logo sito cav

CAV - Centro di Accoglienza alla Vita Vogherese ODV

Via Mentana n. 43
27058 Voghera (PV)
Tel: 349 4026282
email: cavvoghera@virgilio.it
Visualizzazioni:
77

Regno Unito, mai più preghiere davanti alle cliniche per l’aborto

di Patricia Gooding-Williams
da www.lanuovabq.it
@Riproduzione Riservata del 09 marzo 2023

Approvata definitivamente dalla Camera dei Comuni la legge che crea zone-cuscinetto davanti a edifici “sensibili”. Ampi poteri discrezionali alla polizia, punite anche conversazioni consensuali e preghiere in silenzio. La protesta di alcuni deputati: un attentato alla libertà e alla democrazia.-

I cittadini del Regno Unito sono andati a letto lo scorso martedì 7 marzo, in un Paese che aveva compiuto un significativo passo verso la trasformazione in uno stato di polizia, con la prospettiva della minaccia di essere condannati per "reati di pensiero”. È già chiaro che la controversa e antidemocratica legge sull'ordine pubblico (POB), votata da una netta maggioranza alla Camera dei Comuni due giorni fa, colpirà duramente le libertà democratiche.

Forse il POB, che conferisce alla polizia "poteri aggiuntivi per reprimere comportamenti” che causano "fastidio, molestia, allarme o angoscia" potrebbe sembrare innocuo. Ma, in realtà, il disegno di legge, inteso a inasprire le leggi contro le violente proteste che hanno recentemente caratterizzato il Regno Unito, è stato pesantemente strumentalizzato dai politici abortisti anche per reprimere il movimento pro-vita e censurare le libertà fondamentali e le scelte alternative all'aborto.

La parte più controversa e dibattuta del POB è la clausola 10 che introduce "zone cuscinetto" per un raggio di 150 m attorno a ogni struttura per aborti in Inghilterra e Galles. La legislazione draconiana rende un reato penale – punibile con multe da cento a mille sterline e iscrizione al casellario giudiziale – l'esercizio di qualsiasi forma di influenza al di fuori di una struttura per l'aborto. Le azioni che potrebbero essere percepite come "influenti" includono il coinvolgimento in conversazioni relative all'aborto anche se sono consensuali e preghiere in silenzio. Ironia della sorte, i poteri concessi dal POB sono così influenti che non solo soffocano il modesto sostegno a favore della vita che ancora esiste nel Regno Unito, ma annullano anche le basi democratiche che un tempo hanno reso grande la Gran Bretagna: libertà religiosa, libertà di movimento, libertà di parola e la libertà di protestare pacificamente.

Gli avvertimenti che la legge potrebbe rivelarsi una vittoria di Pirro di cui il Parlamento si dovrà pentire, sono stati espressi con chiarezza durante il dibattito alla Camera dei Lord. Alcuni pari hanno sostenuto che si trattava di un attacco ai diritti fondamentali dei cittadini e che opporsi a tale censura non richiedeva opinioni a favore della vita. Uno dei relatori, la baronessa Claire Fox, pur credendo che le donne debbano avere “il massimo accesso al diritto all'aborto”, ha però dichiarato: “Una donna che può non essere sicura e che ci sta ancora riflettendo pur recandosi all’appuntamento per l’aborto, potrebbe ricevere un volantino che le può far dire: ‘Ho cambiato idea, potrebbe esserci la possibilità di un sostegno concreto alla gravidanza". Qualunque sia la ragione, questa è la loro scelta. Il punto è che io sono a favore della libera scelta. Non voglio che miniamo il ruolo delle donne per il nostro entusiasmo nel sostenere leggi che pure sono presentate per la protezione delle donne”.
I Lord in effetti avevano rispedito il disegno di legge ai Comuni con numerosi emendamenti raccomandati per il dibattito.

