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«Mamma Tv, troppe ferie (e noi lasciati soli con la spazzatura)!»

di Don Antonio Rizzoli
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 11 luglio 2019
 
Lettera di un lettore a Don Antonio

Il piccolo schermo rappresenta la compagnia più preziosa per tanti italiani di ogni età e in special modo per coloro che, non avendo dimestichezza con i deliri del web, cercano nei programmi televisivi un’eco alla propria solitudine e un contenitore per il tempo libero. Io non credo a Thomas Eliot che scriveva sul New York Post che «la televisione è un mezzo di intrattenimento che permette a milioni di persone di ascoltare contemporaneamente la stessa barzelletta, e rimanere egualmente sole». A parte quella interiore, che è una solitudine che nessun mass-media può lenire ma solo diluire, le notizie e gli spettacoli del piccolo schermo hanno una funzione informativa e ricreativa che spinge i fruitori nel mondo circostante, allontanandoli dall’isolamento dell’ignoranza e dal morso della solitudine fisica.
Per questo deploro la pessima abitudine di chiudere il sipario per tre mesi. A fine maggio sui programmi di maggiore ascolto cala lo stop delle ferie e i palinsesti vengono colmati di surrogati, di riesumate interpretazioni, di prodotti surgelati negli archivi. Le ferie sono sacrosante per tutti. Ma ritengo immorale concederne tre mesi a protagonisti strapagati con centinaia di migliaia di euro, in disprezzo a chi paga il canone tutto l’anno e a chi, specie gli anziani e i meno abbienti, affida alla tv le sue uniche possibilità di svago. Si dovrebbero ridistribuire meglio, diluendoli nel tempo e riducendo così i mesi di vuoto, programmi invernali di lungaggine tanto estenuante da diventare per questo poco fruibili.
E. G.
 

Risponde Don Antonio

Anche se rischia di restare inascoltato, pubblico lo stesso il tuo appello. Condivido quello che scrivi sull’importanza della tv, specie per chi è anziano e solo: è una finestra aperta sul mondo che offre informazione e intrattenimento. Lo stesso vale in realtà per altri mezzi di comunicazione, compresi quelli digitali.
In ogni caso, penso che dobbiamo stare attenti a non lasciarci rendere schiavi. È facile infatti assuefarci alle immagini e alle parole che lo schermo ci trasmette, tanto da rimanerne quasi ipnotizzati. Bisogna avere il coraggio di scegliere i programmi giusti, pur essendo il loro numero più limitato. Lo stesso vale per i siti e per i social. Soprattutto bisogna decidere ogni tanto di staccare.
Prendendo in mano un buon libro o una rivista, la cui fruizione è più lenta e richiede maggiore concentrazione. Vale anche la pena uscire, evitando le ore più calde, per andare a trovare una persona cara o un amico, oppure un malato o un anziano. O semplicemente per una boccata d’aria, una preghiera in chiesa o la visita a un monumento artistico.

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