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Chiesa di Milano: «Diamo Lavoro», un Fondo di successo: «Ti formo e poi ti assumo»

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da www.chiesadimilano.it
@Riproduzione Riservata del 05 aprile 2024

Al Centro congressi Cariplo presentati risultati e prospettive di sviluppo del progetto che la Diocesi conduce dal 2017 a favore dei disoccupati. Il confronto con le imprese, l’incoraggiamento dell’Arcivescovo.-

Un autentico strumento di politica attiva del lavoro. Capace in sette anni, nelle sette Zone pastorali della diocesi di Milano, di fornire opportunità di formazione professionale e poi di avviare a tirocinio in aziende industriali, artigianali e commerciali ben 1.332 persone rimaste senza lavoro, favorendo l’assunzione di 567 di esse (il 46% di chi ha concluso il percorso formativo in azienda, mentre 103 tirocini sono in corso), grazie a un significativo impiego di risorse economiche (4,65 milioni di euro), raccolte tra migliaia di donatori e utilizzate per coprire i costi del ciclo di formazione professionale e tirocinio in azienda e garantire indennità di partecipazione ai tirocinanti.

Da quando fu reso operativo (2017), sono questi i risultati principali conseguiti dal Fondo Diamo Lavoro, promosso per conto della diocesi di Milano da Caritas Ambrosiana e gestito attraverso il Servizio Siloe e la Fondazione San Carlo.

I dati

Tra gli individui avviati a formazione e a tirocinio dal Fondo, il 53% sono state donne e il 47% uomini, il 44% stranieri e il 56% italiani, il 15% under 24, il 29% tra 25 e 34 anni, il 20% e 21%, rispettivamente, tra 35 e 44 e tra 45 e 54 anni, il 15 over 55. I percorsi di tirocinio si sono svolti per il 14,8% in aziende di servizi alle imprese (soprattutto pulizie), per il 14,4% nella ristorazione, per il 13,9% nel commercio e per il 9,9% nell’istruzione (minori le percentuali relative ad altri comparti). Le aziende aderenti al Fondo erano, a fine 2023, ben 1.849 nell’intero territorio della Diocesi; molte hanno già ospitato almeno un tirocinio, altre sono disponibili a farlo.

Delpini: «Storia minore, alla portata di tutti»

I dati sull’attività del Fondo, gli esiti conseguiti grazie alla collaborazione con le imprese e le prospettive di sviluppo sono stati oggetto del convegno svoltosi questa mattina al Centro congressi della Fondazione Cariplo, in via Romagnosi a Milano.

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Il convegno alla Fondazione Cariplo

Sara Alberti, di Boston Consulting Group, ha riletto i risultati del progetto, soffermandosi sulle condizioni per il suo consolidamento; l’economista Tito Boeri e la sociologa Rosangela Lodigiani hanno approfondito il ruolo del Fondo, in relazione a un mercato del lavoro e a scenari socio-economici in costante evoluzione; tre protagonisti del progetto (due beneficiarie e una volontaria Caritas che seleziona i candidati) hanno fornito un saggio dell’impatto che l’esperienza è in grado di avere sulla quotidianità, professionale e non solo, di tante persone; infine, nella tavola rotonda di chiusura, rappresentanti di Confcommercio, Confartigianato e Assolombarda hanno portato, il punto di vista delle realtà imprenditoriali coinvolte.

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Il tavolo dei relatori

La mattinata è stata conclusa dall’intervento dell’Arcivescovo di Milano: «I cristiani sono quelli della storia minore – ha sostenuto monsignor Mario Delpini -. La storia che non fa cronaca. La storia di persone con nome e cognome, non di numeri e di percentuali. La storia che comincia quando si guarda in faccia una persona, una per una, e si chiede: “Vuoi provare a ricominciare? Possiamo darti una mano”. La storia che si scrive quando si guarda in faccia una persona, una per una, e si chiede: “Vuoi dare una mano, offrendo una possibilità di lavoro nella tua azienda? Possiamo accompagnare l’ingresso in azienda di un uomo, di una donna che ha avuto disavventure”. La storia minore è quella che racconta di gesti minimi, personali. Perciò è una storia che ciascuno può scrivere, facendosi avanti e dichiarando: “Non posso risolvere i problemi del mondo. Ma una mano posso darla. Eccomi. Ecco la mia offerta. Ecco un posto di lavoro”».

