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CAV - Centro di Accoglienza alla Vita Vogherese ODV

Via Mentana n. 43
27058 Voghera (PV)
Tel: 349 4026282
email: cavvoghera@virgilio.it

di Enrico Lenzi
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 21 marzo 2024

Al via la formazione per gli animatori certificati del movimento nato sulla scia del documento di papa Francesco dedicato alla cura della casa comune. Una rete di 16mila persone nel mondo.-

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«Innamorati, cura, trasforma». Sono questi tre verbi - declinati all’imperativo - a delineare meglio di qualunque altra parola il programma e gli obiettivi del programma «Animatori Laudato si’», promosso dall’omonimo movimento. Un impegno che parte dalla lettera enciclica di papa Francesco («Laudato si’», appunto) del 24 maggio 2015 sulla cura della casa comune. Un’attenzione richiamata dal Pontefice, e che ha trovato tantissime comunità parrocchiali, movimenti e associazioni pronte a fare la propria parte. E così già da qualche anno il Movimento ha dato avvio a un momento di formazione di animatori Laudato si’ in Italia e nel mondo. Attualmente nel mondo si contano ben 16mila animatori. Anche nel nostro Paese la mobilitazione sta dando frutti significativi: oltre 3.500 animatori e ben duecento i circoli Laudato si’ attivi. Lo scorso anno sono stati certificati 233 nuovi animatori.

Ecco allora la scelta di riproporre anche quest’anno il corso di formazione animatori «per ispirare e mobilitare le comunità ad un cammino insieme di conversione ecologica» spiegano i responsabili del Movimento. Quest’anno per chi vorrà iscriversi dall’Italia vi sono alcune novità, a cominciare dalla possibilità di essere formati sia on demand (cioè su richiesta) in modalità mista, sia in presenza a Roma e anche online grazie alla collaborazione con la Pontificia Università Lateranense. Il corso partirà il prossimo 8 aprile, con un incontro introduttivo il giorno 9 aprile dalle 15 alle 17, ed è possibile iscriversi direttamente dal sito del Movimento. Gli incontri proseguiranno fino al 24 maggio prossimo.

Un’altra novità del 2024 sarà anche l’opportunità di seguire un nuovo modulo sull’esortazione apostolica “Laudate Deum”, pubblicata il 4 ottobre 2023, nella quale papa Francesco ci chiama nuovamente all’azione, con molta urgenza, nella cura della nostra casa comune. Insomma quasi un naturale aggiornamento dell’enciclica del 2015. Tale lezione sarà tenuta dall’arcivescovo di Catania, Luigi Renna, che è anche presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei cattolici in Italia. Lezione che si svolgerà, in diretta online la sera del 22 aprile, data in cui celebreremo la Giornata mondiale della Terra, e che poi sarà resa disponibile on demand.

Tra i relatori della formazione troviamo il professor Antonello Pasini, fisico climatologo del Cnr; l’arcivescovo Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e vescovo di Foligno, che ormai da sempre accompagna la formazione di tutti gli animatori italiani presentando la Spogliazione di Francesco come modello di conversione all’ecologia integrale; monsignor Armando Cattaneo, incaricato diocesano per la sensibilizzazione alla Laudato si’ che sta coinvolgendo molto attivamente parrocchie, animatori e Circoli Laudato Si’ dell’arcidiocesi di Milano; Cecilia Seppia, giornalista di Vatican News, coordinatrice del Progetto «Storie per la Laudato si’» del Dicastero vaticano per la comunicazione, Emiliano Manfredonia, presidente delle Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli); Ilaria de Bonis, redattrice del mensile Popoli e Missione, e Fondazione Missio.
L’ultima annotazione riguarda ciò che è stato messo in campo dagli animatori già formati. Nel corso dello scorso anno, secondo una stima del Movimento, sono stati promossi 353 eventi locali, con circa una settantina di diocesi italiane coinvolte, più di 170 eventi supportati e appoggiati dai vescovi di cui 40 hanno preso parte agli eventi stessi. Coinvolte quasi 15.500 persone.

da www.diocesitortona.it
@Riproduzione Riservata del 23 marzo 2024

Domenica 24 marzo inizierà la Settimana Santa che ci porterà a festeggiare la Santa Pasqua domenica 31 marzo.

Anche quest'anno RadioPNR trasmetterà in diretta streaming le principali celebrazioni del Triduo Pasquale presiedute dal Vescovo, Mons. Guido Marini, in Cattedrale.

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Con la Santa Messa crismale di giovedì 28 alle 9.30 inizia il Triduo Pasquale. Questo solenne pontificale è concelebrato da tutto il clero diocesano. I presbiteri, infatti, dopo l'omelia del vescovo, rinnovano le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione sacerdotale. La celebrazione vede la presenza e la partecipazione di tutto il Popolo di Dio, ed in particolare dei fedeli laici, anche appartenenti ai gruppi e movimenti ecclesiali.

È la celebrazione durante la quale il vescovo consacra gli oli santi: il crisma, che viene usato nel battesimo, nella cresima e nell’ordinazione dei sacerdoti e dei vescovi, l'olio dei catecumeni, che viene usato nel battesimo, e l'olio degli infermi, che viene usato per l’unzione degli infermi.