Nel dibattito finale alla Camera dei Comuni, Sir John Hayes, membro per South Holland e The Deepings, ha sottolineato: “Qui il tema è la libertà; (…) Riguarda la capacità di pensare, parlare e pregare liberamente”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il deputato conservatore Andrew Lewer (Northampton South), che ha tentato di ridurre la gravità della legge proponendo un emendamento per proteggere la preghiera silenziosa e la conversazione consensuale. "La polizia non dovrebbe chiedere 'A cosa stai pensando?!'", ha detto Lewer, per poi continuare: “Una censura di questo tipo è il classico piano inclinato. Potrebbero non essere i tuoi pensieri ad essere incriminati oggi, ma penso che dovremmo tutti stare attenti a non aprire la porta a quel domani in cui sarà colpita qualsiasi altra opinione che le persone potrebbero avere su qualcos'altro”. L’allarme non è stato ascoltato: il suo emendamento è stato bocciato con 299 voti contro 116.

Evidentemente, la maggioranza degli attuali parlamentari del Regno Unito, votati democraticamente dall'elettorato per le loro posizioni su determinate questioni, non crede che al pubblico britannico debba essere concesso lo stesso lusso. Per la prima volta nella storia britannica moderna, proprio per evitare che le persone si ritrovino in conversazioni consensuali sul delicato tema dell'aborto, il Parlamento ha conferito alla polizia ampi poteri legali per incriminare e condannare le persone per i loro pensieri e il contenuto dei loro discorsi in queste zone-cuscinetto, pensieri e discorsi che in qualsiasi altra zona del Paese sarebbero del tutto legittimi.

Certo, è facile sostenere la libertà di parola quando tutti sono d'accordo con ciò che viene detto. Ma è quando la conversazione diventa difficile e divisiva che una democrazia viene messa alla prova. E il Parlamento britannico si è assunta la responsabilità di decidere per le donne quali informazioni possono ricevere, dove e da chi, cancellando oltre mille anni di legislazione che protegge i diritti individuali alle libertà fondamentali.

Il voto è arrivato appena un giorno dopo che Isabel Vaughan-Spruce, cattolica e co-direttrice di March for Life UK, è stata arrestata per la seconda volta per aver pregato in silenzio vicino alla clinica BPAS Robert a Kings Norton, Birmingham, in base a un ordine di protezione degli spazi pubblici. Isabel era stata assolta appena tre settimane prima dal tribunale dei magistrati di Birmingham insieme a padre Sean Gough, un prete di Wolverhampton che anche lui aveva pregato in silenzio fuori dalla stessa clinica mostrando un cartello con la scritta "Pregando per la libertà di parola”. D'ora in poi, i cittadini britannici dovranno pagare una "tassa" se vorranno pregare in queste “zone cuscinetto”.

Paradossalmente, in occasione della Giornata internazionale della donna di quest'anno, nel Regno Unito le donne sono meno libere. Spesso la decisione di abortire è la manifestazione superficiale di un problema molto più profondo. Un sondaggio del 2022 commissionato dalla BBC ha mostrato che il 15% delle donne di età compresa tra i 18 e i 44 anni ha affermato di essersi sentita sotto pressione per abortire contro la propria volontà. Il 2021 ha registrato il numero di aborti più alto di sempre, eppure invece di offrire alle donne maggiori opportunità di guardare alle alternative, il Parlamento ha adottato misure per reprimere coloro che aiutano le donne in alcune delle situazioni più difficili.

Reazioni allarmate sulla legge sono state espresse anche a livello internazionaleCinque Relatori Speciali delle Nazioni Unite hanno espresso gravi preoccupazioni sul fatto che il disegno di legge riduca i diritti umani, compreso il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'EuropaAmnesty International ha fatto paragoni con le politiche repressive in Russia e Bielorussia, mentre un gruppo di abitanti di Hong Kong ha paragonato le misure a quelle usate contro le proteste per la democrazia a Hong Kong. Human Rights Watch ha avvertito che il Regno Unito rischia di essere aggiunto alla lista dei Paesi che violano i diritti umani.

Top