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CAV - Centro di Accoglienza alla Vita Vogherese ODV

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da www.vita.it
@Riproduzione Riservata del 30 agosto 2022

È la richiesta di Gigi De Palo, presidente del Forum delle Famiglie, per il prossimo Governo. Accanto a un ministro per la famiglia dotato di portafoglio. «Solo così potremo veramente contrastare il calo demografico, non condannando l'Italia al suo declino».-

«Se vogliamo veramente contrastare il calo demografico non condannando il nostro Paese al suo declino, per dare concretezza a questi programmi e non ridurli a semplici proclami elettorali, proponiamo che nel prossimo Governo ci sia un Commissario straordinario per la natalità e un Ministro alla famiglia con portafoglio»: è quanto chiede in vista delle elezioni 2022 Gigi De Palo, Presidente Nazionale del Forum Famiglie e Presidente della Fondazione per la natalità.

«Finalmente in campagna elettorale si è cominciato a parlare del tema più strategico per la ripartenza del Paese, ovvero la natalità. A seguito anche delle nostre sollecitazioni alcune coalizioni hanno già annunciato le loro proposte in merito. Attendiamo fiduciosi anche quelle non ancora pervenute», annota rispetto ai programmi per il voto del 25 settembre.

di Anna Maria D'Andrea

https://www.informazionefiscale.it/Bonus-200-euro-partite-IVA-professionisti-click-day-domanda-15-settembre-2022
@Riproduzione Riservata

Bonus 200 euro partite IVA, bollinato il decreto per l'indennità una tantum rivolta ai lavoratori autonomi e ai professionisti. Per gli iscritti alle Casse si va verso un click day unico: l'ipotesi è di dare il via alle domande dal 15 settembre 2022.-

Bonus 200 euro partite IVA, per i professionisti si va verso il click day il 15 settembre 2022.

È questa la data a partire dalla quale potrebbe prendere il via la procedura per fare domanda che per gli iscritti a Casse professionali sarà allineata sul fronte temporale.

Questo è quando emerso a seguito della bollinatura del testo del decreto attuativo sul bonus di 200 euro per autonomi e professionisti, per il quale si resta in attesa ormai a breve della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Partirà poi la macchina attuativa e l’AdePP, Associazione che riunisce gli enti privati di previdenza, ipotizza come data di avvio delle domande quella del 15 settembre. Un click day che interesserà tutti i professionisti in possesso dei requisiti previsti, primo tra tutti il limite reddituale dei 35.000 euro.

Bonus 200 euro partite IVA, possibile click day per i professionisti il 15 settembre 2022

Anticipato dal Ministero del Lavoro il 10 agosto scorso, il decreto attuativo sul bonus di 200 euro per i titolari di partita IVA è pronto per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Un passaggio che precederà l’avvio delle procedure per fare domanda, differenziate per i lavoratori autonomi iscritti all’INPS e per gli iscritti a Casse private di previdenza.

Per questi ultimi l’ipotesi è che la finestra per fare domanda si apra dal 15 settembre 2022. Lo fa sapere l’AdePP, che parla di un click day unico per i professionisti così come avvenuto per il reddito di ultima istanza.

Una scelta dovuta alla necessità di evitare penalizzazioni tra i professionisti in relazione alla data di avvio delle domande, considerando che le risorse a disposizione potrebbero rivelarsi insufficienti a coprire tutte le richieste di accesso al bonus 200 euro.

Del totale di 600 milioni disponibili, ammontano a 95,6 milioni di euro i fondi stanziati per i professionisti che, stando a quanto comunicato dall’AdePP, basterebbero a coprire circa 477 domande di bonus 200 euro.

La valutazione di ammessi ed esclusi si baserà quindi anche sull’ordine cronologico di presentazione della domanda. È la logica del click day, che premia chi prima invia la richiesta d’accesso a bonus e contributi.

La data da monitorare è per ora quella del 15 settembre, ma si resta in attesa di conferme dopo la pubblicazione del decreto attuativo in Gazzetta Ufficiale.

Bonus 200 euro partite IVA, da INPS e Casse i tempi della domanda per autonomi e professionisti

A poter beneficiare del bonus di 200 euro saranno i lavoratori autonomi e i professionisti iscritti all’INPS e alle Casse private di previdenza che, nel periodo d’imposta 2021, abbiano percepito un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro.