Alle 18.00, poi, in Cattedrale, Mons. Marini presiederà la Santa Messa “nella Cena del Signore”, in cui si ricorda l’istituzione dell’Eucaristia, fonte e culmine di tutta la vita cristiana.

Entrambe le celebrazioni verranno trasmesse su tutti i media diocesani.

Venerdì 29, poi, si potrà seguire in diretta l'Azione liturgica nella “Passione del Signore” in diretta dalla Cattedrale. Alle 21.15, poi, in diretta dal Colosseo verrà trasmessa, grazie a Vatican Media, la Via Crucis presieduta dal Santo Padre Francesco.

Il Sabato Santo è il giorno della sospensione, in cui i cristiani sono chiamati ad interrogarsi sulla propria fede. La Chiesa, infatti, non celebra in attesa di celebrare la resurrezione del Signore nella Veglia Pasquale nella Notte Santa. È un giorno in cui prevale il silenzio e la meditazione per Gesù che è deposto nel sepolcro prima della grande gioia di domani, una gioia che si protrarrà per cinquanta giorni. Oggi è l’unico giorno dell’anno in cui non si può ricevere l’Eucarestia, se non nel caso del Viatico per i moribondi.

Mons. Guido Marini presiederà la Veglia Pasquale nella Notte Santa in Cattedrale a Tortona alle ore 21 e la celebrazione sarà trasmessa in diretta sui media diocesani.

Si tratta di una celebrazione molto solenne divisa in più parti. All’inizio ha luogo la benedizione del fuoco nuovo da cui verrà acceso il cero pasquale su cui verrà incisa una croce e verranno tracciate le lettere alfa e omega. Tra i bracci della croce ci saranno le quattro cifre formanti l’anno 2024.. Nel cero pasquale il Vescovo infiggerà i cinque grani di incenso.

Dopo aver acceso il cero pasquale, processionalmente ha luogo il lucernario. Quindi, dopo aver incensato il cero, verrà cantato dal pulpito l’Exultet, il canto in cui si annuncia la vittoria della luce sulle tenebre e, ripercorrendo i prodigi della storia della salvezza, si proclama la resurrezione di Gesù.

Ha luogo, quindi, la Liturgia della Parola. In questa Veglia nelle letture si mediteranno le meraviglie che il Signore ha fatto per il suo popolo fin dalla creazione del mondo. Dopo l’ultima lettura dell’Antico Testamento si intonerà il canto del Gloria e torneranno a suonare le campane, segno che Gesù è risorto dai morti. E dopo l’Epistola si canterà nuovamente, dopo quaranta giorni, l’Alleluia.

Dopo l’omelia inizia la terza parte di questa solenne celebrazione: la Liturgia Battesimale. A partire dal IV secolo, infatti, questo era il giorno in cui i catecumeni facevano la loro pubblica professione di fede. Questa sera, Mons. Marini amministrerà i Sacramenti dell’Iniziazione cristiana ad alcuni adulti.

Verrà benedetto il fonte battesimale, si canteranno le litanie dei santi e, quindi, il Vescovo benedirà l’acqua battesimale ed in essa verrà immerso il cero pasquale. Quindi verranno interrogati i catecumeni perché rinuncino a Satana. Al termine verranno battezzati sei eletti ed unti con il Crisma consacrato al Giovedì Santo.

La quarta parte della celebrazione è la Liturgia Eucaristica. Dopo due giorni, la Chiesa celebrerà nuovamente l’Eucarestia e il Santissimo Sacramento sarà nuovamente riposto nel Tabernacolo.

Domenica 31, Pasqua del Signore, Mons. Guido Marini presiederà in Cattedrale alle ore 10.30 la Santa Messa stazionale. La celebrazione sarà trasmessa in diretta sui media diocesani.

da www.vogheranews.it
@Riproduzione Riservata del 15 marzo 2024

PROVINCIA – Sabato 23 e domenica 24 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese: 750 luoghi in 400 città saranno visitabili a contributo libero in tutta Italia. In Lombardia saranno 129 i beni che apriranno le loro porte in 51 comuni grazie ai Volontari delle 17 Delegazioni, degli 8 Gruppi FAI e dei 16 Gruppi FAI Giovani attivi in tutta la regione (elenco dei luoghi e modalità di partecipazione, consultabili su www.giornatefai.it).

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A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo libero a partire da 3€ utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Gli iscritti al FAI o chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento potranno beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi, e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.

A seguire i luighi vistabili nella nostra provincia

PAVIA

PALAZZO MEZZABARBA

ORARI

Sabato: 00:00 – 00:00 / 14:00 – 18:00

Domenica: 10:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:00)

