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QUANDO NELLA PREGHIERA DICIAMO «SIGNORE» A CHI CI RIVOLGIAMO?

di Silvano Sirboni

Quando pregando diciamo «Signore» a chi ci rivolgiamo, a Dio Padre, alla Trinità o a Gesù Cristo?

Francesco
 

La domanda ci immerge nell’ oceano infinito dei due più grandi misteri della fede: l’ unità e la trinità di Dio; l’ incarnazione, passione e morte di Cristo. A partire dai Vangeli (da quello secondo Giovanni in particolare), dalle Lettere di san Paolo e dall’ Apocalisse fino alle solenni dichiarazioni del concilio di Calcedonia (451) c’ è un crescendo nella Chiesa nell’ affermare l’ unità delle tre Persone nella stessa natura divina, pur nella distinzione e diversità dei ruoli (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, Compendio n. 49).

È significativo che il concilio di Ippona (393), a scanso di equivoci, abbia dovuto stabilire che le orazioni liturgiche debbano sempre essere rivolte al Padre, similmente alla conclusione del Canone romano: «Per Cristo che è Dio e vive e regna con te nell’ unità dello Spirito Santo». Verso la fine del primo millennio, per combattere l’ arianesimo persistente, si incominciò a formulare orazioni liturgiche rivolte direttamente a Cristo. Pertanto il termine «Signore» è appropriato a tutte e tre le Persone divine, compreso lo Spirito Santo «che è Signore e dà la vita». È dal contesto che si deduce a chi sia rivolta l’ orazione senza perdere mai di vista l’ unità inseparabile dell’ agire trinitario.

da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 31 maggio 2019

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