Alla data del 18 maggio 2022, giorno di entrata in vigore del decreto legge n. 50/2022, sarà necessario che i professionisti risultino iscritti alle gestioni sopra indicate abbiano la partita IVA attiva e sia iniziata l’attività lavorativa.

Alla medesima data sarà inoltre necessario aver effettuato almeno un versamento contributivo, totale o parziale, con competenza a decorrere dall’anno 2020. Un requisito che non si applica ai contribuenti per i quali non risultino scadenza alla data del 18 maggio.

Questi alcuni dei requisiti previsti dal testo del decreto attuativo atteso in Gazzetta Ufficiale, che affida all’INPS e alle Casse il compito di predisporre le procedure per fare domanda e per verificare il rispetto dei requisiti previsti.

Per i titolari di partita IVA dovranno quindi essere stabiliti termini e modalità per accedere al bonus di 200 euro. L’erogazione dell’indennità avverrà in base all’ordine cronologico delle domande presentate e accolte, tenuto conto del limite delle risorse complessivamente stanziate pari a 600 milioni di euro.

da www.diocesitortona.it
@Riproduzione Riservata del 12 agosto 2022

TORTONA - Sarà l’organista americano Leonardo Ciampa ad aprire i festeggiamenti in onore della Madonna della Guardia a Tortona. Venerdì 19 agosto, infatti, alle ore 21, nella basilica santuario tortonese, il concertista di Boston sarà protagonista dell’Elevazione spirituale in musica in onore della Vergine Maria, dal titolo “Nostræ Dominæ Custodis”. Sarà una serata inserita nel “Perosi Festival 2022”, la rassegna musicale dedicata al compositore tortonese di cui quest’anno ricorrono i 150 anni dalla nascita.

Il programma prevede musica moderna ed è interamente costituito da brani incentrati su temi mariani, tra cui l’Ecce Maria e l’Ave Maris Stella di don Lorenzo Perosi. Inoltre, l’organista ha scelto di presentare in prima mondiale due sue composizioni inedite: Hymnus Nostræ Dominæ Custodis e la Toccata e Fuga sopra Alma Redemptoris Mater.

Il maestro Ciampa è fortemente legato alla famiglia  orionina. È, infatti, nato e cresciuto nel quartiere Orient Heights di East Boston, a meno di un chilometro dalla “Don Orione Home”, la casa di riposo fondata dagli Orionini nel 1951, e alla statua della Madonna, copia di quella presente a Roma a Monte Mario, sede nazionale della congregazione dei Figli della Divina Provvidenza. A 16 anni, inoltre, era stato scelto da don Antonio Simioni (uno dei “ragazzi di Don Orione”, in quanto rimasto orfano e cresciuto nell’orfanotrofio del santo che era stato anche il suo padre spirituale) come organista accompagnatore per la Santa Messa di dedicazione del grande Santuario sotterraneo “Madonna Regina dell’Universo”.

Don Simoni fece conoscere la musica di don Lorenzo Perosi a Ciampa che se ne innamorò come succede a tutti coloro che in questi ultimi anni riscoprono la musica del sacerdote compositore, che fu anche maestro del coro della Cappella Sistina.

Ciampa è stato l’autore di una biografia in inglese su Perosi. Ed è stato questo lavoro a portarlo nel 2005 ad esibirsi già una volta nel santuario mariano tortonese.

L’ingresso alla serata è libero e chi non potrà essere presente potrà rivedere in autunno il concerto in Tv sul circuito CoralloSAT nell’ambito del progetto “VinceroTV”.

di Alberto Pellai, Psicoterapeuta

da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 12 luglio 2022

 In Veneto una coppia di genitori ha messo un appello sui social per trovare "un lavoro di fatica" per il figlio respinto, anche non retribuito. Ma come si fa davvero a insegnare la fatica a un figlio, a dargli incarichi e responsabilità? Risponde lo psicoterapeuta Alberto Pellai.-

Capita spesso che a fine anno scolastico un genitore, di fronte alla bocciatura del figlio, si ponga la domanda “E adesso che cosa serve fare?”. Non tutte le bocciature sono identiche. Alcune sono inattese e gettano la famiglia nello sconcerto. Altre invece sono più che attese. Sono bocciature costruite giorno dopo giorno da un figlio che non ha voluto (e il verbo non è di circostanza) fare nulla per guadagnarsi la promozione. I genitori hanno assistito impotenti alla costruzione dell’esito avverso, certificato dalla dichiarazione di non ammissione alla classe successiva del percorso scolastico. “Il ragazzo non ha fatto nulla, non si è applicato, non ha aperto libro, ha passato tutti i pomeriggi con i videogiochi”.

