di innovazione, anche tecnologica, introdotta, ma soprattutto vengono valutati per la capacità di fare ciò che ogni sportivo ogni giorno fa: osare.
da www.corriere.it/buonenotizie
@Riproduzione Riservata del 13 dicembre 2017
 
 
 

di Anna Ghezzi
PAVIA Come ogni anno la Comunità di Sant’ Egidio a Natale invita chi è povero e solo ai pranzi di Natale organizzati nella cripta di San Michele e nella chiesa di San Luca. «Questi pranzi - spiega Giorgio Musso, comunità di Sant’ Egidio - esprimono il senso autentico del Natale, celebrato nell’accoglienza verso chi è povero ed emarginato. Nel 2016 abbiamo coinvolto più di 300 ospiti, saranno anche di più in occasione del prossimo Natale».
I volontari ci mettono cura e attenzione: preparano i regali per ciascuno degli invitati, creano addobbi, raccolgono alimenti e cucinano per offrire un pranzo di Natale bello e curato, come si fa in famiglia. «Tanti pavesi - spiega Musso - hanno sostenuto i pranzi di Natale come volontari in cucina e servendo ai tavoli. Rinnoviamo a tutti l’appello a partecipare alla preparazione di un Natale solidale, che non lasci nessuno escluso: alla fine del pranzo la felicità di chi ha aiutato è grande quanto quella di chi è stato aiutato. Nell’incontro tra diversi si celebrare insieme una festa che, come dicono i Vangeli, è “una gioia di tutto il popolo”».
Chi vuole aiutare può presentarsi il venerdì sera dalle 20.30 nella sede della di Sant’ Egidio in piazzetta Azzani 2, dietro San Michele (info: santegidio.pv@gmail.com). Oppure si può contribuire donando oggetti regalo nuovi, panettoni, torrone, spumante, con un’offerta. I pranzi di Natale sono il culmine delle attività della Comunità.
Nel corso del 2017 Sant’ Egidio ha allargato la sua presenza al fianco dei bimbi del quartiere Crosione/Vallone, dove da 10 anni è attiva la Scuola della Pace, un doposcuola che offre sostegno gratuito a oltre 60 bimbi delle elementari e delle medie. Inoltre è cominciato un progetto alla Scala, con incontri con gli anziani del quartiere, «nella convinzione che non esista un quartiere così “difficile” da non poter creare una rete di legami e solidarietà che strappi dalla solitudine e restituisca dignità a tutti» spiegano i volontari. Prosegue anche l’attività del centro di solidarietà (vestiti usati) e la scuola di italiano per rifugiati in collaborazione con l’ateneo: «Il mercoledì in università centrale - spiega Chiara Rapella - 50 richiedenti asilo imparano l’italiano dagli studenti volontari. E così molti di loro hanno chiesto di partecipare ai nostri servizi di solidarietà. I gruppi che visitano gli anziani al Pertusati e all’Istituto Suore di Santa Maria Consolatrice si sono così arricchiti della presenza di diversi giovani rifugiati che hanno creato con gli anziani rapporti di amicizia anche basati sulla comune esperienza della guerra e della fuga dal proprio Paese».
da www.laprovinciapavese.gelocal.it
@Riproduzione Riservata del 11 dicembre 2017

di Tamara Pastorelli
Virginia Di Carlo, tetraparesi spastica dalla nascita, ha 25 anni ed è una degli “eroi” del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che l’ha nominata Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana «per aver testimoniato in prima persona come lo sport e la passione possano aiutare a superare i limiti derivanti dalla disabilità».-
C’erano Martina e Michele che ballavano la salsa, mentre a lei toccava stare lì, a guardare, seduta accanto alla mamma. La posizione non era sostenibile a lungo, considerando che quella musica sembrava volerla staccare dalla sedia e trascinarla via con sé. Virginia non pensò, semplicemente si abbandonò, cominciando a muoversi come sentiva lei: le braccia, le gambe, senza impostazioni, sul ritmo di quei quattro quarti. Daria, l’insegnante, a quel punto la notò, la raggiunse, la prese per mano e la portò a ballare, vicino ai suoi fratelli.

Fu così che, a 11 anni, Virginia, affetta da tetraparesi spastica dalla nascita, imparò a camminare: danzando. Visti i passi fatti, è proprio il caso di dirlo, la maestra Daria si propose di seguire questo nuovo talento una volta a settimana. Virginia scoprì che danzare i balli caraibici la rendeva felice. Anzi, di più. Provava ogni volta qualcosa di diverso, difficile da descrivere, se non banalmente. Come si fa a spiegare di cosa è fatta la pienezza, quella gioia immensa che mentre danzi porta via ogni pensiero, svuota la mente e ti libera il corpo… Che ti libera? Uno “stato” che Melissa Hayden, prima ballerina del New York City Ballet provò ad esprimere così: «Imparare a camminare ti rende libero. Imparare a danzare ti dà la libertà più grande di tutte: esprimere con tutto il tuo essere la persona che sei».

