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Maternità ai tempi del Coronavirus, come nascere in sicurezza

di Irma D'Aria
da www.repubblica.it
@Riproduzione Riservata del 28 aprile 2020

Anche i neonati che nascono da madri Covid-positive stanno bene e si negativizzano da soli. Ecco le precauzioni per partorire in sicurezza e vivere in serenità questo momento speciale.-

 

NASCERE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
è un’emozione ibrida per i genitori: mentre la pancia cresce di settimana in settimana, insieme alla gioia per il bambino che sta per venire alla luce aumentano per le partorienti anche i dubbi: dove si andrà per partorire, se si potranno fare le ecografie e i controlli medici programmati, se si entrerà in sala parto da sole. E poi c'è la quarantena che costringe a vivere lontano da tutti quello che dovrebbe essere uno dei momenti più felici senza poterlo condividire, per esempio, con i propri genitori. Insomma, non è facile essere incinte durante una pandemia, soprattutto se si tratta del primo figlio. E poi ci sono le partorienti Covid-positive che vivono un forte stress causato dal terrore che il loro bimbo possa albergare questo maledetto virus. Infatti, anche se per il momento sono pochi, capita che nascano bambini Covid-positivi-
I consigli per chi è in gravidanza
Come posso proteggermi dal coronavirus?

Lavarti spesso le mani, distanziamento sociale, non toccarti il viso, norme igieniche

Esami e visite, devo farle tutte quante?

Sì, come accade in gravidanza, devono essere concordare con il medico

Sono a rischio maggiore di contagio?

Il rischio di contagio da Coronavirus è uguale a quello della popolazione generale

Sono più a rischio di infezioni respiratorie?

La gravidanza può aumentare il rischio, se hai sintomi specifici rivolgiti al tuo medico

Il mio parter è positivo, devo fare il tampone?

Avverti subito il tuo medico di fiducia e ti dirà quali comportamenti adottare

Il mio partner positivo potrà assistere al parto?

No, le persone positive devono categoricamente rispettare l'indicazione all'isolamento

Sulla maternità ai tempi del Coronavirus è in corso uno studio coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità con le Società scientifiche dei neonatologi, pediatri, ginecologi, ostetriche e anestesisti rianimatori che stanno raccogliendo tutti i dati, aggiornandoli di volta in volta. Al momento in cui scriviamo i casi di neonati Covid-positivi sono tra i 20 e i 25. Gli ultimi si sono verificati ad Aosta, dove una mamma contagiata dal Covid-19 ha partorito con 38 di febbre, e al Policlinico Federico II di Napoli dove è nato da madre positiva un piccolo di 3.8 Kg. Ma la cronaca registra anche la nascita in Romania di 10 neonati risultati positivi con madri negative al virus. La domanda è: come si infettano? Esiste il rischio di una trasmissione verticale madre-feto oppure il contagio può avvenire anche al momento del parto?

Se sono positiva al virus

Posso trasmettere il virus al mio bambino?

Ad oggi attuale la scienza esclude la trasmissione di Sars CoV-2 attraverso la placenta

Mi è stata indicata la Tac, ma ho paura per il mio bimbo

La Tac è un esame essenziale per valutare complicanze polmonari. Il bimbo non è a rischio

Posso partorire in acqua?

No, il parto in acqua va evitato. Sono state trovate traccia del virus anche nelle feci

Durante il parto, posso contagiare chi mi assiste?

Sì, durante il travaglio sono indicate misure di protezione specifiche per gli operatori

Dovrò partorire prima? Potrò fare l'epidurale?

Il fatto di essere positiva non condiziona la data di parto né l'eventuale utilizzo dell'epidurale

È meglio che esegua il parto cesareo?

Al momento non è raccomandato il taglio cesareo elettivo per le donne positive al virus

Come avviene il contagio

Per cercare di capire quali rischi corrano le partorienti e i neonati, gli esperti hanno inizialmente guardato anche a quello che era accaduto alle donne in gravidanza durante le altre epidemie: 12 partorienti con la Sars e 11 con la Mers. In entrambi i casi, si registrò anche una certa mortalità e complicanze tra le partorienti ma non venne rilevata la trasmissione verticale da madre a bambino. “Fino ad ora - spiega Anna Franca Cavaliere, primario di ginecologia all’ospedale Santo Stefano di Prato e docente all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma - abbiamo a disposizione in letteratura qualche centinaio di casi di donne in gravidanza con Covid-19 e altre esperienze si vanno aggiungendo giorno per giorno, quindi non sappiamo ancora tutto. Ma basandoci su questi primi casi, avevamo ragionevolmente non evidenziato la possibilità di una trasmissione verticale perché non è stato ritrovato il virus né nel liquido amniotico né nel sangue del cordone ombelicale”.