Le frasi con cui il genitore commenta la bocciatura di un figlio lo connotano come un “lavativo” che non è riuscito in alcun modo a costruire alcun equilibrio tra la dimensione del dovere e la dimensione del piacere. A questo punto il tempo dell’estate deve essere un tempo di riparazione. Bisogna “riprogrammare” le priorità di un figlio che nel precedente anno scolastico non ha saputo mettere in gioco responsabilità e competenze che sarebbero state necessarie per assolvere ai doveri scolastici. Soprattutto bisogna aiutare un figlio a comprendere che la vita è anche fatica, dovere e sacrificio. Più facile a dirsi che a farsi.

Come si fa a insegnare la fatica a un figlio, a dargli incarichi e responsabilità? Molti genitori sembrano disarmati di fronte a questa prospettiva. Lo stesso menefreghismo con cui un figlio non si è occupato della sua scuola, viene dallo stesso figlio usato per schivare le richieste di impegno e di aiuto che i genitori propongono per essere aiutati a casa. “Metti la camera a posto, occupati della raccolta differenziata dei rifiuti, taglia l’erba del giardino, prepara la cena”. La liste degli impegni da assolvere può essere lunga un chilometro, ma in molte famiglie non serve a nulla: il lavativo tratta i doveri di casa come tratta i doveri di scuola. Sembra essere questa la situazione che ha portato due genitori di un 16enne respinto in Veneto a lanciare, attraverso i social, un appello ad un potenziale datore di lavoro: “prendete nostro figlio alle vostre dipendenze, insegnategli la fatica anche in assenza di retribuzione”. Sembra essere una richiesta che sottende il bisogno di una terapia d’urto: nostro figlio non sa cos’è la fatica, qualcuno gliela insegni.

Però c’è qualcosa che non funziona in questa procedura riabilitativa. Insegnare la fatica a un minorenne non può essere il compito di un datore di lavoro. Non si manda un figlio a lavorare “gratis” presso uno sconosciuto, per dargli una lezione. Quello che ne deriverebbe rischia di causare una demotivazione ancora maggiore. Perché trasforma il lavoro in fatica e sfruttamento. Un figlio deve imparare la responsabilità all’interno di un’esperienza di lavoro, deve averne una retribuzione giusta e il genitore può eventualmente esigere di “mettere via” il compenso guadagnato dal 16enne per pagare tasse scolastiche, libri e le ripetizioni che si renderanno necessarie nel momento in cui si trovasse ad andare male a scuola anche nel successivo anno scolastico. Rendere un figlio responsabile non vuol dire sottoporlo a mortificazione o sfruttamento. Significa metterlo in condizioni di riconoscere che la vita ha delle regole e che l’adolescenza è il tempo in cui tali regole devono essere imparate sia sul piano teorico che sul piano pratico.

Chiaramente, questi genitori hanno un merito nel loro progetto riabilitativo: non hanno fornito al figlio un alibi per la sua bocciatura. Per esempio, non hanno incolpato la scuola perchè è stata troppo severa. Auguriamo a questi genitori che possano trovare una pizzeria che permetta al ragazzo di svolgere un lavoro stagionale, impegnativo e correttamente retribuito. Auguriamo a questo figlio di poter avere una sera tra i suoi clienti i suoi genitori da servire, mostrando loro che quando il gioco si fa duro, “lui è un duro che comincia a giocare”. Più in generale auguriamo a tutti i nostri figli e a noi genitori di trasformare una sconfitta o un errore in un’occasione di crescita e di reale apprendimento.

di Chiara Andreola

da www.cittànuova.it
@Riproduzione Riservata del 07 luglio 2022

I risultati dei test Invalsi mostrano un peggioramento nell'apprendimento, soprattutto alle superiori. Differenze inaccettabili tra le diverse aree del Paese, tra poveri e ricchi, ma anche tra diverse classi di uno stesso istituto.-

Come ogni anno, sono stati fatti i test Invalsi; e, come ogni anno, si torna a discutere dei risultati – e, a dire il vero, anche di quanto questi siano realmente indicativi della preparazione degli studenti. E come ogni anno è emersa, e più del solito, la forte disparità non solo tra Nord e Sud, ma anche tra studenti più e meno “fortunati” – per reddito e condizioni familiari, per scuola frequentata, ecc.

