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Vaccinazioni obbligatorie. Il Consiglio di Stato dà ragione al Comune di Trieste

Confermata la legittimità della norma che prevede l'obbligo per i bambini da zero a 6 anni iscritti ai servizi educativi del Comune di Trieste.-
Il Consiglio di Stato si è pronunciato oggi, in sede cautelare, con l'ordinanza n.1662, sull'obbligo di vaccinazione introdotto dal Comune di Trieste per l'accesso ai servizi educativi comunali da 0 a 6 anni (nido, scuola materna, spazi gioco, servizi integrativi, sperimentali e ricreativi).
La legittimità di tale obbligo era stata contestata da alcuni genitori sulla base del cosiddetto principio di precauzione, non avendo avuto dalle autorità sanitarie una completa informazione sul rapporto costi/benefici delle vaccinazioni (inclusa la possibilità di eseguire preventivi accertamenti sanitari per poter escludere il rischio di reazioni avverse). Il Consiglio di Stato ha rigettato la domanda cautelare dei ricorrenti (confermando la decisione assunta dal Tar Friuli Venezia Giulia, sede di Trieste, n. 20/17), evidenziando come l'obbligo di vaccinazione, oltre ad essere coerente con il sistema normativo generale in materia sanitaria e con le esigenze di profilassi imposte dai cambiamenti in atto (minore copertura vaccinale in Europa e aumento dell'esposizione al contatto con soggetti provenienti da Paesi in cui anche malattie debellate in Europa sono ancora presenti), non si ponga in conflitto con i principi di precauzione e proporzionalità.
"La velocità della risposta del Consiglio di Stato nel rigetto della sospensiva è significativa verso il significato del nostro lavoro, e prelude a una sentenza per noi confortante". È il commento dell'assessore all'educazione del Comune di Trieste, Angela Brandi, all'ordinanza con cui il supremo organo amministrativo ha rigettato l'istanza di sospensiva contro la sentenza del Tar FVG che aveva confermato la delibera sulla vaccinazione obbligatoria per l'accesso agli asili nel capoluogo giuliano. "Siamo un caso-pilota - ha proseguito Brandi - e agiamo nell'unico interesse della tutela della salute pubblica, soprattutto in questi tempi di polemiche e confusione su questo tema".
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 21 aprile 2017

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