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Mago Birillo legge “Le squame di Madama Seboglia”

di Redazione Web

da www.cittànuova,.it

@Riproduzione Riservata del 25 marzo 2020

Per trascorrere qualche minuto di serenità durante l'emergenza Coronavirus, ecco un nuovo appuntamento con la nostra amica Mago Birillo che oggi ci legge un altro racconto del giornalino Big, bambini in gamba, ripreso dalla rivista Città Nuova.-

«C’era una volta una bella cipolla grossa grossa e tonda tonda. Si chiamava Seboglia, ma tutti la chiamavano Madama perché era maestosa ed elegante e troneggiava nella spaziosa ciotola dove viveva, nella dispensa di una grande cucina di campagna…». Come continua la storia?

In fondo alla pagina puoi anche scaricare il pdf della favola, tratto dal giornalino Big, bambini in gamba e ripreso da Città Nuova. Buona lettura e buon divertimento! E non perdere le nostre storie e le nostre attività: se clicchi su questo link rimarrai sempre aggiornato con le ultime novità e potrai divertirti anche in casa, in questi giorni di emergenza Coronavirus!

LE SQUAME
DI MADAMA SEBOGLIA
C’era una volta una bella cipolla grossa grossa e tonda tonda.
Si chiamava Seboglia, ma tutti la chiamavano Madama perché
era maestosa ed elegante e troneggiava nella spaziosa ciotola
dove viveva, nella dispensa di una grande cucina di campagna.

Seboglia viveva circondata da una corte di piccole cipolle
variopinte – gialle, bianche, arancioni e rosse –
che l’ammiravano e si vantavano di essere sue amiche. Sì,
perché la Madama era davvero incantevole. Era rivestita
di squame dorate, così brillanti da luccicare, ed emanava
un lezzo terribil… ehmmm, un profumo, talmente forte e
penetrante, che avvolgeva tutta la cucina.
Era così inebriante che perfino gli
agli e i cavolfiori, già puzzolent…
ooops, profumati per conto loro, la
guardavano incantati e le facevano i
complimenti.
Madama Seboglia era così generosa,
ma così generosa, che tutti le
chiedevano aiuto cantando: «Tira
di qua, tira di là, Madama Seboglia
una squama ti dà». Lo aveva fatto la
tartarughina Gina, quando era finita
sotto una bicicletta e le si era rotta
la casetta, il suo carapace.
Allora era corsa (per modo di dire!)
da Madama Seboglia e le aveva
raccontato il suo problema. «Tira
di qua, tira di là, Madama Seboglia
una squama ti dà», e la tartarughina
era andata via con un guscio dorato
nuovo di zecca. Poi era arrivato il
bruchetto Betto, che voleva diventare
capitano di una grande nave. Aveva
cantato: «Tira di qua, tira di là,
Madama Seboglia una squama ti dà», e tenendosi
ai bordi della sua imbarcazione
scintillante e nuova di zecca, aveva
cavalcato le onde di un canaletto di
scolo. Dall’alto della ciotola, Madama
Seboglia ascoltava e aiutava tutti, ma
dimagriva ogni giorno di più e le sue
squame dorate erano sempre meno
ampie e vaporose.
Era rimasta solo una foglia, quando
mamma Ragno venne a chiederla
per cullare il figlio, perché la
ragnatela era stata spazzata via
dal forte vento dell’inverno. Cantò:
«Tira di qua, tira di là, Madama
Seboglia una squama ti dà», e senza
esitare Madama Seboglia gliela
diede davvero, rimanendo solo con
il bulbo, incredibilmente lucido e
dorato anche quello. All’improvviso
qualcuno cantò ancora: «Tira di
qua, tira di là, Madama Seboglia
una squama ti dà», e le cipolline
si voltarono sorprese. Attorno
alla ciotola c’era una piccola folla:
erano vermi, coccinelle e millepiedi
che avevano bisogno di aiuto.
Madama Seboglia li guardò in
silenzio, cercando una soluzione,
quand’ecco arrivare farfalle,
calabroni e libellule: ognuno
portava una fronda raccolta nel
prato. Poi fu il turno di cavolfiori,
biete, verze e radicchi, che
sommersero gli insetti con foglie
verdi, gialle e rosse. Che stupore,
che meraviglia! Anche le cipolline
offrirono le loro squamette. Nella
dispensa tutti fecero festa, ma la
più contenta era Madama Seboglia,
che cominciò a cantare: «Tira di
qua, tira di là e qualcuno di certo ti
aiuterà».

Scarica Il pdf della favola "Le squame di madama Seboglia"

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