Già, come accaduto anche in anni passati, i risultati non sono proprio eccellenti, in particolare per quanto riguarda la scuola superiore: se – considerando i dati medi – alla fine delle elementari il 75% degli studenti raggiunge un livello di apprendimento “adeguato” nelle diverse materie, otto anni più tardi questa percentuale cala a poco più del 50%. Dati medi che però nascondono disparità molto forti tra materie, tra Regioni, e tra singole scuole.

Riguardo alle materie, in italiano si passa dall’82% di sufficienti in quinta elementare al 52% dei maturandiQuadro simile in matematica. Il calo sensibile sembra avvenire alla scuola media, dato che le percentuali raggiunte dai quattordicenni sono poco superiori a quelle dei colleghi cinque anni più vecchi; eccetto per l’inglese, dove si raggiunge invece circa il 70%, unico dato in miglioramento rispetto al pre pandemia – dato che, ed è cosa nota sin dai tempi del primo lockdown, la didattica a distanza ha inciso negativamente sull’apprendimento in particolare degli alunni più svantaggiati sia sotto il profilo cognitivo che socio-economico (chi non ricorda le scene di intere famiglie costrette a dividersi un solo computer, e per giunta con una connessione traballante?). Un dato in ogni caso transitorio, dato che alle superiori si cade di nuovo al 48%.

Riguardo invece alle Regioni, si è accentuata la già nota disparità tra Nord e Sud: tanto che, ha affermato il presidente dell’Invalsi Roberto Ricci, «Una variabilità del 15-20% è insita nell’organizzazione del sistema, ma purtroppo abbiamo casi, come quello della matematica in seconda primaria, con una variabilità del 29,6%, ampiamente sopra la soglia di accettabilità». Detto in altri termini, ci sono anche 30 punti percentuali di differenza in quanto ad alunni che raggiungono la sufficienza tra Nord e Sud, tra scuole più o meno svantaggiate: e in questo sta appunto l’inaccettabilità. Basti dire che, nel Sud e nelle Isole, sono anche il 70% gli studenti che non superano la prova di matematica alle superiori, e il 60% alle medie; mentre le percentuali tra studenti sufficienti e non sono inverse al Nord. E questo in un contesto in cui sempre Ricci ha parlato anche di differenze “anomale” non solo tra scuola e scuola, ma addirittura tra classe e classe della stessa scuola. Un quadro che chiama dunque in causa direttamente insegnanti, dirigenti, famiglie e studenti, perché se la questione si gioca “in classe” è evidente che serve l’apporto di tutte queste figure per vincere la partita.

«Tornare in presenza ci ha permesso di frenare la caduta – ha commentato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi –. Abbiamo cicatrici addosso, è vero, sulla matematica per esempio. La pandemia ha aumentato le differenze ma in alcune regioni del Sud c’è stata una capacità di reazione, per esempio sulla dispersione. Ci vuole tempo».

da www.lanotiziagiornale.it
@Riproduzione Riservata del 20 giugno 2022

Bonus mamma 2022: è ancora previsto e possibile usufruire di quest'agevolazione se rispettati requisiti previsti.

Bonus mamma 2022: è ancora possibile effettuare la richiesta per accedere a quest’agevolazione se vengono rispettati dei criteri e requisiti. Ecco le informazioni da sapere prima di effettuare la domanda.

Bonus mamma 2022: proroga

L’Assegno unico universale, entrato in vigore il 1° gennaio 2022, ha previsto una serie di agevolazioni e di bonus, tra questo il Bonus Mamma. L’ Inps, con la circolare n.23/2022, ha fatto sapere che “le domande di premio alla nascita in relazione all’evento ‘nascita avvenuta’ potranno essere acquisite per i nati fino al 28 febbraio 2022”. Sempre nella stessa circolare si legge che “potranno altresì essere acquisite le domande relative all’evento ’compimento del 7° mese di gravidanza’ a condizione che il settimo mese di gravidanza si sia concluso entro il 31 dicembre 2021”. Altro requisito da rispettare si legge è che “saranno acquisite le domande in relazione alle adozioni e affidamenti perfezionati entro il 31 dicembre 2021″.

Inoltre, per chi rientra in questi requisiti, è ancora possibile fare la domanda, come ha sottolineato lo stesso Inps. Entro un anno dalle condizioni previste, è possibile chiedere il suddetto bonus.