Così, dandosi piccoli obiettivi progressivi, Virginia cominciò a trovare la sua strada: prima i passi base, poi i balli di coppia con sua sorella Martina, una piccola coreografia da sola, infine il balletto, tutto per lei. Certo, lungo il cammino non mancarono gli ostacoli: ad un certo punto, la maestra Daria non poté più seguirla, e la “danza” di Virginia si fermò, per due anni. Ma come si dice, ogni ostacolo può divenire una pedana di lancio, e così, con Martina scovarono un’altra scuola, la Enjoy Latin Dance Studio e un’altra insegnante, Stefania, con la quale collaborano ancora oggi.

Nel 2011, a 19 anni, Virginia ha iniziato a partecipare alle gare Fids (Federazione Italiana Danza Sportiva) nelle discipline paralimpiche, vincendo sempre, tranne una volta, ci tiene a precisare, in cui si è classificata al secondo posto.

Poi, un giorno, Virginia si è presentata davanti a Stefania e le ha chiesto: «Io vorrei fare l’insegnante di danza come te. Ho sempre sognato di insegnare alle persone con problemi motori come i miei. Cosa mi consiglieresti di fare?». Stefania le propone di seguire un corso di musicoterapia oppure di iscriversi a Scienze Motorie e Sportive, che certamente le darà più competenze. Virginia sceglie l’università e si laurea ad aprile di quest’anno.

Oggi, con la sorella ed altri amici hanno dato vita a Special Angels, un’associazione artistica culturale sportiva dilettantistica che si occupa di avvicinare alla danza le persone con disabilità. Collaborando con la Enjoy, offrono corsi di balli caraibici individuali o di gruppo a ragazzi e bambini con disabilità fisiche o psichiche, in un’ottica di inclusione.

Per questo, e «Per aver testimoniato in prima persona come lo sport e la passione possano aiutare a superare i limiti derivanti dalla disabilità», Virginia Di Carlo di Grugliasco, in provincia di Torino, è stata nominata Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Sergio Mattarella.

da www.cittànuova.it
@Riproduzione Riservata del 11 dicembre 2017

VOGHERA – Ieri mattina in città si è svolta la tradizionale cerimonia di Santa Barbara, Patrona dei Pompieri, organizzata del distaccamento permanente dei Vigili del Fuoco di Voghera coordinato dal capo reparto Massimiliano Baldo.

La ricorrenza si è svolta come da programma nella chiesa di San Vittore, alla presenza delle autorità civili e non della città, e della tante associazioni del soccorso che operano a Voghera (dalla croce rossa, alla protezione civile). Presenti anche le associazioni combattentistiche e fra gli altri diversi membri dell’Associazione Insigniti onorificenze cavalleresche, sodalizio da pochi mesi insediatosi in città con una propria delegazione (guidata dal presidente Giovanni Valmori, vice Carlo Gravaghi… alla festa anche il presidente nazionale Sergio Bazerla).

La Messa è stata officiata dal parroco del Duomo mons Gianni Captini e dal cappellano militare don Roberto Oberosler, salesiano.

Durante la funzione religiosa anche la Preghiera del vigile del fuoco (letta dal pompiere Pasquale Capuozzo). Subito dopo la relazione da parte dell’ispettore Michele Bebbu, sull’attività svolta dal distaccamento vogherese nel 2017.

In qualità di rappresentante del comando provinciale – dopo aver salutato e ringraziato le autorità intervenute, fra cui l’assessore alla Sicurezza del Comune Giuseppe Carbone – l’ispettore ha illustrato i dati.

“Gli interventi totali di soccorso tecnico urgente nell’anno sono stati 850. Di questi: 64 per incidenti stradali; 42 per soccorso a persona; 78 per apertura porte; 25 per incendi di cassonetto; 621 per incendi di sterpaglie.”

L’ispettore Bebbu ha quindi riservato un ringraziamento particolare ai “Rappresentanti del Comune e ai Dirigenti dell’ASM, che sono sempre vicini alle esigenze del Distaccamento per quanto riguarda grandi e piccole manutenzioni della sede.”

