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Ragazzi iperconnessi: uno su 4 rischia il benessere psichico. Il 75% sogna il corpo degli influencer

di Fabiana Cofini

da www.rainews.it
@Riproduzione Riservata del 28 novembre 2023

Sono i dati emersi dall’indagine promossa dall’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, GAP, cyberbullismo) in collaborazione con il portale Skuola.net su un campione di 1.668 giovani tra i 9 e i 19 anni.-

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Adolescenti, ragazzini e piattaforme social: un rapporto sempre più stretto, ma potenzialmente sempre più nocivo.

E’ quanto emerge dall’indagine promossa dall’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, GAP, cyberbullismo) in collaborazione con Skuola.net, il portale di informazione rivolto agli studenti. 

Il sondaggio ha raggiunto un campione di 1.668 giovani di età compresa tra i 9 e 19 anni. Gli esiti sono stati analizzati in occasione della Settima Giornata Nazionale sulle dipendenze tecnologiche e cyberbullismo, il 25 novembre scorso a Firenze, e mostrano comportamenti allarmanti nella generazione Z.

Una generazione sempre più connessa, ma anche più isolata. L’utilizzo che fanno i ragazzi dei social è molto passivo e molto poco attivo, ma può spingere verso comportamenti sbagliati e, nei casi più gravi, avere riflessi negativi sulla psiche dei più giovani.

Giovani e social: sempre più connessi, ma passivi

Il 44% dei ragazzi tra i 9 e i 19 è iscritto a tre social network (Instagram, TikTok e YouTube i più gettonati) e li utilizza per due o tre ore al giorno. Il 73% li usa soprattutto per guardare i contenuti altruiil 34% ha creato profili fake per controllare chi li ha bloccati o per fare nuove conoscenze senza mostrare la propria identità. 

Tra gli allarmi più concreti poi, emersi dall'indagine, c'è la solitudine digitale, come spiega nel video che segue Giuseppe Lavenia, psicologo, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te.

I genitori e l'educazione digitale

“Che gli adolescenti facciano fatica a limitare il tempo trascorso sui social media potrebbe essere indice di una potenziale dipendenza tecnologica. Questo aspetto, spesso sottovalutato, richiede una maggiore attenzione e comprensione da parte di tutti, in primis da parte dei genitori, per prevenire conseguenze a lungo termine sulla salute mentale. Più che vietarne l’uso, però, dovremmo indirizzare i nostri ragazzi verso una maggiore consapevolezza, attraverso l’educazione digitale. Che, visto il trend, dovrebbe diventare motivo di insegnamento già nell’età dell’infanzia nelle scuole”, osserva Giuseppe Lavenia.

Soprattutto i genitori, dunque, devono saper leggere alcuni campanelli d'allarme. 

L'impatto degli influencer sul rapporto dei giovani con il corpo

Un altro campanello d’allarme è quello che vede il 75% dei giovani utenti delle piattaforme confrontare il proprio corpo con quello degli influencer o di altre persone che seguono con regolarità: tra questi, ben il 46% ha ammesso che il confronto ha influito sull’immagine di sé ed è stato motivo di una variazione nel proprio comportamento alimentare. Relativamente all’immagine corporea, il 65% degli intervistati dice anche di aver mai parlato con nessuno di come percepisce il proprio corpo e del perché ha adottato variazioni nello stile alimentare. Il 31%, infine, ha provato diete o allenamenti proposti dagli influencer.

“Questi dati devono farci riflettere: se i modelli dei giovani sono gli influencer, vuol dire che non ci sono più tanti modelli così forti nella vita offline. Inoltre, questa tendenza non solo distorce la percezione della realtà, ma alimenta anche una costante insoddisfazione e una potenziale insicurezza nell'immagine di sé, con tutte le conseguenze che ne possono derivare sul benessere psicologico dei giovani, già parecchio provato dagli eventi degli ultimi anni, e sulle loro relazioni future”, fa notare Giuseppe Lavenia, che aggiunge: “C’è un impatto emotivo negativo dei social media, come indicato dal 40% degli adolescenti che sperimentano sentimenti di depressione, ansia, gelosia e invidia, rivela una vulnerabilità psicologica”.

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