Bonus mamma 2022: come richiederlo

Per quest’agevolazione le mamme hanno diritto a chiedere e ricevere l’erogazione di un bonus una tantum di 800 euro. La domanda deve essere presentata all’Inps attraverso i servizi telematici accessibili direttamente dalla richiedente, attraverso il servizio dedicato; contattando il Contact Center (numero 803 164, gratuito da rete fissa, oppure 06 164 164 da rete mobile); o ancora rivolgendosi a enti di patronato, tramite i servizi telematici offerti dagli stessi.

I documenti necessari

Per fare la domanda sono necessari i seguenti documenti:

  • documento di riconoscimento del richiedente;
  • codice fiscale del richiedente;
  •  eventuale permesso di soggiorno;
  •  se il bimbo già è nato: certificato di nascita e codice fiscale del minore (anche provvisorio);
  • se il bimbo non è ancora nato: certificato del ginecologo attestante il settimo mese (32esima settimana) di gravidanza con relativa trasmissione telematica del medico curante;
  •  se il bimbo è stato adottato o si trova in una situazione di affidamento preadottivo: documento/certificato di adozione o affidamento preadottivo emesso dalle autorità competenti;
  •  metodo di accredito preferito:
  • IBAN della mamma;
  •  bonifico domiciliato.

di Paolo Ferrario
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 15 giugno 2022

La povertà assoluta conferma il massimo storico toccato nel 2020 con l'inizio della pandemia: sono in questa condizione 1,9 milioni di famiglie e 1,4 milioni di minori.-

Per tante persone è sempre più difficile riuscire a fare la spesa

La povertà non molla la presa e, anzi, stritola sempre più le vite di milioni di persone e famiglie. Secondo gli ultimi dati Istat, diffusi in queste ore, nel 2021 sono in condizione di povertà assoluta poco più di 1,9 milioni di famiglie (il 7,5% del totale, rispetto al 7,7% del 2020) e circa 5,6 milioni di persone, pari al 9,4% della popolazione complessiva, in linea con l'anno precedente. «Pertanto - si legge in una nota dell'Istituto di statistica - la povertà conferma sostanzialmente i massimi storici toccati nel 2020, anno d'inizio della pandemia».

La soglia di povertà assoluta varia a seconda del numero dei componenti la famiglia e del territorio di residenza. Per esempio, per un adulto che vive solo in un'area metropolitana del Nord è pari a una spesa mensile per consumi che non arriva a 852,53 euro, mentre per chi abita in un piccolo comune settentrionale è di 766,70 euro al mese e si abbatte fino a 576,63 euro per una persona che risiede in un piccolo centro del Mezzogiorno.

La situazione peggiore si incontra, ancora una volta, al Sud. Qui la percentuale di famiglie in povertà assoluta è pari pal 10%, rispetto al 6,7% del Nord e al 5,6% del Centro. In crescita anche i minori in povertà assoluta, arrivati a 1,4 milioni (il 14,2% del totale) e la condizione delle famiglie, certifica l'Istat, peggiora all'aumentare del numero dei componenti. Il 22,6% di quelle con cinque o più membri si trova in condizione di povertà assoluta, mentre tra quelle composte da quattro persone, si arriva all'11,6%.

Ancora molto elevata l'incidenza della povertà sulla popolazione straniera: il 32,4%, quasi uno su tre, si trova in questa condizione, rispetto al 29,3% del 2020.

Cresce, infine, la povertà tra le persone anziane: dal 4,5% del 2020 si è passati al 5,7% del 2021. Nelle regioni del Mezzogiorno, l'indice di povertà tra gli over 65 è passato dal 9,1% al 12,2%. Al Sud, inoltre, le famiglie «sicuramente povere» (quelle, cioè, con livelli di spesa mensile equivalente sotto la linea standard di oltre il 20%), sono pari al 5,2% del totale, rispetto al 4,5% del 2020.

https://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/sanitaterritoriale/case-di-comunita#:~:text=Le%20Case%20di%20Comunit%C3%A0%20sono,pazienti%20affetti%20da%20patologie%20croniche.
@Riproduzione Riservata

Regione Lombardia

Le Case di Comunità sono le nuove strutture socio-sanitarie che entreranno a fare parte del Servizio Sanitario Regionale e sono previste dalla legge di potenziamento per la presa in carico di pazienti affetti da patologie croniche.  

Casa di Comunità

Le Case di Comunità, distribuite in modo capillare sul territorio lombardo, costituiscono un punto di riferimento continuativo per i cittadini, che possono accedere gratuitamente alle prestazioni sanitarie erogate.  

