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La forza di Simona: “Sola con 5 figli: ogni giorno lotto per loro”

di Beppe Minello

da www.lastampa.it
@Riproduzione Riservata del 18 giugno 2023

Vedova a 43 anni, non si dà per vinta: “E grazie a Specchio dei tempi potrò mandarli al mare”.-

Sarà perché la casa è piccola e loro sono in sei, ma mamma Simona quando si muove circondata dai figli sembra una chioccia. Ha 43 anni, è vedova da quasi sei, da quando un melanoma le ha portato via il marito, e se c’è una cosa che la indispettisce è lo stupore di chi le chiede: «Ma come fai? Ma i tuoi figli vanno tutti bene a scuola?». Quasi che una giovane vedova non possa che essere disperata e i figli degli sbandati. Non è così. Nella minuscola, linda e luminosa casa di Simona i ragazzi, dai 6 ai 13 anni, dormono in una cameretta con letti a castello e una sola scrivania dove ruotano per studiare e fare i compiti. L’ultima figlia, Celeste di 3 anni e mezzo, frutto di una relazione complicata («Quanti giudizi e occhiate severe ho ricevuto quando è nata…»), dorme con la mamma nell’altra stanza. Quando si siedono attorno al tavolo per giocare a Monopoli, riempiono la cucina.

Simona, fino ad oggi, ha combattuto con le unghie e con i denti per tirare avanti. Quando venne diagnosticato il tumore al marito, dipendente di una cooperativa che lavora per Smat, i ruoli in casa si invertirono: Simona a lavorare in un call center, il marito a occuparsi di casa e figli. Fino a quando il cancro ha avuto il sopravvento con Simona incinta del penultimo figlio. «Con il congedo di maternità ho tirato avanti fino al febbraio scorso - racconta Simona - e ora viviamo con la pensione agli orfani di mio marito invalido e la disoccupazione che però scadrà a novembre». Un’impresa difficile per chiunque, complicata dalla logistica per gestire figli che devono essere portati e ripresi all’asilo, alle elementari alle medie: «E al pomeriggio fanno anche sport», sorride Simona che il prossimo autunno vedrà il figlio più grande, Thomas, frequentare il primo anno al “Pininfarina” che, però, è in piazza Bengasi, dall’altra parte della città rispetto a casa, in corso Toscana. «Abbiamo partecipato a tutti gli open day ma al Pininfarina Thomas ha trovato l’indirizzo a lui più congeniale. Ci andrà con il 62 e la metro».

Raccontata così, la vita di Simona e i suoi cuccioli sembra tutto sommato serena. E in fondo lo è, ma solo per merito di Simona e dei suoi ragazzi. Lei dice che ai ragazzi «l’indispensabile, facendo ovviamente delle scelte, non manca». Ma per la “pizzata” di fine anno scolastico, hanno chiesto tutti il permesso, non per andare, ma per sapere se la mamma si poteva privare di qualche euro.
Alle feste, se i nonni regalano loro qualche soldo, li consegnano tutti a Simona. Quando ad Alex si sono rotti gli occhiali, è rimasto senza per un mese e mezzo. Ancora Alex e Nicholas avrebbero bisogno del logopedista: per il primo la mutua sta provvedendo, per l’altro, balbuziente, non è previsto se non a pagamento: «Sono 50 euro a seduta che non possiamo permetterci. Lui soffre. Gli piace leggere a voce alta ma si innervosisce, si vergogna. A scuola non ha problemi, ma fra poco andrà alle medie con nuovi compagni che chissà come lo accoglieranno.
Non poter dare il necessario ai propri figli è qualcosa che distrugge il mio cuore così come dover quotidianamente stilare una graduatoria tra loro e decidere se spendere quel poco che abbiamo per uno o per l’altro».

Raccontata così, la vita di Simona e i suoi cuccioli sembra tutto sommato serena. E in fondo lo è, ma solo per merito di Simona e dei suoi ragazzi. Lei dice che ai ragazzi «l’indispensabile, facendo ovviamente delle scelte, non manca». Ma per la “pizzata” di fine anno scolastico, hanno chiesto tutti il permesso, non per andare, ma per sapere se la mamma si poteva privare di qualche euro. Alle feste, se i nonni regalano loro qualche soldo, li consegnano tutti a Simona. Quando ad Alex si sono rotti gli occhiali, è rimasto senza per un mese e mezzo. Ancora Alex e Nicholas avrebbero bisogno del logopedista: per il primo la mutua sta provvedendo, per l’altro, balbuziente, non è previsto se non a pagamento: «Sono 50 euro a seduta che non possiamo permetterci. Lui soffre. Gli piace leggere a voce alta ma si innervosisce, si vergogna. A scuola non ha problemi, ma fra poco andrà alle medie con nuovi compagni che chissà come lo accoglieranno. Non poter dare il necessario ai propri figli è qualcosa che distrugge il mio cuore così come dover quotidianamente stilare una graduatoria tra loro e decidere se spendere quel poco che abbiamo per uno o per l’altro».

La cosa che non definiremo sorprendente, ché altrimenti Simona si offende, è che si fa un punto d’onore di pagare puntualmente le spese. Un impegno non semplice che le si sta ritorcendo contro: «Non riesco a entrare in graduatoria per una casa Atc perché non sono né morosa né sotto sfratto… Ma le pare?».

«Comunque - riflette mamma Simona - non posso vivere per sempre sull’aiuto degli altri.
I ragazzi crescono e crescono le loro esigenze. Devo trovare un lavoro, dare loro una prospettiva. Ma quando chiedo e dico che ho 5 figli, immancabilmente mi rispondono “Le faremo sapere”».

Specchio dei tempi ha accolto Simona e i suoi ragazzi nel progetto “Forza Mamme” che, oltre a garantire la quotidianità (borse della spesa, buoni carne), contribuire a costruire un percorso di crescita sostenendole anche nel difficile lavoro di genitore, offre percorsi formativi finalizzati a trovare un lavoro. Per ora, Specchio ha invitato i figli di Simona ai soggiorni marini per i bambini le cui famiglie non possono permetterselo: «Che bello! Grazie! Un dono inaspettato: così i miei bambini potranno andare al mare».

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