Sede principale del Comune di Pavia, Palazzo Mezzabarba sorge nel cuore della città, affacciato sulla piazza del Municipio. Ricostruito tra il 1726 e il 1732 nelle forme del barocchetto, con impianto a T, per volere dei fratelli Giuseppe e Girolamo Mezzabarba, fu in seguito arricchito di un nuovo oratorio privato, dedicato ai Santi Quirico e Giulitta e voluto nel 1734 da Carlo Ambrogio Mezzabarba vescovo di Lodi. Tutto il complesso adibito a residenza della famiglia Mezzabarba costituisce probabilmente la realizzazione parziale di un più ambizioso progetto dell’architetto Giovanni Antonio Veneroni. Il complesso è articolato su due cortili, con un corpo perpendicolare al blocco della fronte, in cui si trova il porticato da dove parte lo scalone d’onore che introduce al piano nobile. L’imponente facciata è adornata da due grandi portali e tre ordini di finestre con architravi decorati. I saloni conservano affreschi settecenteschi, in prevalenza ispirati a temi mitologici. L’interno, a pianta ellittica, conserva due pregevoli affreschi laterali del varesino Pietro Antonio Magatti, importante pittore dell’epoca: l’Immacolata Concezione e S. Carlo Borromeo. L’affresco della volta, coi santi titolari, è del milanese Bianchi. In occasione delle Giornate FAI si potranno visitare in particolare il magnifico salone da ballo (Sala della Musica) affrescato dal cremonese Giovanni Angelo Borroni, personalità di primo piano tra i pittori del Settecento lombardo e la Cappella SS. Quirico e Giulitta, ora utilizzata per celebrazioni ed eventi.

PAVIA

ISTITUTO DI ANATOMIA UMANA NORMALE

ORARI

Sabato: 00:00 – 00:00 / 14:00 – 18:00

Domenica: 10:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:00)

La cittadella scientifica non poteva essere completa senza l’erezione dei padiglioni destinati alla propedeutica medica, che vengono pensati a nord della cinta muraria del policlinico e terminati intorno alla metà degli anni Trenta. Fra questi spicca senza dubbio l’Istituto di Anatomia Umana Normale. L’Istituto, posto in via Forlanini 8, in vicinanza del nuovo Policlinico San Matteo, si sviluppa su due piani fuori terra, un piano ammezzato ed un piano seminterrato.

La costruzione del nuovo Policlinico pavese a nord ovest del centro cittadino per ragioni di salubrità e per la grande presenza di acque, prese avvio nel 1914, come parte essenziale del riordino degli edifici universitari dedicati alle scienze, a seguito di un concorso di idee, piuttosto travagliato nelle sue fasi, del quale risultarono vincitori gli ingegneri Arnaldo Gardella e Luigi Martini. Dopo una lunga pausa dovuta al primo conflitto mondiale, solo nel 1925, grazie a un cospicuo stanziamento governativo, i lavori ripresero, con l’intervento di Giuseppe Mariani e Leonardo Sala, ingegneri del genio civile pavese, cui si deve la distribuzione definitiva degli spazi e la scelta formale che ancora oggi caratterizza i padiglioni del nosocomio.

Sviluppato con la fronte verso sud, su via Forlanini, mantiene in facciata una precisa simmetria con aggetti laterali, uno dei quali costituisce l’ingresso. A nord est la grande aula, che conserva ancora oggi le sedute originali, a doppia altezza, ricalca le proporzioni delle aule storiche neoclassiche. Si affiancano a essa la stanza per le fotografie e lo studio del direttore, a est del quale si apre la biblioteca e il museo. Al piano seminterrato, invece si praticano le dissezioni, in un grande ambiente dotato di tavoli specificamente disegnati per lo scopo. Estremamente efficiente nella distribuzione spaziale, l’Istituto rappresenta uno degli esempi migliori della cultura universitaria scientifica dell’epoca: nella logica dello spazio, nella razionalità degli ambienti perfettamente illuminati e ariosi, si compone l’idea di una cultura medica che affonda le proprie radici nella tradizione (rappresentata da biblioteca e museo) e che si protende verso il futuro (spazi per la sperimentazione e la didattica).

SIZIANO

ALLA SCOPERTA DEL BORGO E

DELL’ABBAZIA DI CAMPOMORTO

ORARI

Sabato: 14:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Note: Turni di visita ogni 30/40 minuti.

Domenica: 10:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Note: Turni di visita ogni 30/40 minuti.

HomeIn caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.

La Chiesa di Santa Maria Assunta sorge nel borgo di Campomorto, poco distante dall’abitato di Siziano. Fu voluta da Boschino Mantegazza, comandante dei milanesi, dopo la morte del figlio schierato con i pavesi nella battaglia del 1061; la fece costruire come voto, insieme a un ospizio per i pellegrini, un monastero e un oratorio (il Gesiolo). Dell’edificio originario, rimane oggi solo il campanile. Nel corso dei secoli la chiesa è stata ricostruita; attualmente ha pianta trinavata, con abside semicircolare, copertura a botte della navata centrale e piana per le navate laterali.

Nel suo interno custodisce un’opera d’arte di grande pregio: la pala marmorea commissionata dalla famiglia Mantegazza alla fine del Quattrocento e completata nel 1491. In bianco marmo di Carrara, la grande pala a trittico fu scolpita e posizionata nell’abside poligonale, oggi considerata la parte più antica della chiesa: i raffinati bassorilievi rappresentano alcuni episodi della vita di Maria e sono scolpiti con maestria e finezza, simili per fattura e simbologia alle coeve della Certosa di Pavia.

Se per la preziosa pala non esistono certezze circa il nominativo dell’autore, gli splendidi bassorilievi sarebbero da attribuire a Cristoforo Solari o a Benedetto Briosco, artisti di somma fama che lavorarono alla Certosa di Pavia.