Si tratta di strutture polivalenti che garantiscono:   

  • funzioni d’assistenza sanitaria primaria,  
  • attività di prevenzione.  

All’interno di queste strutture sono presenti equipe di medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti, infermieri e altri professionisti della salute (tecnici di laboratorio, ostetriche, psicologi, ecc.) che operano in raccordo anche con la rete delle farmacie territoriali. 

Le Case della Comunità costituiscono il punto di riferimento continuativo per la popolazione: qui è possibile trovare un Punto unico di accesso, accoglienza, informazione e orientamento del cittadino, che opera in stretto contatto con le Centrali operative territoriali (COT).  

In queste strutture è prevista la presenza di: 

  • area prelievi e vaccinazioni, 
  • cure primarie e continuità assistenziale, 
  • area ambulatori specialistici, 
  • area dei programmi di prevenzione e di promozione della salute, 
  • attività consultoriali, 
  • area servizi sociali del Comune. 

Affido Temporaneo Bambini Ucraina

www.conadi.it/ucraina/

@Riproduzione Riservata

In risposta alle numerose richieste pervenute, stiamo organizzando l'accoglienza di minori Ucraini.

Preliminarmente sottolineiamo che:
NON si tratta di adozione,
NON si tratta di affido internazionale,
NON c'è possibilità che i bambini vengano adottati in futuro.

L'ospitalità è "TEMPORANEA", cioè legata al periodo dell'emergenza; può essere prestata da:
una famiglia o persona singola.

NEL PIENO RISPETTO DELLE NORMATIVE VIGENTI I MINORI VERRANNO AFFIDATI D'INTESA
CON AMBASCIATA UCRAINA - PREFETTURE TRIBUNALI E PROCURE DEI MINORI

Chi volesse dare la propria disponibilità all'accoglienza TEMPORANEA può inviare ESCLUSIVAMENTE a mezzo email la disponibilità indicando:

  1. Nome, cognome, residenza, numero di telefono
  2. Numero di bambini ospitabili
    (uno, due, o nucleo familiare)
  3. Età del bambino ospitabile
  4. Presenza di altri minori o anziani o animali in casa
  5. Periodo di disponibilità all'accoglienza

I DATI RACCOLTI SARANNO TRATTATI IN OTTEMPERANZA E RISPETTO DELLE VIGENTI NORMATIVE SULLA PRIVACY

Una volta raccolte tutte le disponibilità, CONADI provvederà a contattare l'interessato e a fornire
tutte le informazioni necessarie.

Per semplificare e velocizzare la procedura Vi preghiamo di attenervi a queste indicazioni.

NOTA IMPORTANTE
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per non intasare i canali whatsapp utilizzati per le comunicazioni con i nostri volontari in Ucraina pregasi inviare richieste affido temporaneo solo a mezzo email.

accoglienza@conadi.it

Grazie

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di Redazione

da www.gravidanzaonline.it
@Riproduzione Riservata del 14 gennaio 2022

Il sonno dei bambini non è sempre uguale. Cambia, a seconda del soggetto, ovvio. Ma cambia anche mese dopo mese e anno dopo anno. Vediamo come.-

Come il sonno e le ore di nanna dei bambini cambiano da 0 mesi a 10 anni

Mese dopo mese, anno dopo anno, il sonno dei bambini cambia: in termini di durata, esigenze e fasi. È un argomento di cui spesso si sa poco, il che è strano: visto che dormire – e soprattutto dormire bene – è un bisogno primario che impatta in modo significativo sulla qualità della vita di ogni singolo essere umano. A maggior ragione se questi è in una fase delicata come quella della crescita.

Del resto, se è vero che non esiste un solo sonno e che ci sono alcuni fattori interni biologici che mutano con il tempo; è altrettanto evidente che anche i fattori esterni giochino un ruolo importante, nel bene o nel male, sulla qualità del sonno dei bambini.

La temperatura e l’illuminazione della stanza della nanna, per esempio, sono determinanti nel permettere un buon riposo: entrambe non devono essere eccessive. Molti genitori sono convinti di aiutare i piccoli a non avere paura del buio lasciando loro la luce accesa, ma questo è un fattore a lungo andare deleterio per la qualità del sonno. Da qui la necessità semmai di optare per una sola piccola e soffusa luce notturna. Importantissimi sono, ovviamente, anche cuscini e materassi su cui i nostri bambini riposano che, no, non sono tutti uguali e vanno scelti con cura sulla base di criteri di qualità, materiali controllati e certificati, e dell’età e peso dei piccoli.

