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Quali sono le novità per il congedo parentale? Da ora arriva fino a nove mesi e ai 12 anni di età

Roberta Raviolo
di Roberta Raviolo, Laureata in Lettere

da www.bimbisaniebelli.it
@Riproduzione Riservata del 07 aprile 2022

Tra le novità per il congedo parentale c’è il passaggio da sei a nove mesi e fino ai 12 anni dei figli e l’attenzione alle famiglie monogenitoriali. Novità anche per i papà.-

Tra le novità per il congedo parentale c’è il passaggio da sei a nove mesi e fino ai 12 anni dei figli e l’attenzione alle famiglie monogenitoriali. Novità anche per i papà.

Quali sono le novità per il congedo parentale? Da ora arriva fino a nove mesi e ai 12 anni di età

In arrivo novità per il congedo parentale, il periodo durante il quale i genitori possono assentarsi dal lavoro per occuparsi dei figli, pur percependo parte dello stipendio. Ecco che cosa è cambiato rispetto a prima.

Congedi parentali, quali sono le indicazioni?

Le novità per il congedo parentale hanno l’obiettivo di distribuire in modo equilibrato i carichi di cura dei figli all’interno dei nuclei famigliari e di equilibrare le responsabilità, favorendo la parità di genere. Sono due provvedimenti approvati da poco dal Consiglio dei Ministri, ispirati alle indicazioni dell’Unione Europea che estendono i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Una prima novità prevede che la durata complessiva del diritto del “genitore solo” passi da 10 a 11 mesi, con l’intento di dare sostegno ai nuclei familiari monoparentali.
Altra novità per il congedo parentale è la durata dell’indennità: prima di queste modifiche il genitore percepiva il 30% della retribuzione, in tre mesi per ciascun genitore, per un periodo totale complessivo di sei mesi. Ora il decreto aggiunge ulteriori tre mesi, che possono essere utilizzati dall’uno o dall’altro genitore e in alternativa tra loro, sempre con un’indennità del 30%. I mesi di congedo parentale che ha diritto a indennità passano quindi da sei a nove in totale.

In che cosa consiste il congedo parentale per casi particolari?

Si tratta di determinate situazioni che richiedono un occhio di riguardo. È il caso per esempio dei nuclei famigliari con un figlio disabile, che ha quindi bisogno di maggiori attenzioni. Se il figlio è soggetto a una forma di disabilità seria i genitori, in alternativa tra loro, hanno diritto, per il periodo di prolungamento fino a tre anni, di un’indennità del 30%. Cresce anche l’età del bambino per il quale i genitori, naturali, adottivi o affidatari, possono usufruire del congedo parentale: si arriva, infatti, a 12 anni. Un altro caso particolare è quello delle lavoratrici autonome e libere professioniste, che si vedono oggi esteso il diritto all’indennità di maternità, anche in caso di astensione anticipata dal lavoro per una gravidanza a rischio.

Che cos’è il congedo di paternità?

È il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro che spetta al padre del bambino. Anche per il recente congedo di paternità obbligatorio di 10 giorni interi (ossia, che non si possono suddividere in ore), ci sono novità dopo queste modifiche. Il papà che lavora lo può richiedere dai due mesi precedenti al parto ai cinque successivi alla nascita del bambino. Per quanto riguarda i congedi di paternità per lo smart working, i datori devono dare precedenza negli accordi alle richieste dei lavoratori con figli fino a 12 anni di età. Il lavoratore che avanza la richiesta non può essere demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto peggiori condizioni di lavoro.

In sintesi

Che cosa si intende per congedo parentale?

È un periodo di astensione facoltativo dal lavoro al quale i genitori hanno diritto, per poter stare più vicini al bambino nei primi anni di vita, accudendolo se sta poco bene e per soddisfare la necessità affettive e relazionali del bambino.

Come si può richiedere il congedo parentale?

Il genitore presenta al datore di lavoro la domanda di congedo con un anticipo di alcuni giorni, specificando il periodo di congedo e allegando alcuni documenti, tra cui il certificato di nascita da cui risulti la paternità o la maternità e la dichiarazione di responsabilità dell’altro genitore che riporti il periodo di congedo eventualmente fruito per il figlio.

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