In particolare Bebbu ha ricordato “le opere di ripristino al tetto, con l’eliminazione dell’amianto; la sistemazione dell’impianto idraulico e il rifacimento completo della palestra… cosa – ha aggiunto – che ha consentito una più agevole permanenza del personale in servizio.”

Quanto al futuro della Caserma, “per il prossimo anno – ha specificato Michele Bebbu – si prevede la ristrutturazione dei bagni a servizio del centralino e i relativi serramenti. Inoltre verrà ristrutturato un appartamento al primo piano da adibire a foresteria per il personale di passaggio (nello specifico Docenti e discenti per corsi professionali organizzati dal Comando provinciale).”

Alla cerimonia, proseguita con un buffet all’interno della caserma di via Turati, come detto ha partecipato anche l’assessore alla Sicurezza del Comune.

Giuseppe Carbone ha ringraziato i Pompieri di Voghera “per aver tenuto viva la tradizione svolgendo anche quest’anno la cerimonia della festa di Santa Barbara”. Inoltre ha rinnovato la “vicinanza del Comune ai vigili del fuoco e alla loro caserma, affinchè non venga mai a mancare il patrimonio di sicurezza che il Corpo garantisce alla popolazione.”

Il personale della caserma dei pompieri di Voghera – intitolata al vigile del fuoco vogherese Davide Achilli, morto in servizio nel 2009 – è composto da 29 unità, che formano 4 turni in servizio h24, guidati dai Capi squadra Claudio Garbarini, Amir Abdel, Fulvio Narizzano e Fabrizio Ferrari.

Alla caserma iriense fa capo anche il distaccamento volontari di Varzi che, coordinato da Alessandro Meloni, nel 2017 ha effettuato 75 interventi di soccorso tecnico urgente.

da www.vogheranews.it

@Riproduzione Riservata del 10 dicembre 2017

Redazione Internet

Nel nuovo rapporto "Lo scempio della fame" l'organizzazione umanitaria fotografa le crisi alimentari nel mondo, dallo Yemen al Sud Sudan. E lancia una campagna per combattere la malnutrizione e aiutare le famiglie in difficoltà a nutrire in modo adeguato i loro figli.-

Nel mondo 815 milioni di persone non hanno accesso adeguato al cibo. Tra di loro, 200 milioni sono bambini sotto i cinque anni di età, che spesso alla nascita ereditano la malnutrizione da madri a loro volta denutrite. Le donne sono più colpite dalla denutrizione rispetto agli uomini. A rivelarlo è Oxfam, organizzazione umanitaria impegnata nella lotta alla povertà, nel suo nuovo rapporto "Lo scempio della fame", che fotografa le crisi alimentari in corso nel nostro pianeta. La situazione è particolarmente drammatica in regioni come l'Etiopia, la Nigeria, lo Yemen. In quest'ultimo Paese, dilaniato da un conflitto terribile che ha causato una delle più gravi crisi umanitarie del mondo, oltre 17 milioni di persone (tra cui circa 400 mila bambini), ovvero il 60% della popolazione, vivono una situazione di insicurezza alimentare.
Nel Nordest della Nigeria - zona martoriata dalle violenze di Boko Haram - a soffrire la fame sono 5 milioni di persone e 450mila bambini rischiano di morire di fame. In Sud Sudan quasi la metà della popolazione - poco meno di 5 milioni di persone - non hanno accesso adeguato all'alimentazione. In Somalia 1,2 milioni di bambini sotto i 5 anni di età soffrono di malnutrizione acuta. A causare la fame sono le guerre, le situazioni di conflitto, ma anche i cambiamenti climatici che provocano periodi lunghissimi di siccità e impoveriscono i terreni in zone rurali dove il sostentamento dipende dal lavoro dei campi e dall'allevamento.
Per Natale l'organizzazione  ha lanciato la campagna "Quanto è grande la tua tavola?". Attraverso il sito della campagna o telefonando al numero verde 800.99.13.99 è possibile dare un contributo per aiutare tante famiglie a dare un'alimentazione adeguata ai loro figli. Ad esempio con 13 euro bastano si assicura ad una famiglia la farina necessaria per la preparazione del pane per due mesi, con 55 euro si può contribuire all’installazione di un impianto idrico per coltivare un orto. Per informazioni: www.oxfamitalia.org.
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 09 dicembre 2017