STRADELLA

IL ROMANICO DI SAN MARCELLO IN MONTALINO

ORARI

Sabato: 00:00 – 00:00 / 14:00 – 17:30 (ultimo ingresso 17:00)

Domenica: 10:00 – 12:30 / 14:30 – 17:30 (ultimo ingresso 17:00)

La Basilica di San Marcello in Montalino sorge ai piedi dell’omonimo poggio che sovrasta la città di Stradella. Decentrata rispetto al centro abitato, è circondata dalle belle colline dell’Oltrepò Pavese e guarda verso la Pianura Padana che si apre davanti a lei. E’ uno dei più pregevoli esempi di architettura romanica del territorio.

L’origine risalirebbe alla fine dell’XI-inizio XII secolo, probabilmente nello stesso luogo in cui sorgeva un piccolo edificio sacro che la tradizione collegava al re longobardo Liutprando. La prima testimonianza risale al 1322, quando era la chiesa parrocchiale del borgo di Stradella. Nel 1500 la Basilica diventa oratorio; viene pian piano abbandonata ma poi restaurata; nel XVII secolo viene costruita la torre campanaria. Nel 1829, passata sotto la proprietà del demanio, diventa lazzaretto per i malati di colera. Il Comune di Stradella la acquista nel 1901 e la restaurerà tra il 1933 e il 1958 e poi dal 1999.

La Basilica in tipico stile romanico lombardo ha un esterno con facciata a capanna ed un interno suddiviso in tre navate, con la centrale più alta e spaziosa. Sono presenti solo due delle tra absidi originarie in quanto una è stata abbattuta per fare spazio alla torre campanaria. Si notano antichi affreschi, venuti alla luce nel restauro del 1958. Nel pavimento sono in evidenza le pietre che ricordano i resti della precedente fondazione.

VISITE A CURA DI

Apprendisti Ciceroni del Liceo “Galilei” di Voghera

CASSOLNOVO

VILLANOVA, DALL’ANTICHITA’ ROMANA AGLI ANNI RUGGENTI DEL 900

ORARI

Sabato: 00:00 – 00:00 / 14:00 – 18:00
Note: Ogni 30 minuti partiranno turni di visita di circa 20 persone

Domenica: 10:00 – 12:00 / 14:00 – 18:00
Note: Ogni 30 minuti partiranno turni di visita di circa 20 persone

Scoprire Villanova di Cassolo in una giornata di Primavera, tra risaie allagate, papaveri, aironi, sentieri e mura antiche di centinaia di anni può equivalere a sfogliare un piacevole manuale di storia medievale con la consapevolezza, tuttavia, che il suo percorso non si ferma in quelle pagine. Perché la storia della suggestiva frazione comincia ancora più lontano e non perde certo di carattere nel corso delle epoche successive.

Una viva comunità affondava infatti i suoi esordi fin dall’età romana a ridosso di un probabile edificio prossimo all’altare di Marte; nel Medioevo sono i Monaci Vallombrosani a scandire il trascorrere delle stagioni, mentre in epoca rinascimentale tocca agli Sforza lasciare un segno nella storia facendo di Villanova la prima tenuta europea ad inaugurare una florida coltura risicola. E poi il transito di eserciti, il fischiare di proiettili, le sperimentazioni di ingegneria idraulica, l’insediarsi dei Gonzaga di Mantova “princip, marchés,baròn” per citare il poeta dialettale Natale Giarda.

Così dal XIX secolo la località accoglie ogni anno centinaia di mondariso e negli anni più drammatici della nostra storia, con l’istituzione della Repubblica sociale e l’arrivo delle armate tedesche in Italia, ecco che la frazione diviene una sorta di “porto franco” ove fuggiaschi e perseguitati possono trovare rifugio, mentre per la milizia fascista è territorio OFF LIMITS.

STRADELLA

STRADELLA CITTA’ DI AGOSTINO DEPRETIS

ORARI

Sabato: 00:00 – 00:00 / 14:00 – 17:30

Domenica: 10:00 – 12:30 / 14:00 – 17:30 (ultimo ingresso 17:00)

In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.

Nel punto esatto in cui l’Appennino si fa pianura, sorge la cittadina di Stradella, circondata da colline con generosi vigneti. Affacciata e quasi protesa verso il fiume Po, è uno dei centri più importanti dell’Oltrepò, la ‘terra a forma di grappolo d’uva’, come la ribattezzò il grande Gianni Brera.

Il borgo nasce attorno all’anno Mille, quando i possessori del feudo dell’Aversa nell’Oltrepò fecero costruire una Rocca sulla collina. Attorno al castello, cresce l’insediamento, e proprio poco dopo l’anno Mille viene edificata la bella Basilica di Montalino. Nel XIII secolo Stradella risulta essere il centro di commercio più importante della zona e viene quindi anche reso più sicuro grazie alla costruzione di mura fortificate e della Rocca Inferiore. Nei secoli si susseguono le dominazioni francese, spagnola e austriaca. Nel 1800, quando viene abbattuta la Rocca Inferiore per fare spazio alla piazza, la città assume la fisionomia attuale, si arricchisce di bei palazzi nobiliari, vengono costruite la ferrovia, il teatro e le prime manifatture.

