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VOGHERA: Disturbi alimentari. Al Teatro San Rocco le Associazioni parlano di disagio e speranza con i giovani delle scuole

VOGHERA – Non è una donna qualunque quella che parla sul palco. È la mamma di Chiara. Una vita spezzata a soli ventitré anni dall’anoressia, una malattia, insiste Anna Martelli – mamma di Chiara e Presidentessa dell’Associazione Amici di Chiara – che affonda le sue radici in qualcosa di difficile a definirsi: il disagio giovanile. Ci sentiamo a nostro agio quando siamo nel posto giusto al momento giusto, sicuri di noi e dell’affetto e della comprensione delle persone che ci circondano. Dunque il disagio è la negazione del benessere in tutti i sensi.

È incomunicabilità, solitudine, senso di inadeguatezza, vergogna e paura. È una fortezza vuota, un labirinto che in un gioco di specchi ti conduce in un punto di non ritorno. Ed è proprio in tanta disperazione che intervengono le Associazioni di volontariato.

Le testimonianze ci raccontano di poveri corpi martoriati, nutriti di pensieri distorti che hanno perso il contatto con la realtà. I volontari tessono un filo, un fragile ponte per riportare alla vita chi si è perduto, chi non trova la strada del ritorno. Guarire si può.

Sono tanti gli amici di Chiara che venerdì scorso si sono incontrati al Teatro San Rocco: medici, psichiatri, ricercatori, terapeuti, docenti, poeti e cantanti. Ma soprattutto giovani, dalle Medie e dalle Scuole Superiori, perché il malessere comincia in età sempre più precoce e non bisogna mai trascurarne i segnali.

Sul palco si avvicendano gli specialisti del settore a raccontarci in cifre e in parole la nuova emergenza rappresentata da tutte le diverse tipologie di disturbo alimentare. Ma si parla anche di handicap e di quella diversità che tanto intimorisce chi si ritiene normale. Sono loro, i “diversi”, a raccontarsi con un sorriso e con una sincerità tanto disarmante da far cadere ogni nostro pregiudizio. Giorgio Macellari canta per Chiara Hallelujah di Leonard Cohen e Davide De Stefani (ex alunno della Scuola Don Orione) “Quella che non sei” di Ligabue, dedicata a tutte le Chiare intrappolate nel loro castello di specchi.

Da questo Convegno, tanto ricco di testimonianze e di contenuti, ce ne andiamo con una speranza in più. Chiara oggi avrebbe quarant’anni. Il suo giovane volto, racchiuso nel logo dell’Associazione, è il simbolo di ogni giovane vita strappata a una fine crudele. È la rivincita di Chiara e di tutti quelli che ancora le vogliono bene.

da www.vogheranews.it

@Riproduzione Riservata del 19 ottobre 2018

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