Ma andiamo con ordine. E proviamo prima a fare chiarezza sull’evoluzione del sonno dei bambini.

Come cambia il sonno dei bambini con l’età

Età diverse presuppongono esigenze diverse, anche per quanto riguarda il sonno. Imparare a conoscere le varie fasi del sonno del neonato e del bambino, è quindi utile affinché i genitori capiscano e sappiano riconoscere i bisogni e le necessità dei figli in un dato momento, con serenità e senza per questo diventare prede di inutili ansie.

Schematizzando in maniera molto semplice i primi anni di vita del bambino, potremmo così riassumere le varie fasi del sonno:

Le fasi del sonno del neonato e del lattante

  • 0-3 mesi
    I neonati possono dormire dalle 14 alle 17 ore al giorno, con intervalli più brevi viste le necessità di nutrirsi. È quindi raro che i neonati dormano tutta la notte senza svegliarsi, e i genitori devono essere consapevoli del fatto che potrebbero esserci variazioni nel sonno del neonato, che non per forza indicano un problema del sonno.
    Questo è il motivo per cui associazioni come l’American Association of Sleep Medicine o l’American Academy of Pediatrics hanno scelto di non indicare una quantità di sonno consigliata in maniera assoluta per i neonati sotto i quattro mesi.
  • 3 mesi
    In questo periodo i cicli di sonno del bambino sono costituiti da varie fasi: sonno leggero, in cui il bambino si sveglia facilmente;
    sonno profondo, quando dorme profondamente ed è immobile; fase del sogno, in cui i bambini sognano.
    Il sonno si allunga, tanto che il bambino potrebbe dormire fino a 4-5 ore per notte. La maggior parte dei neonati dorme comunque ancora tra le 14 e le 17 ore giornaliere.
  • 3-6 mesi
    Le ore di sonno scendono a 12-15 al giorno, mentre si allunga il sonno notturno, fino a sei ore per notte all’età di circa sei mesi.
    È comunque probabile che il bambino si svegli almeno una volta per notte.

Come favorire il sonno del neonato

Per garantire un sonno più sereno al piccolo può essere utile lasciarlo dormire in un sacco nanna, meglio se in cotone biologico come quelli proposti da Kadolis, che rispettano la pelle del neonato e lo aiutano a regolare la temperatura corporea autonomamente.

Le fasi del sonno del bambino dai 6 mesi ai 2 anni

  • 6-12 mesi
    Man mano che crescono i bambini tendono a dormire meno, tanto da arrivare, al compimento del primo anno, alle 11-14 ore al giorno. Aumentano però le ore notturne dormite, e la maggior parte dei bambini è pronta ad andare a nanna tra le 18:00 e le 22:00.
    Il ciclo del sonno è più simile a quello degli adulti, e i risvegli notturni sono quindi decisamente meno. Questo, ovviamente, non significa che non possa accadere.
  • 1-2 anni
    I bambini in questa età dormono generalmente tra le 11 e le 14 ore, ma diminuiscono le ore del pisolino, che passano a una o due giornaliere.

Come favorire il sonno del bambino

In questa fase può essere molto utile fare affidamento su un materasso evolutivo, della misura giusta affinché non ci sia spazio tra questo e le sbarre del letto, meglio se rigido o semiduro per garantire un sonno sicuro, e realizzato con materiali naturali come lattice, fibra di cocco o Tencel.
I materassi evolutivi proposti da Kadolis, ad esempio, grazie alla schiuma profilata garantiscono comfort e traspirabilità e hanno un lato “0-6 mesi”, più solido, per una posizione di riposo più sicura; e un lato “6 mesi e +”, in lattice, per offrire maggiore flessibilità.

Le fasi del sonno del bambino dai 3 anni

  • 3-5 anni
    I bambini in età prescolare dovrebbero dormire tra le 10 e le 13 ore totali al giorno, e i pisolini pomeridiani possono ridursi a uno soltanto.
  • 6-13 anni
    I pediatri consigliano di far dormire i bambini tra le 9 e le 11 ore al giorno. Trattandosi di bambini in età scolari molto diverse, la forbice delle variazioni è ampia. In genere i bambini che frequentano la scuola primaria hanno maggiore bisogno di dormire rispetto a quelli che frequentano la secondaria.

Da qui in poi, si entra nella fase adolescenziale, in cui il sonno ha altre caratteristiche ed esigenze.