Il filo rosso della nostra Giornata FAI è la figura di Agostino Depretis. Illustre cittadino e sindaco di Stradella, Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia ed esponente della Sinistra Storica, rimase legato alla sua città natale, dove trascorreva i mesi estivi. A lui si deve la costruzione della ferrovia che collega l’Oltrepò orientale a Pavia, ma anche il Teatro Sociale che è ancora oggi un bellissimo esempio di teatro italiano ottocentesco.

CASATICO DI SIZIANO

IL GESIOLO DI CASATICO

ORARI

Sabato: 14:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Note: Turni di visita ogni 40 minuti.

Domenica: 10:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Note: Turni di visita ogni 40 minuti.

La piccola chiesa del Gesiolo, ovvero l’Oratorio di Santa Maria a Casatico, si trova all’interno di un parco nella campagna tra Pavia e Milano, ai bordi di un laghetto, poco distante dall’abitato di Siziano.

Nel 1061 dopo la battaglia di Campomorto, Boschino Mantegazza, comandante dei milanesi, dopo aver saputo della morte del figlio che combatteva tra i pavesi, fece costruire una chiesa dedicata a Maria Assunta simbolo di Resurrezione, un convento e un ospizio per i pellegrini. Nel luogo dove si era svolta la battaglia fece costruire un oratorio piccolo e semplice dedicato a Maria, con un affresco dove la Madonna allatta il suo bambino, che tiene in mano una ciliegia rossa color sangue. E’ la prima struttura del Gesiolo. Agli inizi del 1500, ad opera di Gerolamo Mantegazza, al posto del piccolo oratorio viene costruita un’ampia chiesa a pianta centrale sormontata da un grande tiburio ottagonale, secondo una forma ideale tipica del Rinascimento.

La chiesa era completamente affrescata e ancora oggi si possono ammirare al centro dell’abside Maria incoronata da angeli che allatta il Bambino tra i Santi e, sulle pareti laterali, scene della vita delle Madonna. Gli affreschi sono attribuiti al Maestro dei Santi Cosma e Damiano, pittore vicino al leonardesco Bernardino Luini. Con il passare del tempo emersero problemi legati alla staticità dell’edificio, per cui si dovette procedere ad alleggerire la cupola per poi realizzare un semplice tetto piano, ma un cedimento della copertura impose la riduzione dell’ampiezza della chiesa ad aula unica come la vediamo oggi. A lungo abbandonata, la chiesetta venne acquistata nel 1932 dalla famiglia Castelli, che provvide a lunghi lavori di restauro e tuttora se ne prende cura.

di Luciano Moia

da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 17 marzo 2024

La nuova sensibilità della reciprocità uomo-donna può essere la strada per superare l’angusto stereotipo del padre padrone senza cadere nel tenerume del “mammo” e ridefinire così un ruolo essenziale.-

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Martedì, memoria di san Giuseppe, è anche per tradizione la festa del papà (anche se per semplificare la festa per tutti sarà oggi). Qualcuno si è chiesto cosa ci sarà mai da festeggiare in una società come la nostra che da molti decenni tenta di estromettere i codici paterni dalla cultura e dalla famiglia, di ridurli a semplici impulsi affettivi, cancellando tutti i processi di identificazione e di trasmissione normativa che il padre incarna, o dovrebbe incarnare, secondo una prospettiva ragionevole, equilibrata e “naturale”, dove le virgolette servono a sottolineare il rischio e l’ambivalenza di evocare la natura.

Osservazione in parte condivisibile, ma che dovremmo cercare di superare con una proposta originale. Nella fatica di staccarci dall’immaginario e dalla sostanza del padre padrone, del padre che non deve chiedere mai, dal padre che si illude di aver pieni diritti sui figli e sulla madre dei suoi figli, ci siamo costruiti una figura eterea, evanescente, più attenta a strappare la benevolenza dei figli che a costruirne il bene autentico, colma di quel tenerume che non giova né alla relazione di coppia né alla crescita dei piccoli. E ora, a metà del guado, incerti tra un passato che vorremmo superare e un presente di cui vediamo tutti i limiti, incapaci di tratteggiare una prospettiva nuova, che da una parte rifiuti la tradizione del padre giudice supremo, con la deriva della violenza di genere, dall’altra prenda le distanze dall’insignificanza del “mammo”, ci accontentiamo di evocare la crisi della paternità senza sforzarci di guardare oltre.

Siamo stanchi di questa lamentazione sociologica ormai diventata un luogo comune. La festa del papà sia piuttosto l’occasione per riflettere sul modo in cui, noi uomini, facciamo i genitori e su come riusciamo o meno ad essere credibili agli occhi dei figli. Impresa difficile, lo sappiamo. Per essere credibili come padri sono necessarie tutta una serie di virtù – pazienza, equilibrio, impegno, attenzione, prudenza, serenità, spirito di sacrificio, autorevolezza, lungimiranza – che appaiono sempre più spesso fuori mercato. Non hanno prezzo perché non si possono acquistare. Bisogna coltivarle dentro sé stessi e non si può farlo da soli. 
Un buon padre è tale se accanto lui c’è una buona madre. In famiglia non ci può essere - non ci dovrebbe essere - un uomo solo al comando, come neppure una donna sola. E, quando si rimane soli – per necessità, per scelta, perché la vita ha preso quella piega anche contro la nostra volontà – le difficoltà si moltiplicano e le conseguenze negative ricadono sulla testa di tutti, a cominciare dai figli. Il frutto dell’esclusione simbolica del padre è quotidianamente davanti ai nostri occhi.