I Fondi diocesani: 15 anni di aiuti a 15 mila persone

Tutti questi interventi erano stati preceduti dalla relazione di Luciano Gualzetti (vedi qui le slides proiettate), direttore di Caritas Ambrosiana, che tra le altre cose è servita a evidenziare la parabola storica dei Fondi diocesani di sostegno a persone e famiglie in difficoltà a causa della perdita o mancanza di lavoro.

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Una delle slides proiettate

Dal 2009 al 2016, articolato in due fasi, il Fondo Famiglia Lavoro ha consentito di fronteggiare gli effetti locali di ricorrenti crisi economiche e monetarie globali, erogando 11 milioni di euro di aiuti (inizialmente sotto forma di contributi a fondo perduto, poi anche sotto forma di microcrediti e sostegni alla riqualificazione professionale), grazie ai quali sono state sostenute 10.700 famiglie.

Dal 2017 il Fondo Diamo Lavoro ha comportato, come detto, un’evoluzione degli sforzi e degli strumenti diocesani, nella direzione dei reinserimenti lavorativi tramite tirocini, essendo però affiancato (nel periodo 2020-’23) da un ulteriore strumento, il Fondo San Giuseppe, di orientamento emergenziale, avviato per dare sostegno a soggetti in difficoltà a causa della crisi economica innescata dal Covid e capace di erogare contributi a fondo perduto per 7,42 milioni di euro a 3.433 famiglie.

Nel complesso, lo sforzo della Diocesi ambrosiana, nelle diverse fasi e attraverso diversi strumenti, in 15 anni ha consentito di aiutare oltre 15 mila persone senza lavoro e i loro familiari (su un totale di oltre 19 domande ricevute), grazie all’impiego di quasi 33,5 milioni di euro (sui 34,5 raccolti).

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Le dichiarazioni

«La Diocesi di Milano ha avuto il coraggio di effettuare un investimento importante, finalizzato a ribadire la centralità del lavoro per la dignità di ogni uomo e la coesione sociale del territorio – ha commentato Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana -. Tale investimento è stato fatto evolvere da un approccio erogativo e assistenziale a un’impostazione formativa e promozionale. Il sistema che alimenta il Fondo Diamo Lavoro è oggi capillarmente radicato nel territorio diocesano. Ascolto, selezione e invio dei candidati avvengono a cura di 360 volontari attivi in 75 Distretti del Fondo, i quali indirizzano al Siloe le persone di cui, in molti casi, i Centri d’ascolto seguono l’accompagnamento sociale anche sotto altri profili, secondo una logica di presa in carico integrale delle persone in difficoltà. Puntiamo ad attivare coloro che si rivolgono ai nostri centri: l’immissione diretta nei tirocini risponde a questa logica. Ci riusciamo grazie alla generosa disponibilità e alla diffusione delle aziende nostre partner, senza le quali non potremmo sviluppare tante opportunità di ingresso o reingresso nel mercato del lavoro. Le aziende, d’altro canto, in tempi di non sempre agevole ricerca di manodopera, godono del beneficio di impiegare tirocinanti il cui costo è coperto dal Fondo, e supportati dalla rete Caritas: la validità di questa impostazione è testimoniata dall’alto tasso di assunzioni che si registra alla fine dei periodi di tirocinio».

«Il lavoro è un aspetto fondamentale della vita di una persona – ha dichiarato introducendo la mattinata Giovanni Azzone, presidente di Fondazione Cariplo, uno dei maggiori donatori ai fondi diocesani -. Per il suo sostentamento economico e per le sue dignità, realizzazione e inclusione. È significativo che siano enti non profit ad attivarsi su questo fronte, grazie allo sprone della Diocesi di Milano e dell’arcivescovo Delpini.
Siamo al fianco di questa iniziativa perché coglie un bisogno fondamentale. Per affrontare problemi di questa rilevanza, dobbiamo stringere un patto tra il non profit, le aziende e gli enti pubblici. Il problema va affrontato facendo fronte comune, sia che riguardi i giovani che non riescono a entrare nel mondo del lavoro, sia che riguardi gli adulti che ne sono stati espulsi».

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