logo sito cav

CAV - Centro di Accoglienza alla Vita Vogherese ODV

Via Mentana n. 43
27058 Voghera (PV)
Tel: 349 4026282
email: cavvoghera@virgilio.it
Visualizzazioni:
31

LA VOLONTARIA CHE HA PRESO LA BIMBA ABBANDONATA: «VICENDA SHOCK, ORA SPERO TROVI DUE GENITORI VERI»

di Antonio Sanfrancesco

da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 12 novembre 2021

La pediatra Carolina Casini è volata a Kiev per riportare in Italia la bimba nata da una madre surrogata e rifiutata da una coppia italiana dopo averla legalmente riconosciuta: «Provo tanta rabbia».-

«Arianna (nome di fantasia, ndr) è una creatura meravigliosa, una delle più belle bimbe che io abbia mai visto. Sta benissimo di salute, è stata accudita perfettamente dalla tata di Kiev in quest'anno e mezzo di vita. Non sappiamo i motivi per cui la coppia l'ha abbandonata dopo averla legalmente riconosciuta ma è davvero una storia agghiacciante e assurda».

Carolina Casini (nella foto in alto), pediatra in servizio all’ospedale Sant'Andrea di Roma, è la volontaria della Croce Rossa Italiana che è volata a Kiev, capitale dell’Ucraina, insieme al Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia, per far rientrare in Italia la bimba nata da una madre surrogata e rifiutata dai genitori.

Casini ha partecipato con la Croce Rossa a diverse missioni umanitarie occupandosi sempre di bambini: «Sono andata in Bangladesh, Palestina, Tunisia, Kenya, Etiopia e ho lavorato anche in diversi centri per migranti nel Canale di Sicilia, a cominciare da Lampedusa».

Perché hanno scelto lei per quest'operazione particolare durata in totale 48 ore?

«Ci aspettavamo di trovare una bimba denutrita, abbandonata, deprivata non solo dal punto di vista affettivo ma anche fisico».

E invece?

«Ci siamo trovati di fronte una bimba in perfetta salute, bellissima, accudita meravigliosamente sia pure da una tata “mercenaria” reclutata tramite un'agenzia interinale. Durante il viaggio ha dormito tutto il tempo in braccio a me e ha mangiato anche una banana».

Ricostruiamo la storia dall'inizio.

«Arianna è nata nell’agosto 2020 da una madre surrogata, una ragazza di Kiev, alla quale era stata “commissionata” da una coppia facoltosa del Nord Italia. Poi però qualcosa è andato storto. Quando sono andati a Kiev per prendere la neonata hanno deciso di riconoscerla legalmente ma non l'hanno portata con loro in Italia».

Per quale motivo l'hanno abbandonata?

«Non lo sa nessuno, è un mistero».

Lei che idea si è fatto?

«Di solito i bimbi che nascono da madri surrogate non vengono riconosciuti e abbandonati se hanno un difetto fisico, una malattia, un handicap. È agghiacciante purtroppo ma questa è la verità. In questo caso, però, credo che la donna "committente" quando ha visto Arianna abbia avuto quasi un moto di repulsione, non l'ha sentita come sua figlia e l'ha rifiutata. Peraltro tutta questa operazione sarà costata alla coppia migliaia di euro perché sull'utero in affitto c'è un business molto fiorente. Era un mondo che non conoscevo e ho scoperto in queste 48 ore. Ho una grande rabbia».

La tata perché ad un certo punto, dopo quindici mesi, ha deciso di allertare il Consolato italiano?

«Non lo so, forse perché dopo averla accudita, pagata mensilmente dalla coppia italiana, ha capito che non era possibile andare avanti in questa situazione e che non poteva avere un avvenire una bimba con due genitori che, di fatto, l'avevano abbandonata e che, pare, non si sono più fatti sentire neanche con lei. Ripeto, le reali motivazioni non le conosco anche perché ho parlato con questa donna per venti minuti».

Che tipo era?

«Una persona di 55 anni, molto premurosa. Quando in aeroporto si è separata dalla bimba ha pianto a dirotto, è stata una scena davvero straziante. È venuto anche il figlio della signora, un ragazzo di 18 anni, e anche lui ha pianto. Poi, prima di partire, ci ha consegnato una valigia piena di giochini e peluche di Arianna e una busta di foto».

Perché?

«Ci ha detto di conservarle con cura e consegnarle alla famiglia affidataria affinché la bimba, quando sarà grande, non dimentichi chi nel suo primo anno e mezzo di vita l'ha accudita e le ha voluto bene».

Ma la tata ha conosciuto personalmente la coppia committente?

«Credo di no perché è stata reclutata indirettamente tramite un'agenzia interinale».

Qualcuno ha scritto che la coppia ha smesso di pagarla. Le risulta?

«No, e neanche questo aspetto è chiaro. So che questa donna ha ricevuto lo stipendio mensile per quasi un anno e mezzo».

A chi avete materialmente consegnato Arianna?

«A una famiglia affidataria che sono a disposizione del Tribunale dei minori che la terrà con sé da uno a tre mesi dopodiché sarà adottata definitivamente da una coppia sperando che trovi il calore e l'affetto di una mamma e un papà che non ha avuto in questi primi mesi di vita».

La bimba ha il cognome del padre?

«Sì ma ovviamente non parla italiano. Dice qualche parola in ucraino. Posso aggiungere un'ultima cosa?».

Prego.

«Ho visto tante situazioni difficili di minori, dai migranti a rischio della vita in mare alle missioni umanitarie in giro per il mondo, fino a bambini gravemente ammalati e senza la possibilità di curarsi. Ma questa vicenda è stata allucinante, assurda, ho avuto un vero e proprio shock e ho tanta rabbia. Un figlio non è un oggetto».

Top