In base ai dati forniti dalle ricerche e dai censimenti americani, il 90% di tutti gli homeless e dei figli fuggiti da casa non aveva un padre in famiglia. I figli cresciuti senza padre hanno più del doppio di possibilità di essere coinvolti in episodi di aggressività criminale. Il 72% degli adolescenti omicidi, il 60% degli stupratori e il 70% dei detenuti con lunghe condanne da scontare provenivano da famiglie dove non c’era il padre. Lo scrive Lorenzo Rizzi, pediatra ed esperto di educazione al maschile, in un libro pubblicato di recente che vale la pena di prendere in mano in una giornata come questa. Si intitola Ce la caveremo vero papa? Sì, ce la caveremo (Cantagalli) e ci fa capire, tra l’altro, perché ha poco senso parlare di paternità in crisi. La crisi, semmai, tocca l’intera famiglia, il modo stesso di vivere le relazioni, a cominciare da quelle più importanti.

«Nella natura umana – scrive Rizzi - tutta la declinazione maschile è coordinata nell’apertura verso quella femminile come paternità potenziale e, viceversa, quella femminile è coordinata alla maternità potenziale». L’abbraccio tra maschile e femminile, insomma, è la chiave di volta per comprendere il passato e il futuro di ciascuno di noi. Quindi, se di crisi si tratta, uomini e donne, padri e madri, insieme devono ridefinire il loro rapporto. C’è una piccola strategia per farlo. Una parola che sintetizza questo impegno e si chiama reciprocità. Come possiamo tradurla? Scambio vicendevole, rapporto ricco di attenzioni e di rispetto, complicità, vicinanza, amicizia, desiderio di guardare avanti e di progettare insieme. Non è facile certo vivere concretamente tutte queste attenzioni, ma almeno se le teniamo presenti avremo fatto un piccolo passo avanti per essere padri “nuovi” - al di là della crisi- e forse migliori. Accanto a madri che lo saranno altrettanto.

di Redazione Internet
da www.Avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 18 marzo 2024

Alle 17 dibattito con il pedagogista Daniele Novara, la professoressa Loredana Perla, ordinario di Pedagogia all'Università di Bari e la presidente dell'Age, Claudia DI Pasquale.-

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Un gruppo di scolari - Fotogramma

“Tornano i giudizi sintetici alla primaria: passo avanti o passo indietro?”. È il titolo del videoforum di Avvenire in programma oggi alle 17. Per seguire il dibattito, in diretta, basterà collegarsi al sito oppure ai canali social del nostro quotidiano.
All’incontro, moderato da Francesco Riccardi e Paolo Ferrario, parteciperanno la professoressa Loredana Perla, ordinario di Pedagogia all’Università “Aldo Moro” di Bari e direttrice del Dipartimento di Scienze della Formazione, psicologia, comunicazione; il pedagogista Daniele Novara; la presidente dell’Associazione italiana genitori (Age), Claudia Di Pasquale. Durante il videoforum sarà possibile sottoporre domande e osservazioni.
Nelle ultime settimane il dibattito sulla scuola è stato, in buona parte, dedicato alla riforma della valutazione nella scuola primaria, argomento al centro anche di un botta e risposta tra la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein e il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Un emendamento del governo al disegno di legge sul “voto in condotta” vuole, infatti, ripristinare i giudizi sintetici (da “insufficiente” a “ottimo”) al posto dei giudizi descrittivi (da “in via di prima acquisizione” ad “avanzato”), in nome di una presunta maggior chiarezza e di una semplificazione lessicale e semantica. A vantaggio, dicono i promotori della revisione, sia degli alunni che delle famiglie.
L’idea, sostenuta dal ministro Valditara, non piace, però, a molti pedagogisti, che temono il ritorno della “valutazione punitiva”, mortificante per gli studenti, soprattutto i più piccoli. Dal Ministero rassicurano sottolineando che, in ogni caso, la valutazione sintetica sarà accompagnata sempre dalla «descrizione del percorso umano e pedagogico dei bambini». Insomma: più chiarezza non equivale a più severità. Ma, nel dubbio, è partita una raccolta di firme sul web, che ha quasi raggiunto le 10mila adesioni in pochi giorni. Le firme sono di insegnanti, pedagogisti, psicologi e anche di attori, attrici e personaggi dello spettacolo.

di Annarita Briganti

da www.milano.repubblica.it
@Riproduzione Riservata del 17 marzo 2024

L’Arcivescovo di Milano, mentre sorge il sole sulle guglie del Duomo alle 6.30 del mattino.-

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«Milano, tu mi sorprendi». Inizia così il discorso di Monsignor Mario Delpini, Arcivescovo di Milano, mentre sorge il sole sulle guglie del Duomo. Appuntamento alle 6,30 (di mattina), domenica 17 marzo, per riflettere sulla meraviglia – tema della I edizione di SOUL, il festival sulla spiritualità che ha organizzato l’evento –, sulla nostra città, sull’umanità. Per salire sulle Terrazze del Duomo la convocazione è alle 5,45: le necessarie misure di sicurezza, tanta bellezza e quel pubblico colto che a Milano risponde alle proposte di qualità.

