«ORATORI ESTIVI, LA SCOMMESSA È TORNARE A RELAZIONI PIÙ VERE»
di Antonio Sanfrancesco
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 23 gennaio 2023
Dopo la pandemia, il Grest torna a pieno regime con migliaia di strutture aperte in tutta Italia. Il responsabile nazionale della Pastorale giovanile della Cei, don Michele Falabretti: «C'è bisogno di stare insieme e guardarsi negli occhi». Ad agosto a Lisbona la Giornata mondiale della Gioventù con papa Francesco dove parteciperanno oltre sessantamila ragazzi italiani.-
Sete di comunità. Può sembrare banale, o una frase fatta, ma è questo il senso profondo dell’oratorio estivo, il Grest, che riapre le porte ai ragazzi dopo gli anni incerti della pandemia e la (parziale) ripresa dello scorso anno.
Da Nord a Sud, ottomila oratori sono pronti ad accogliere due e milioni e mezzo di ragazzi e quattrocentomila animatori.
Si torna alle modalità tradizionali e a pieno regime con una durata media delle attività di 3-4 settimane subito dopo la chiusura delle scuole.
«C’è bisogno d’inclusione, di relazioni», dice don Michele Falabretti, responsabile nazionale della Pastorale giovanile della Cei, «ma senza isterismi o paure. Nel metaverso le persone, in carne e ossa, vengono invitate a interagire in un luogo reale ma smaterializzato. Il Grest rappresenta l’occasione per costruire un sistema di relazioni alternativo, diverso, forse più umanamente gratificante».
Il responsabile del Servizio nazionale di Pastorale giovanile della Cei, don Michele Falabretti, 55 anni. Nella foto in alto, un momento dell'inaugurazione dell'oiratorio salesiano di Schio (Vicenza) completamente ristrutturato
Giochi, escursioni, preghiera, riflessione, svago. Gli ingredienti sono quelli di sempre ma lo stare insieme non è mai qualcosa di scontato, o banale: «Non ha senso», avverte Falabretti, «imprecare contro il mondo che cambia o sparare che ritorni indietro. Il metaverso, i social, l’intelligenza artificiale sono processi inarrestabili e irreversibili. Però noi, come educatori, possiamo aiutare i ragazzi a capire che oltre al metaverso esistono ancora il loro corpo, gli occhi, le mani, lo sguardo, e l’incontro più vero e profondo nella vita è quando si sta insieme, ci si parla, si scambiano esperienze. Il valore eterno della comunità, della comunione, dell’amicizia, dell’imparare a crescere insieme, caratteristica principale dei centri estivi, assume oggi un significato più forte perché siamo in un mondo dinamico e di grandi cambiamento. Il Grest ha la capacita di strappare i ragazzi dai dispositivi tecnologici e immetterli in una situazione nuova. Il fatto di andare in piscina o fare un’escursione insieme li riporta a relazioni che sono più vere e più umane».
Sui territori, soprattutto quelli delle periferie delle grandi città, il Grest è anche un potente fattore d’integrazione perché vi partecipano anche ragazzi di altre religioni, soprattutto musulmani: «È un altro segnale della vitalità e dell’importanza del Grest».
Questo è l’anno della Giornata mondiale della gioventù (Gmg) di Lisbona, in programma dal 1° al 6 agosto. Doveva svolgersi nel 2022 ma a causa della pandemia papa Francesco ha deciso di posticiparla di un anno. Un appuntamento che continua ad attrarre i giovani da ogni parte del globo anche se quest’anno, anche a causa dell’aumento dei prezzi dei trasporti, si sono avvertite più difficoltà.
Gli italiani iscritti sono circa sessantamila. Nella capitale portoghese arriveranno centootto vescovi, «è la conferenza episcopale più numerosa», sottolinea Falabretti, «più della metà dei vescovi italiani si muoverà per accompagnare i ragazzi».
Il 2 agosto nel quartiere di Algés si svolgerà la festa degli italiani: «Sarà una serata incentrata sulla riflessione e la meditazione a partire dal viaggio di Maria per andare a trovare la cugina Elisabetta che è anche il tema scelto dal Papa per quest’anno».
Qual è l’identikit dei ragazzi che vanno a Lisbona? «Oggi», è la riflessione di Falabretti, «non esistono più le categorie vicino/lontano. I gruppi dei ragazzi non sono omogenei e raccolgono sensibilità molto diverse: devoti, convinti, dubbiosi, ragazzi felicemente al mondo che non si fanno troppe domande e non si pongono problemi. Magari con alcuni di loro costruire un dialogo è più difficile ma non dobbiamo scoraggiarci né giudicare. Abbiamo nel cuore il nostro messaggio, quello del Vangelo, e se lo mettiamo davanti agli altri in maniera persuasiva farà la sua strada nel cuore delle persone anche se non è la strada che abbiamo immaginato o progettato noi. I processi sono lunghi, elaborati, tortuosi, imprevedibili».
Il quotidiano cattolico francese La Croix ha svolto un sondaggio per tracciare l’identikit dei trentamila giovani francesi che andranno a Lisbona definendoli “fervorosi e controcorrente”: «Rispetto alla Francia che esprime un cattolicesimo più identitario», commenta Falabretti, «noi abbiamo avuto sempre ragazzi diversi, che tengono insieme molte appartenenze. Alla Gmg ci saranno giovani curiosi, in ricerca, più convinti. È una grande ricchezza».