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«NOI, DIO E LO SCANDALO DEL DOLORE»

di don Antonio Mazzi
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 14 luglio 2021

 La riflessione di don Antonio Mazzi a partire dall'Angelus dell'11 luglio e dalla visita del Papa ai piccoli pazienti del reparto di oncologia pediatrica del Gemelli, il 13 luglio: «Cristo vive tra noi e fa del dolore la seconda nascita. Entrati nella vita attraverso un dolore creatore, entriamo nella vita vera attraverso un altro dolore...».-

Sopra, in alto e in copertina: Roma, 13 luglio 2021, papa Francesco tra i piccoli pazienti del reparto di oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli. Foto Osservatore Romano/Reuters.
Roma, 13 luglio 2021, papa Francesco tra i piccoli pazienti del reparto di oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli.

Credo che il grande tema del dolore e della morte, mai come nel periodo appena passato, abbia colpito i nostri cuori e soprattutto abbia obbligato ciascuno di noi a farsi la terribile domanda “Perché tanti dolori? Perché tante morti? Perché dolore e morte hanno colpito tanti bambini innocenti e tanti nonni dolcissimi?”. E proprio a questo punto la domanda assume dubbi, e inquietudini che fanno barcollare non solo la fede cristiana, ma i motivi esistenziali e planetari della nostra vita. “Perché Dio permette tanti dolori ingiusti, incomprensibili? Quale senso e quale finalità hanno i dolori degli innocenti?”.

Tale domanda se l’è posta anche Papa Bergoglio, parlando dopo il suo intervento liturgico al Gemelli, dal balconcino della sua camera, circondato da bambini ricoverati.  “Qui ci sono alcuni bambini malati. Perché soffrono i bambini? È una domanda che tocca il cuore”. E anche il Papa ce la lascia li davanti, tutta intera, anzi ancora più pesante perché posta da lui, sofferente. Non dobbiamo abbandonare nessuno, soprattutto chi soffre. Ha sollecitato i responsabili politici e organizzativi a creare servizi sanitari ottimi e per tutti. La salute è un bene prezioso che esige risposte al dolore con attenzione, ascolto, vicinanza, tenerezza e cura. Anche il Papa passa al dopo, ma al grande vuoto, all’intensa desolazione, alla fede brancolante, alla nostra impotenza davanti ad una lama affilatissima che attraversa cuore e cervello di ciascuno di noi, cosa diciamo?

Non ci accontentiamo delle preghiere, e nemmeno delle tenerezze. Non c’è nessun motivo che possa farci accettare una assurdità quasi contro natura. Siamo nati per la vita, per la felicità, per l’amicizia, per godere “questo ben di Dio” che è il nostro corpo e il mondo intero. Perché dunque il dolore e la morte? Noi cristiani della domenica arriviamo alle parabole. L’altro pezzo di Vangelo invece ci risponde a questo scandalo, con un altro scandalo. Cristo vive tra noi e fa del dolore, la seconda nascita nostra. Il cristiano, come Nicodemo, deve nascere anche dal dolore, sublimandolo, come ha accettato gratuitamente la nascita, uscendo dalla pancia di nostra madre. Lo scandalo di Dio - ci dice Davide Rondoni – è suo figlio innocente, che muore come un cane sul patibolo per far memoria e testimonianza di un fatto ancora più misterioso. Entrati nella vita attraverso un dolore creatore, entriamo nella vita vera attraverso un altro dolore creatore di speranze, con tempi infiniti e con i dolori sublimati. Il dolore è la via delle due nostre vite.

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