C’è anche una bambina ad ascoltare Monsignor Delpini, Don Paolo Alliata, le letture di Alessandro Castellucci – da Tolstoj a Dostoevskij, da Mariangela Gualtieri a Wis?awa Szymborska – e il concerto del violoncellista Issei Watanabe. Un primo tema che emerge dall’intervento di Monsignor Delpini, sempre impegnato nella lotta contro le disuguaglianze, è la necessità di non essere “manichini”. «Milano, città delle vetrine e della gente che non sta in vetrina» dichiara Delpini. «Milano, tu mi sorprendi: dietro le vetrine, i luoghi comuni, le frasi fatte c’è la gente. La gente delle meraviglie. Non le sagome senza spessore alle quali è facile affibbiare etichette; non i manichini senza cuore e senza cervello, utili solo per esibire quello che si può vendere e che si deve comprare».

Monsignore cita El portava i scarp del tennis di Enzo Jannacci, Manzoni e Gadda, fa una parte del suo intervento in spagnolo e in inglese e sottolinea l’importanza della società multiculturale. «Milano che accoglie tutti da qualsiasi parte del mondo» dichiara Delpini, in inglese, «in cerca di futuro, di speranza». La città delle persone meravigliose, sono sempre le sue parole. E, ancora: «Milano delle genti, città dell’accoglienza e città dell’impossibile residenza, città di tutti e città di nessuno, tu mi sorprendi».

Quando Delpini pronuncia la parola “hope”, risuona come un balsamo sul Duomo. Abbiamo ancora in mente i versi di Wis?awa Szymborska, letti da Alessandro Castellucci. “Ieri mi sono comportata male nel cosmo. Ho passato tutto il giorno senza fare domande, senza stupirmi di niente” ha scritto la poetessa Premio Nobel in Disattenzione, alla base dell’argomento di questo primo SOUL. Circa diecimila persone hanno partecipato al festival, segno che c’era bisogno di questa pausa di riflessione attorno ai grandi temi. “…È durato 24 ore buone. 1440 minuti di occasioni. 86.400 secondi in visione” sempre Wis?awa. “Il savoir-vivre cosmico, benché taccia sul nostro conto, tuttavia esige qualcosa da noi: un po’ di attenzione, qualche frase di Pascal e una partecipazione stupita a questo gioco con regole ignote”.

Don Paolo Alliata ricorda una frase attribuita a Chesterton: “La vita è la più bella delle avventure, ma solo l’avventuriero lo scopre” e invita ad affrontare l’esistenza con questo piglio, a non sprecare i 1440 minuti di occasioni, di stupore, di meraviglia, di spiritualità che abbiamo ogni giorno.

Un incontro di anime, durante questo evento, che è preghiera, meditazione, silenzio anche: tra le varie parti del programma si rimane a guardare il cielo, a pensare, l’applauso scatta solamente alla fine, prima di tornare alle incombenze quotidiane. Issei Watanabe si scalda le mani, tra una sua esibizione e l’altra, e poi, suona divinamente.

Le persone sono sedute, letteralmente, in cima al Duomo, senti che sono in ascolto.Colpisce molto anche l’omaggio alle “donne equilibriste”, sempre da parte di Monsignor Delpini. «Le donne equilibriste tra casa e ufficio, figli da accudire e nonni da curare, cattedre universitarie e figli adolescenti, bilanci milionari e spiccioli da non sprecare» afferma. Mentre ci avviamo alla conclusione di questa esperienza immersiva, registriamo anche questo passaggio: «Milano, tu mi sorprendi… per la gente seria che parla poco, porta la cravatta e aggiusta i danni dell’avidità e dell’idiozia».

La Madonnina veglia su di noi e il finale del discorso di Monsignor Delpini dice: «Sorge il sole e sulle guglie del Duomo sembra risvegliarsi un mondo. Sorge il sole e come si fa a non cantare, a non pregare. O mia bela Madunina che te brillet de lontan…».

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da www.chiesadimilano.it
@Riproduzione Riservata del 16 marzo 2024

«ViaVai» è il titolo della proposta per la prossima estate, presentata insieme al logo a responsabili e coordinatori. Sul sito www.oratorioestivo.it disponibili tutti i materiali.-

In mezzo al viavai spesso frenetico e confuso in cui anche bambini e ragazzi sono immersi, per loro ci sono un luogo e un tempo per capire che la vita ha invece una direzione e una meta e che è il Signore a indicarne la strada.

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«ViaVai – Mi indicherai il sentiero della vita» è il titolo dell’Oratorio estivo 2024, presentato oggi ai responsabili e coordinatori degli oratori, intervenuti presso la sede della Fom a Milano per ricevere in consegna il nuovo progetto e conoscere la struttura della proposta diocesana per l’estate in oratorio.

È iniziato così il viaggio che condurrà alla partecipazione quotidiana di migliaia di ragazzi e ragazze all’avventura estiva degli oratori, che quest’anno inviterà tutti a «mettersi in cammino» in un pellegrinaggio speciale. I ragazzi saranno invitati ogni giorno a riconoscere quei “passi” che tracciano il sentiero di una vita vissuta da discepoli del Signore.