“In realtà - chiarisce Elsa Viora, presidente dell'Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi) - è ancora presto per dirlo. Non è facile stabilire se l’infezione si contragga durante la gestazione o dopo la nascita. Un’ipotesi è che il Coronavirus contratto dalla madre passi attraverso la placenta come accade con altri virus, ma comunque le donne in gravidanza con Covid-19 hanno un rischio molto basso di trasmetterlo al feto”.

Parto naturale o cesareo: quali rischi

E se il contagio avvenisse durante il parto? Il taglio cesareo è più sicuro rispetto al parto vaginale? In realtà, il gruppo di lavoro coordinato dall’Iss ribadisce che ad oggi non esistono indicazioni a eseguire il taglio cesareo per le donne con sospetta infezione da Sars-CoV-2 o affette da Covid-19. La scelta dipende dalle condizioni cliniche della donna, dalla condizione ostetrica, dall’età gestazionale e dalle condizioni fetali. “Al momento - aggiunge Cavaliere - non abbiamo dati sulla presenza del virus nelle secrezioni vaginali e quindi il parto vaginale non è controindicato in assoluto nella paziente Covid positiva. Il cesareo viene effettuato se la partoriente Covid positiva è in condizioni cliniche e respiratorie compromesse che non consentono di sostenere un parto naturale, allora in quel caso il taglio cesareo diventa un’indicazione ostetrica ma per la sicurezza della mamma e del nascituro”.

No al parto in acqua

A farci riflettere su questo è anche un caso, pubblicato in questi giorni su American Journal of Perinatology, di un bimbo peruviano nato da una madre positiva con taglio cesareo. Nonostante le precauzioni prese, come il clampaggio precoce del cordone e l’assenza del contatto ‘skin to skin’, pelle a pelle, qualche ora dopo la nascita il neonato è risultato positivo al tampone per Covid-19. Quindi, il taglio cesareo, almeno in questo caso riportato, non ha eliminato il rischio di trasmissione al neonato. “Le donne con infezione da Sars-CoV-2 non possono fare, invece - avverte la presidente Aogoi - il parto in acqua perché esiste la possibilità di una trasmissione del virus per via fecale”.

Le precauzioni per partorire in sicurezza

Insomma, non è ancora del tutto chiaro come avviene il contagio dei neonati, ma quello che conta è prendere tutte le precauzioni per partorire in sicurezza, così come indicato dal ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità. “Le donne in gravidanza - ribadisce Viora - sono tenute a rispettare le regole che valgono per tutti: lavarsi spesso le mani, mantenere la distanza dagli altri di almeno un metro, evitare di toccarsi mani, occhi e naso. Ma non devono aver paura di andare in ospedale perchè i punti nascita sono sicuri".

Lo screening universale

In tutta Italia, infatti, Regioni e ospedali si sono organizzati con un ‘pre-triage’ all'ingresso. “Molte regioni, a partire da quelle più colpite dall’epidemia, hanno redatto protocolli con percorsi specifici. Quindi, la donna viene ricoverata in punti nascita che siano in grado di gestire la paziente Covid-positiva e in cui gli operatori siano protetti dai dispositivi di sicurezza”, spiega Viora. Prima del ricovero, si misura la temperatura e si effettua un'anamnesi accurata, in modo da valutare la situazione e separare il percorso delle donne che hanno un'infezione, documentata o sospetta, da quelle sane. “In alcuni centri nascita - prosegue Viora - si effettua alle donne il tampone o il test sierologico. In alcuni ospedali permettono ai papà asintomatici e con triage negativo di assistere al parto al fianco della mamma”.

