Nuove prospettive per il contrasto all’uso delle droghe tra gli adolescenti
di Rosalba Miceli
da www.lastampa.it
@Riproduzione Riservata del 14 agosto 2023
L’edizione 2023 della Summer School sulle droghe, organizzata dal Forum Droghe e dal Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), è dedicata al tema “Just say [NO] Know! - Oltre la “war on drugs” dichiarata agli adolescenti.
L’evento si svolgerà dal 31/08/2023 al 02/09/2023 presso la Città dell’Altraeconomia (Testaccio, Roma).
La Summer School intende analizzare limiti e danni correlati ad una prospettiva tendenzialmente punitiva, esplorando tutte le altre possibili alternative, con particolare attenzione a quelle proattive e di promozione delle competenze dei più giovani, che già sono in fieri sul territorio ma fanno fatica ad affermarsi, soprattutto all’interno degli istituti scolastici.
Proprio la scuola può rappresentare un contesto privilegiato per lavorare sulle droghe. Ma al di là dei controlli periodici delle forze dell’ordine, spesso coadiuvati dai cani poliziotto (che annusano aule, spogliatoi e studenti), quali altri interventi, meno invasivi e più rispettosi dell’individualità del giovane (già consumatore o solo eventuale consumatore) sono possibili da parte di presidi, insegnanti ed educatori?
Nel corso della Summer School si confronteranno prospettive, saperi e mondi diversi, della scuola, degli interventi sulle droghe, della ricerca, cercando di creare delle interconnessioni tra una riflessione scientifica e politica e le pratiche educative e di empowerment (processo di crescita del singolo o del gruppo, basato sul potenziamento dell’autostima, dell’autoefficacia e dell’autodeterminazione). Ma ci sarà spazio anche per le voci dei diretti interessati, studenti e studentesse, a vari livelli del percorso formativo, già coinvolti in alcune città mediante incontri e focus group.
Sono trascorsi diversi decenni dal quel “Just say NO!” lanciato da Nancy Reagan per promuovere l’obiettivo del consumo zero tra i giovani negli Stati Uniti, poi ripreso da altri Paesi del mondo. Un obiettivo ambizioso che tuttavia non ha mai raggiunto i risultati sperati, creando stigma e marginalizzazione sociale tra i consumatori più giovani, mentre il fenomeno del consumo di droghe si è esteso trasversalmente in tutte le fasce sociali.
«Un solco incolmabile si è andato creando tra vissuti e percezioni dei ragazzi e delle ragazze e mondo adulto, scuola, genitori, in una mancanza di ascolto, comprensione e dialogo destinata al peggiore dei fallimenti: quello di non saper fornire ai più giovani la consapevolezza, la conoscenza e la competenza necessarie per gestire una esperienza sempre più diffusa, evitando che si traduca in un eccesso e in un problema - spiegano gli esperti del CNCA sul sito: https://www.cnca.it/, nella pagina dedicata all’evento -. La “war on drugs” dichiarata contro i ragazzi e le ragazze ha trovato nel tempo molti oppositori. Dagli stessi USA, dove al “Just say No” si è andato contrapponendo il “Just say Know” di figure di pedagogisti come Rodney Skager e Marsha Rosembaum, creatori dell’approccio “Safety first”, centrato sul realismo circa le scelte e le esperienze dei ragazzi, in dialogo con loro e con i loro consumi, e sulla priorità della messa in sicurezza di chi usa; fino all’esperienza italiana che, facendo tesoro dello sviluppo in molti territori dell’approccio di riduzione del danno e del rischio degli anni ‘90, era riuscita per una breve stagione a influenzare anche le campagne nazionali».
A che punto siamo adesso? «Sul piano della conoscenza delle sostanze e della comunicazione attorno al loro uso, il mondo dei social fa la differenza con il secolo scorso. Con luci e ombre: il potenziale positivo della circolazione libera di una infinità di informazioni, accessibili e plurali, fruibili senza alcuna intermediazione adulta, foriera, anche, di uno scambio tra pari; al contempo il rischio di una informazione fuori controllo sotto il profilo dell’attendibilità - sottolineano gli esperti del CNCA -. È per questo che ragionare solo di buone metodologie di lavoro con i ragazzi/e non basta, se si lascia nell’implicito e nel non detto l’approccio che si adotta e dove si vuole andare a parare. In particolare, si tratta di reinterrogare le nostre pratiche e i nostri saperi accumulati nel tempo per confrontarli, soprattutto sul piano della comunicazione e del confronto con i gruppi di pari, con le specificità di un’età giovanile tendente a esplorare i propri limiti e a vivere situazioni di rischio, a ricercare i propri orientamenti e piaceri, poco incline e seguire regole esterne, ma attenta a condividerle nel gruppo».