I BAMBINI E LO STRESS: COSA PREOCCUPA I NOSTRI BIMBI?
di Michela Fanelli, Psicologa
L’idea che l’infanzia sia preservata da stress è del tutto sbagliata, e sempre più Psicologi ritengono che i nostri bambini si debbano quotidianamente confrontare con una quantità di eventi stressanti di gran lunga maggiore rispetto a quella affrontata dalle generazioni precedenti.
Gli stressors sono numerosi e diversi, qui di seguito ne riportiamo solo alcuni a titolo esemplificativo.
Innanzitutto il sistema familiare è cambiato rispetto al passato, oggi è sempre più comune trovare famiglie monoparentali, in cui la responsabilità del bambino è affidata a un singolo genitore, o famiglie allargate in cui i componenti di diverse famiglie si fondono tra loro. Per quanto tali situazioni vengano gestite nel modo più opportuno per rispettare i sentimenti e le eventuali preoccupazioni del bambino, il bambino impiega del tempo per adattarsi a tali cambiamenti che, a volte, possono rappresentare una fonte di stress.
Inoltre nella società sempre più frenetica di oggi che impone ai genitori orari di lavoro a tempo pieno, il tempo che si riesce a passare con i figli , spesso, è minore di quello che si vorrebbe. Per alcuni bambini la responsabilità di occuparsi da soli di piccole attività quotidiane o del fratellino più piccolo dopo la scuola, sembra essere un ulteriore fonte di preoccupazione.
A questo si aggiungano le innumerevoli attività extrascolastiche (sportive, artistiche, musicali) che impegnano e riempiono quello che dovrebbe essere il tempo libero dei bambini e che riducono la possibilità di dedicarsi ai loro hobby o semplicemente rilassarsi.
In alcune circostanze può capitare che anche le attività sportive si trasformino in ring prestazionali: allenatori e genitori, a volte, tendono a dimenticare il valore ludico di una partita di calcio o di una gara di nuoto, rendendoli oggetto di forti aspettative. Il bambino, spinto a compiacere e non deludere le aspettative, si impegna eccessivamente per raggiungere obiettivi sempre più faticosi. Questo concetto possiamo ritrovarlo anche all’interno del contesto scolastico in cui, a volte, viene più valorizzato e premiato l’aspetto prestazionale che quello “umano”.
Infine i bambini di oggi vivono in una società pericolosa, società in cui viene sempre ricordato loro di stare attenti, di essere cauti e prudenti rispetto a ipotetiche situazioni di adescamento, persino on line. Ovviamente la percezione è quella di vivere in un mondo sempre meno sicuro e questo aspetto provoca in alcuni bambini un forte senso di paura e preoccupazione per la propria salute e quella della propria famiglia.
Naturalmente il modo in cui un bambino risponde agli eventi stressanti che lo circondano dipende dal suo temperamento e dallo sviluppo cognitivo ed emotivo che ha raggiunto; a seconda dell’età un bambino avrà anche una percezione differente dei possibili stressors e metterà in atto strategie più o meno funzionali per affrontarli.
Lo sviluppo della resilienza dipende moltissimo dalla presenza e dal supporto di genitori, insegnanti ed allenatori che sono punti di riferimento imprescindibili per la crescita emotiva di un bambino, soprattutto in fasi di crescita così importante come l’infanzia e la fanciullezza.
da www.psicologionline.net
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