di Giacomo Gambassi
Celebrazioni, numerosi concerti e la mostra internazionali di presepi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. I frati minori francescani: declinare il Natale nella vita.-
Celebrazioni, presepi, concerti. Avvento e Natale nel segno dell’abbraccio con l’Emanuele alla Porziuncola di Assisi, la minuscola chiesa cara a san Francesco – dove è sempre aperta la porta della misericordia – che si trova nella Basilica di Santa Maria degli Angeli ai piedi della città umbra. Anche quest’anno i Frati minori francescani propongono un programma ricco di iniziative che permetteranno ai fedeli in visita ad Assisi e a Santa Maria degli Angeli, di prepararsi al Natale del Signore, di celebrarlo «con la lode e il ringraziamento affinché possa poi essere declinato, una volta tornati a casa, nella vita di tutti i giorni, nell’incontro con il fratello riconoscendovi il Signore che ancora sceglie di bussare alla porta della vita di ciascuno», spiegano i francescani. E aggiungono: «Il suo desiderio? Nascere in coloro che lo accoglieranno per portarvi pace, amore e vita, nell’unità e nella verità».
L’8 dicembre, per la prima volta, il Museo della Porziuncola apre le porte ad un concerto in occasione della Solennità dell’Immacolata Concezione. Nel corso dei secoli, infatti, il ruolo centrale della Vergine nella vita e nella spiritualità del convento e della Basilica papale di Santa Maria degli Angeli ci viene consegnato da alcune preziose opere conservate al museo. Il tutto ha avuto origine dallo stesso Francesco d'Assisi, che ebbe una singolare comprensione del ruolo della Madonna nella storia della salvezza. Al centro del concerto la magnifica voce del tenore frate Alessandro, le armonie dell’arpa di Maria Chiara Fiorucci e la forza del soprano Elisa Bovi. Verranno proposti brani della tradizione popolare mariana attraverso un ampio arco temporale che va dalla musica medievale passando per quella romantica sino alla contemporanea.
Nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, dal 17 al 23 dicembre, verrà proposto il Settenario in preparazione al Natale. Al mattino della vigilia, domenica 24 dicembre, ci saranno le celebrazioni eucaristiche secondo l’orario solito festivo, mentre nel pomeriggio ci sarà una sola Messa (della Vigilia di Natale) alle ore 17.30. Seguiranno i primi Vespri di Natale con il canto della «Kalenda» e alle 23.30 la Veglia e la Messa nella Notte di Natale, presieduta da padre Giuseppe Renda, custode della Porziuncola.
Per il 25 dicembre, tra le altre celebrazioni, la Messa di Natale delle 11.30 sarà presieduta dal cardinale Agostino Vallini, nominato circa un mese fa legato pontificio delle Basiliche papali di Assisi. Domenica 31 dicembre le celebrazioni, che si terranno secondo l’orario festivo, si concluderanno con i primi Vespri della solennità della Santissima Madre di Dio – con il canto del «Te Deum» di ringraziamento – e la Messa di fine anno con i giovani che, com’è tradizione, accorrono da tutta Italia per trascorrere il Capodanno ad Assisi con i frati della Porziuncola. Il tema di quest’anno è «… nella tua Terra». Presiede padre Graziano Malgeri.
Il nuovo anno si aprirà con le celebrazioni della solennità della Santissima Madre di Dio e la preghiera dei secondi Vespri «in cappella papale» con il canto «del Veni, Creator Spiritus». Il giorno dellìEpifania ci sarà il consueto bacio del Bambino presso la cappella del presepe.
Altri concerti sono in programma in queste settimane. Il 26 dicembre, alle 17, nel chiostro del Convento si terrà «E il Verbo si fece carne», rappresentazione sul Natale con la partecipazione di Elisa Bovi e frate Alessandro. Il 29 dicembre, alle 21, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli è prevista la rassegna corale «Natale in-coro» organizzata dall’Associazione regionale cori dell’Umbria. Il 5 gennaio, alle 17, nella cappella del presepe, si terranno i «Canti natalizi» con Andrea Ceccomori (flauto), Maria Chiara Fiorucci (arpa) e il soprano Elisa Bovi assieme a frate Alessandro. Il 6 gennaio, alle 17, torna «E il Verbo si fece carne». Il 7 gennaio, alle 15.30, nella Basilica si svolgerà il concerto dell’Epifania con il coro “Laudesi Umbri di Spoleto” diretto da padre Matteo Ferraldeschi.
Infine, dall’8 dicembre al 7 gennaio, tutti i pellegrini potranno visitare nei locali del santuario e nel chiostro del convento la classica mostra internazionale di presepi «Un mondo di presepi». Tra le novità della nuova esposizione, l’allestimento permanente del presepe provenzale, nuovo presepe giunto dalla Corea del Sud e un altro realizzato a partire da materiali di recupero.
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 07 dicembre 2017

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