6 abitudini o elementi esterni che possono influenzare il sonno

Come detto, svariate abitudini o agenti esterni possono contribuire a influenzare positivamente il sonno del bambino. Se, come abbiamo visto, per un neonato di pochissimi mesi è praticamente fisiologico dormire per brevi archi temporali, per i bambini più grandi le abitudini del sonno potrebbero dipendere o essere influenzati, in negativo ma anche in positivo, da svariati fattori esterni.
Vediamo i principali.

1. La sicurezza degli orari

L’importanza di dare degli orari e impostare pappa, gioco, pisolino e nanna secondo uno schema preciso dipende dal fatto che i bambini, specie si di pochi mesi, sono abitudinari e abbisognano di regolarità
. Per questo motivo, può essere utile creare anche una sorta di routine del sonno, ripetendo le stesse azioni tutte le sere così da abituare il bambino a quei comportamenti e fargli capire che significano nanna.

2. Respirazione. Tutto ok?

Problemi di respirazione, come le adenoidi (molto frequenti, tanto da interessare un bambino su 100 nella fascia di età tra i 3 e i 7 anni) possono comportare disturbi del sonno. In questo caso, la soluzione è un intervento chirurgico. Ci sono però altre problematiche, come asma, coliche, o dolori ai denti che possono rendere difficoltoso il sonno.

3. Il luogo della nanna

La cameretta e l’organizzazione degli spazi diventa di fondamentale importanza affinché essa rappresenti un luogo sicuro e confortevole per il bambino, in cui lui ami stare. Nella stanza ci deve essere la giusta temperatura, che consenta al bambino di restare vestito con indumenti leggeri e comodi.
Come già detto, meglio evitare di lasciare la luce accesa durante la notte: una luce notturna per non lasciarlo completamente al buio è più che sufficiente.

4. Materiali: sai su cosa dorme?

L’importanza della scelta di materiali di prima qualità è una priorità. Materassi, sacchi nanna, cuscini o lenzuola sono a diretto contatto con la pelle e le vie respiratorie del bambino e devono essere sicuri, confortevoli e non tossici.

Consigli per scegliere materiali sicuri e sani

  1. Scegli un materasso biologico
    materassi biologici Kadolis, ad esempio, sono completamente realizzati con materiali naturali e offrono un sonno più sano e un’aria più pulita nella stanza del bambino, mentre la noce di cocco o il Tencel aiutano a tenere lontani acari della polvere e batteri, rendendoli così antiallergici.
  2. Coperte e lenzuola senza elementi chimici
    Coperte e lenzuola devono essere un ambiente salutare per il bambino. Le coperte-giocattolo Kadolis in mussola di cotone biologico, senza alcun elemento chimico, garantiscono un sonno morbido e sicuro ai neonati; così come le lenzuola in cotone da agricoltura biologica, che permettono un’ottima regolazione della temperatura e l’assorbimento dell’umidità, indispensabile soprattutto per i bambini che sudano molto durante la notte.
  1. La scelta del pupazzetto
    Un dudù può essere il migliore amico del sonno del tuo bambino e agire su di lui con effetto calmante. Anche in questo caso, è il materiale e l’assenza di emissioni chimiche a determinarne la qualità.
  2. Letti e lettini: scegli green
    I lettini Kadolis sono completamente realizzati in legno certificato PEFC, più sano per i bambini ma anche per l’ambiente. Allo stesso modo, anche i letti per bambini più grandi, ispirati al metodo Montessori, con vernice a base d’acqua senza emissioni e legno certificato, offrono ai bambini un luogo sicuro dove poter riposare ma anche giocare.

5. No ai rumori

Spesso si tende a lasciare volutamente porte aperte perché i rumori della casa raggiungano il bambino durante la nanna con la funzione di ‘rassicurarlo’. In realtà, un sonno esposto al rumore è un sonno disturbato.

6. Niente tv, videogiochi o smartphone prima della nanna

Qualunque genere di dispositivo elettronico potrebbe disturbare il sonno o, se parliamo di bambini più grandi, indurli a restare svegli.
Anche il loro uso immediatamente prima della nanna espone i bambini alla luce blu e a stimolazioni che potrebbero rendere difficile l’addormentamento e meno profondo il sonno.

CAV Voghera

L'Associazione Vogherese di volontariato, che aiuta gratuitamente la donna in difficoltà ad accogliere la vita, superando le difficoltà.

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