L’esperienza della comunità cinese di Prato

Quello che accade a Prato può essere d’aiuto per capire meglio le dinamiche della nascita ai tempi del Coronavirus. Qui, infatti, vive una delle comunità cinesi italiane più grandi e le donne continuano a venire in ospedale per partorire in tutta tranquillità. Finora non ci sono stati casi di mamme cinesi positive al Coronavirus. “A Prato al momento abbiamo avuto molte partorienti cinesi e tutto il team si sta occupando di loro con stupenda dedizione per garantire una esperienza positiva del parto”, racconta Cavaliere. “Temevamo che le donne avrebbero avuto remore a venire in ospedale per partorire vista la violenza con cui l’epidemia ha colpito l’Italia. Invece, la comunità cinese ha praticato l’isolamento sociale prima ancora che venisse imposto nel nostro paese e infatti qui a Prato c’è stato un basso picco epidemico”. Come molti altri centri, anche a Prato si è deciso di fare il tampone a tutte le donne che stanno per partorire. “In caso di positività - aggiunge la ginecologa - viene fatto anche al neonato. Ma bisogna tener presente che il tampone rappresenta la ‘fotografia’ del momento in cui viene effettuato”. Questo significa che, anche se quando la donna partorisce risulta negativo, non si può sapere se la paziente era positiva ma asintomatica nelle settimane precedenti.

Se il neonato è positivo

Ma cosa accade se il neonato risulta positivo al tampone? “Anche in questo caso, non ci sono ancora certezze”, chiarisce la presidente Aogoi. “Dipende dai singoli casi: ci sono neonati che non hanno preso l’infezione ma nascono già protetti dagli anticorpi che la mamma gli ha passato e quindi possono contare su un’immunità passiva. Altri, invece, potrebbero aver sviluppato da soli gli anticorpi e in questo caso si parla di immunità attiva ma sono tutti dati ancora in corso di studio”.

A distanza,ma sì all’allattamento

Dopo il parto, comunque, se la mamma è positiva deve stare a distanza di sicurezza dal neonato. “Il bimbo, se la madre sta bene e si sente tranquilla, può stare in culla a una corretta distanza dalla mamma, che non deve baciarlo, ma può tenerlo in braccio se desidera allattarlo visto che non sono state trovate tracce del virus nel latte materno”, spiega Cavaliere, che sottolinea l’importanza di seguire tutte le precauzioni: “La mamma che allatta deve tenere sempre la mascherina ben posizionata e lavare mani, braccia e seno con sapone ed effettuare la disinfezione con il gel. Inoltre, una volta applicate queste norme igieniche non deve più toccare né mani né bocca”.

I neonati positivi vengono curati?

Ci tranquillizzano i dati di un documento apparso su Jama Pediatrics e condotto dai ricercatori del Children's Hospital all'Università di Fudan, in Cina. In una coorte di 33 nati da madri con Covid-19 a Wuhan, epicentro dell'epidemia, la dispnea era il sintomo più comune, i reperti radiografici non indicavano la presenza del virus e nessuno dei bambini era morto. Quindi, anche se si infettano, i neonati sembrano cavarsela meglio degli adulti. Altro punto da chiarire è se poi i neonati Covid-positivi si negativizzano da soli: “Stiamo osservando - spiega Cavaliere - che per qualche ragione i neonati sono fisiologicamente più protetti e non presentano complicanze come gli adulti. Essi si negativizzano da soli senza alcuna terapia come accade per gli adulti che contraggono il Coronavirus in modo asintomatico o lieve”.

Controlli ed ecografie

Come regolarsi poi per le ecografie e i controlli ginecologici di routine prima e dopo il parto? “Dipende - risponde Viora - se la gravidanza è a rischio, vengono confermati tutti quelli necessari, ma per il resto, si cerca di ridurre al minimo il rischio di contagio, per la madre stessa, e molti esami e visite di routine vengono evitati oppure ci si parla al telefono, o si utilizza la telemedicina”. Si può mantenere il contatto regolare con il proprio specialista per via telefonica (triage telefonico), e, quando indispensabile, si stabilisce una visita ambulatoriale da effettuare con tutte le misure precauzionali del caso. Per questo, in molti ospedali non è possibile eseguire le ecografie con il padre o altra persona presente, e vengono sospesi i corsi preparto, proprio per evitare “assembramenti”. Prima di visite, analisi ed esami, la gestante è invitata a lavarsi le mani accuratamente con acqua e sapone per almeno 40 secondi, o con un gel idroalcolico, e a indossare una mascherina monouso.

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