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Noi Provincia Pavese in visita al palazzo dei carabinieri gioiello del Settecento


Dall’11 gennaio, per quattro venerdì, alla scoperta delle bellezze custodite nell’edificio di fianco alla chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro.-
Lieto sartori
“Noi Provincia Pavese” va alla scoperta di uno dei tesori nascosti di Pavia: il palazzo del Settecento, ex convento dei Canonici Lateranensi, che oggi ospita i carabinieri, in piazza San Pietro in Ciel d’Oro. Grazie alla disponibilità del comandante, il colonnello Danilo Ottaviani, e alla sensibilità dei vertici dell’Arma, per la prima volta il palazzo dove lavorano un centinaio di carabinieri che coordinano l’intera provincia di Pavia, aprirà al pubblico e sarà quindi possibile visitare alcuni spazi con dettagli artistici sull’edificio e cenni sul lavoro quotidiano dei carabinieri.

Venerdì 11 gennaio, il direttore della Provincia Pavese e il comandante della caserma accompagneranno i lettori in una visita esclusiva (che si replicherà anche il 18 e 25 gennaio e il primo febbraio). Quattro turni in mattinata, tra le 11 e le 12, per gruppi di 20 persone ciascuno. Partecipare è semplice: basta prenotarsi sul sito www.laprovinciapavese.it nella sezione Eventi. «Abbiamo accolto l’iniziativa con favore e, grazie all’autorizzazione del comando dell’Arma, ci fa piacere incontrare i visitatori – spiega il colonnello Ottaviani –, creare un legame con la cittadinanza. Il nostro ruolo è di stare tra la gente e questa è anche l’occasione di mostrare la nostra quotidianità».
la piazza
Dodici alberi monumentali, la basilica millenaria con la citazione di Dante, la facciata del palazzo settecentesco e la casa Liberty del 1911. Piazza San Pietro in Ciel d’Oro si presenta così, un po’ appartata e carica di storia. La basilica, così chiamata per la cupola interna dorata, le cui origini risalgono all’inizio del VII secolo, è un mirabile esempio di architettura romanica lombarda.
L’interno ospita la tomba del re longobardo Liutprando, le cui ossa furono ritrovate nel 1896, e le reliquie di Sant’Agostino, portate qui proprio da Liutprando. Sono conservate nella famosa Arca di Sant’Agostino, visibile con la sua mole sull’altare maggiore. Sulla facciata una lapide riproduce la terzina del decimo Canto del Paradiso di Dante Alighieri: “Lo corpo ond’ella fu cacciata giace/ giuso in ciel d’auro ed essa da martiro e da esilio venne a questa pace”. Il poeta fa riferimento alla sepoltura del filosofo romano Severino Boezio, che venne fatto uccidere in questo luogo dal re ostrogoto Teodorico. Sul lato opposto della chiesa, c’è casa Milani, uno dei rari esempi di Liberty pavese; a sinistra della chiesa e di fronte a chi entra nella piazza, il comando e la sede della compagnia dei carabinieri di Pavia.
la facciata
Il palazzo dei carabinieri offre al pubblico la sua facciata settecentesca, biglietto da vista di un vasto complesso demaniale che si articola su tre cortili con un’uscita anche su viale XI Febbraio. E’ quello che rimane del monastero benedettino di San Pietro Ciel d’Oro la cui fondazione risale al secolo VIII.
Il monastero ha una storia contrastata. Nel 1213 l'abate fu ucciso da alcuni monaci; il papa Onorio III decise di sopprimere il monastero, che fu trasformato in canonica e affidato ai Canonici regolari di Santa Croce di Mortara. Poco più tardi il papa Giovanni XXII affiancò a questi i padri eremitani di Sant'Agostino, o agostiniani, dato che la chiesa conteneva le reliquie del patrono di questo ordine. Inizialmente le due corporazioni religiose vissero nello stesso edificio, ma successivamente, per sanare i contrasti, gli agostiniani eressero un loro convento dal lato opposto della basilica (1332).
Il corpo principale del cosiddetto “palazzo abbaziale”, realizzato sul progetto dell’architetto Lorenzo Cassani attorno al 1760 e che ospitava i Canonici Lateranensi, presenta la raffinata facciata settecentesca verso la piazza, con due piani scanditi da finestre con eleganti cornici.
atrio a ottagono
Attraverso l’atrio a ottagono si entra nel palazzo. La facciata verso il giardino presenta un porticato coperto a volte a crociera con archi a tutto sesto sostenuti da colonne binate in granito. All'interno dell’edificio una successione di ampie stanze con soffitti voltati a padiglione unghiato.
L’affresco
Sulla sinistra, dopo l’ingresso, attraverso il porticato, si visita la saletta settecentesca. La sala, oggi usata per le conferenze, ha il soffitto affrescato con decorazioni a trompe-l’oeil (angeli cherubini con spartiti e strumenti musicali, inseriti in una raffinata ed elaborata finta prospettiva architettonica) e potrebbe rimandare a un’aula facente parte della chiesa di Sant’Andrea nell’assetto del 1760, al piano terra, sotto l’appartamento abbaziale (ora uffici e appartamento del comandante).
Dopo il crollo nel 1754 “per vetustà” della vecchia chiesa di Sant’Andrea in Cittadella, nel 1755-59 l'architetto Lorenzo Cassani presentò vari disegni per una nuova chiesa di Sant’Andrea, da costruire sul lato della piazza di San Pietro, di fronte alla facciata della basilica e in angolo con il palazzo abbaziale. Il progetto non fu eseguito e nel 1760 si ripiegò sulla soluzione di fare la chiesa sotto l'appartamento abbaziale, secondo un disegno dello stesso Cassani.
le stanze dell’abate
Si sale quindi nell’ufficio del comandante Danilo Ottaviani, che ospitava l’abate dei Canonici Lateranensi. Ampio e alto soffitto a volta, mentre alla parte è appesa una notevole porzione di un affresco recuperato durante la ristrutturazione e i restauri del 2010.
da www.laprovinciapavese.gelocal.it
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