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OBIETTIVO AUTONOMIA, VIA AL FONDO PER I NEO18ENNI

Redazione Internet

A Roma un incontro organizzato da Sos Villaggi dei Bambini sulla condizione dei neomaggiorenni costretti a uscire dal sistema di accoglienza e assistenza, portando all'attenzione delle istituzioni le loro esperienze e le loro raccomandazioni. Firmato il decreto che garantisce 15 milioni di euro per i prossimi tre anni.-

Indicare una road map alle istituzioni per coinvolgere i neomaggiorenni in uscita dai percorsi di accoglienza fuori famiglia (care leavers) nelle decisioni che riguardano la propria vita e il proprio futuro. È il tema al centro dell'incontro “Il futuro si costruisce giorno per giorno”, promosso martedì scorso da SOS Villaggi dei Bambini per stimolare un confronto tra le istituzioni e una rappresentanza dei 60 ragazzi protagonisti del progetto europeo «Prepare for leaving care».

In Italia, sono circa 3.000 ragazzi neomaggiorenni che ogni anno, dopo un percorso di accoglienza fuori famiglia, allo scadere della tutela legata al loro status di minorenni, sono obbligati a lasciare il sistema di accoglienza e costretti a diventare autonomi molto prima rispetto ai loro coetanei: è il caso dei care leavers, ragazze e ragazzi che, una volta compiuti i 18 anni devono ad avviarsi verso un percorso di autonomia economica e lavorativa senza avere le necessarie tutele e il supporto adeguato.

Durante l’incontro, alla presenza tra gli altri dell'Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza Filomena Albano, una rappresentanza dei 60 ragazzi del Gruppo Giovani di SOS Villaggi dei Bambini e del Care Leavers Network di Agevolando, protagonisti del progetto europeo di SOS Villaggi dei Bambini «Prepare for leaving care», ha portato all'attenzione delle istituzioni le loro esperienze e raccomandazioni, emerse da un intenso lavoro nazionale, con oltre 25 incontri, portato avanti negli ultimi due anni.

«Per far emergere le loro difficoltà ed esigenze, l'Organizzazione si è rivolta direttamente ai giovani care leavers che hanno individuato alcune importanti raccomandazioni - ha affermato Samantha Tedesco, responsabile Programmi e Advocacy di SOS Villaggi dei Bambini- L'approvazione del decreto sul Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale, che garantirà 15 milioni di euro per il triennio 2018-2020 e accompagnerà i care leavers fino al compimento del 21 anno di età, è solo un primo passo nel percorso verso l'indipendenza dei ragazzi che vivono fuori dalla famiglia di origine».

15 MILIONI DI EURO IN TRE ANNI PER SOSTENERE 500 RAGAZZI

Il direttore generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale del ministero del Lavoro, Raffaele Tangorra, ha annunciato che oggi è stato firmato il decreto che attua il fondo (15 milioni di euro in 3 anni) «per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale» e che saranno disponibili risorse per sostenere 500 ragazzi.

Dal progetto europeo di SOS Villaggi dei Bambini, realizzato in collaborazione con numerosi altri partner e in cui sono stati coinvolti oltre 60 care leavers del Gruppo Giovani di SOS Villaggi dei Bambini e del Care Leavers Network di Agevolando, è emerso un documento in cui si tracciano le possibili coordinate utili a orientare le istituzioni. «L'incontro tra il progetto europeo Prepare for Leaving Care e il Care Leavers Network Italia di Agevolando ha permesso a 60 ragazzi e ragazze in uscita dai percorsi di accoglienza di confrontarsi sul tema dell'uscita» ha commentato Diletta Mauri, coordinatrice nazionale del Care Leavers Network di Agevolando. Una road map, quella emersa dai ragazzi, che sottolinea come nel passaggio all'indipendenza non si può unicamente tenere conto dell'età biologica, ma si devono considerare anche altri elementi come la situazione familiare e parentale, le opportunità percorribili, le competenze, le capacità e i desideri del singolo.

«Non basta raggiungere la maggiore età per essere adulti: 18 anni potrebbero essere pochi per essere indipendenti. Occorre rispettare i tempi di ciascun ragazzo nel suo percorso di crescita verso l'autonomia e allo stesso tempo è necessaria una rete di sostegno che lo accompagni in questa delicata fase di passaggio, perché senza un supporto adeguato rischia di non riuscire a inserirsi nel contesto sociale. Occorre garantire a tutti le stesse opportunità, come prevede la Convenzione di New York, perché possa affermarsi pienamente il principio dell'uguaglianza. I diritti o sono di tutti o di nessuno». - ha aggiunto Filomena Albano, Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza. «Progetti come questo sono importanti perché permettono ai ragazzi di partecipare attivamente al loro percorso e confrontarsi sui vissuti e le emozioni legati in particolare al momento dell'uscita dalla comunità, riflettendo anche sulle persone importanti per noi» ha sottolineato Matteo Gaydou, uno dei ragazzi coinvolti nel progetto.

da www.famigliacristiana.it

@Riproduzione Riservata del 09 novembre 2018

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