Il logo

È stato presentato anche il logo dell’Oratorio estivo 2024, che è il segno distintivo della proposta diocesana e identifica il lavoro comune degli oratori ambrosiani. Il tratto di una freccia che indica la direzione è sovrapposto all’impronta di uno scarpone di un pellegrino, che ha scelto di percorrere la via. Delle pietre fanno intravedere i passi necessari per compiere il sentiero. Il carattere dello slogan richiama l’ambientazione fantasy del prossimo Oratorio estivo.

I tratti della proposta dell’Oratorio estivo sono offerti sul sito www.oratorioestivo.it, che verrà arricchito di schede e materiali nelle prossime settimane. Il viaggio verso l’estate è appena iniziato.

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da www.chiesadimilano.it
@Riproduzione Riservata del 18 marzo 2024

Il 18 marzo è la Giornata nazionale in memoria delle persone morte a causa del Coronavirus. L’Ufficio diocesano propone intenzioni per le Messe del 17 e del 18.-

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Lunedì 18 marzo ricorre la Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid-19, istituita con la legge n. 35 del 2021: il 18 marzo fu il giorno in cui si registrò il maggior numero di decessi per Coronavirus su scala nazionale.

Il ricordo delle vittime del Covid (che ha colpito famiglie e comunità e ha lasciato una lunga scia di sofferenza e di paura) è preghiera di suffragio per quanti sono deceduti, è vicinanza a chi soffre per la loro mancanza, è richiesta di aiuto al Signore per chi è chiamato a gestire la sanità.

L’Ufficio diocesano per la Pastorale liturgica propone alle parrocchie due intenzioni di preghiera.

La prima è pensata per le Messe di domenica 17 marzo e si collega al Vangelo del giorno.
A Te, Signore, che hai pianto davanti alla tomba di Lazzaro, affidiamo le lacrime di quanti, durante la difficile esperienza della pandemia da Coronavirus, hanno pianto per la morte di persone care che neppure hanno potuto abbracciare e consolare. Accogli quanti sono morti e ricorda a tutti noi che Tu sei Vita e risurrezione. Ti preghiamo.

La seconda è per le Messe di lunedì 18.
Fa’, o Signore, che in questa giornata di memoria per quanti sono deceduti per il Coronavirus il nostro ricordo sia per loro preghiera di suffragio e per noi motivo di responsabilità per il dono della vita e della salute di tutti.
Ricompensa quanti, durante la pandemia, hanno offerto con dedizione e rischio il loro servizio per tutta la comunità.
Ti preghiamo.

da www.vogheranews.it
@Riproduzione Riservata del 13 marzo 2024

VOGHERA – Venerdì, 15 marzo 2024, dalle ore 18:30 – 22, nell’Aula didattica, presso l’ex Op, in viale della Repubblica n.3 si terrà il corso dal titolo “Gestione della persona con disturbi cognitivi e demenze”. Con moderatore il dottor Giuffré Giuseppe
Il corso si inserisce nel progetto “Fondo per l’Alzheimer e le demenze” (Deliberazione n. XI/6793 del 02/08/2022), con l’obietto di creare una reto e gestione integrato delle demenze, con strumenti di telemedicina.
Sono previste realizzazione di una web application; condivisione di piani assistenziali e schede cliniche n collaborazione tra i professionisti della solute territoriali e ospedalieri.
Come scopo finale il miglioramento della qualità della vita della persona con demenza e difficoltà cognitive.

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da www csvlombardia.it
@Riproduzione Riservata del 15 marzo 2024

[ CHI E' MORUZZI ROAD ]: Moruzzi Road è un'organizzazione di volontariato che si occupa prevalentemente della valorizzazione di beni comuni, prendendosene cura attraverso azioni concrete verso l'ambiente ed il recupero del territorio. 

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L'Associazione propone iniziative per favorire la socializzazione e la cura del territorio anche con l'organizzazione di eventi, e promuove il progetto "Moruzzi road-beyond a road" in collaborazione con l'Università di Pavia DICAR ed il Comune di Pavia.

[ COSA PROPONE ]: Per riuscire a realizzare e curare le attività, Moruzzi Road cerca volontari dai 14 anni in su per le seguenti attività:

  • Animazione con bambini in occasione delle iniziative.
    Alcuni esempi di attività possono essere: truccabimbi, sculture di palloncini, giocoleria, organizzazione di giochi vari
  • Supporto nella progettazione, realizzazione, promozione e racconto delle iniziative.

[ COSA OFFRE ]: I volontari potranno partecipare alle attività in base alla disponibilità che possono offrire, considerando che le iniziative vengono realizzate principalmente durante il fine settimana. Inoltre potranno collaborare con l'organizzazione della giornata apportando spunti e acquisendo esperienza.

Ente

Nome Ente: Moruzzi Road

Quando

Le attività si svolgono prevalentemente nei fine settimana nelle ore pomeridiane

Dove

Le attività dell'associazione si svolgono nelle vicinanze della scuola Primaria Maestri di Pavia

Per informazioni

Referente Ente: Giuseppe Giacalone

Cellulare: 3492900762 E-mail: moruzziroad.2017@gmail.com

CAV Voghera

L'Associazione Vogherese di volontariato, che aiuta gratuitamente la donna in difficoltà ad accogliere la vita, superando le difficoltà.

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