logo sito cav

CAV - Centro di Accoglienza alla Vita Vogherese ODV

Via Mentana n. 43
27058 Voghera (PV)
Tel: 349 4026282
email: cavvoghera@virgilio.it
Visualizzazioni:
40

Estate, come cambia il bioritmo?

di Chiara Sandrucci

da www.quimamme.corriere.it

@Riproduzione Riservata del 18 giugno 2020

Arriva la bella stagione e cambia tutto: il ritmo del sonno, l’appetito e anche l’umore. Le strategie per aiutare i bimbi ad adattarsi a un diverso bioritmo.-

https://quimamme.corriere.it/images/imagine_principale_articoli/bioritmo-estate.jpg

Con l'inizio dell'estate, la temperatura comincia ad alzarsi e le abitudini cambiano, soprattutto in vacanza. Ecco perché può capitare che i bambini mangino meno, siano più stanchi e irritabili e abbiano difficoltà ad addormentarsi. Insomma, il loro organismo fatica ad adattarsi a un diverso “bioritmo”. I consigli del pediatra per aiutare i piccoli ad abituarsi a una stagione tanto bella quanto impegnativa.

Lo stress da bella stagione

Non esiste un bioritmo propriamente estivo, ma la luce è di certo un ‘sincronizzatore’ fondamentale e il cambio di stagione può aumentare l’irritabilità e il malumore dei bambini. “L’orologio biologico si regola sulla base di ritmi dipendenti dalle ore di buio-luce e, quindi, dei cicli sonno-veglia: i cambiamenti hanno una certa influenza sullo stato di benessere in generale, sul livello di attenzione e sull’umore”, conferma Pier Giuseppe Flora, direttore Unità Operativa Complessa di Pediatria e Patologia Neonatale presso l’Ospedale di San Donà di Piave (VE).
Si chiama Seasonal Affective Disorder e, di solito, se ne parla in autunno, quando le giornate si accorciano. Ma sintomi come stanchezza, difficoltà del sonno, inappetenza e irritabilità caratterizzano anche gli altri cambiamenti climatici tipici del passaggio da una stagione all’altra. “Per un bambino, l’inizio dell’estate è un periodo stressante, perché a tutto ciò si aggiunge anche l’aumento della temperatura esterna”, sostiene il pediatra.

Inappetenza: è fisiologica

Ai primi caldi, il bimbo cambia atteggiamento innanzitutto a tavola: l’appetito diminuisce notevolmente, e le mamme si preoccupano. “L’organismo ha minori esigenze di produrre calorie, e quindi chiede meno cibo da ‘bruciare’: si tratta di un’inappetenza fisiologica che non deve impensierire i genitori, anche se simbolicamente dar da mangiare coincide con il dare vita”, rassicura il pediatra. “Non bisogna insistere, ma proporre liquidi e alimenti molto ricchi di vitamine e sali minerali, per reintegrare quelli persi con il sudore: quindi via libera a frutta e verdura. Al bebè, le pappe vanno offerte tiepide. E dall’anno in su, quando la dieta comincia ad assomigliare a quella dei grandi, è consigliabile diminuire la carne e aumentare pesce e uova, evitando i fritti per non appesantire l’organismo con pasti troppo elaborati. Sì anche ai cibi rinfrescanti, come i gelati alla frutta”.
In estate, insomma, diminuisce realmente il fabbisogno calorico e questo spiega perché, nonostante i pasti più leggeri, i bambini non dimagriscano e la curva di crescita non rallenti. Semplicemente l’organismo ha bisogno di meno carburante per svolgere le stesse funzioni di sempre.
Se si allatta al seno, l’alimento materno è più che sufficiente a soddisfare sia la fame sia la sete del bebè: non è quindi necessario dare acqua al lattante, anzi è sconsigliato perché l’aggiunta di liquidi può provocare un falso senso di sazietà. Piuttosto, si può offrire il seno più spesso per una rapida poppata rinfrescante. Ai più grandicelli, va proposto di bere di tanto in tanto, anche e soprattutto se non lo chiedono (occorre sempre tenere una bottiglietta d’acqua in borsa). I liquidi ‘dispersi’ non vengono infatti subito reintegrati: i bambini hanno una maggior percentuale di acqua corporea rispetto agli adulti e il loro organismo ha bisogno di un po’ di tempo in più per ristabilirne i giusti livelli.

È più stanco, ma rifiuta il pisolino

Quando il termometro inizia a salire con decisione, l’organismo reagisce non solo con la sudorazione, ma anche con la vasodilatazione periferica, e questo può comportare una diminuzione della pressione arteriosa. Si tratta di meccanismi di adattamento che il corpo mette in atto per mantenere stabile la temperatura interna, ma che possono provocare un senso di stanchezza.
“L’affaticamento non si avverte sempre: basta evitare le attività fisiche impegnative nelle ore più calde e riservarle a quelle più fresche”, suggerisce il pediatra. “La stanchezza diventa preoccupante solo se si cronicizza e si mantiene tutto il giorno, se il bambino si mostra sempre svogliato e il rifiuto del cibo è più pronunciato: in questo caso, potrebbe essere sintomo di qualcosa che non va”. Altrimenti, è tutto nella norma, con una stanchezza diurna dovuta anche al fatto che la sera va a nanna più tardi e la notte dorme peggio.
Spesso in questo periodo diventano più difficili anche i sonnellini pomeridiani. È il caso di insistere oppure no? “Tutto dipende da quanto il bimbo diventa irritabile se lo salta: in linea di massima è meglio rispettare i desideri del piccolo, assecondandone le esigenze, sapendo che prima o poi è un’abitudine che si abbandona. Non c’è un’età precisa e ogni bambino è diverso: c’è chi è pronto a saltare il pisolino già a 15 mesi. Se il bimbo fatica molto ad addormentarsi di giorno e manifesta un marcato desiderio di continuare a interagire con l’ambiente anche dopo pranzo, perché deluderlo? Semmai, per evitare che crolli verso sera, si può anticipare un pochino la cena e il momento in cui va a dormire”.

Dorme meno: mantieni gli stessi ritmi

La temperatura della cameretta andrebbe tenuta su livelli accettabili: il corpo umano funziona al meglio intorno ai 20°, mentre in estate le case raggiungono facilmente i 30°. In città, poi, non rinfresca nemmeno alla sera. Allora, cosa fare? “Il ventilatore non ha controindicazioni, basta evitare di esporre il bambino direttamente al flusso d’aria. Va assicurato un discreto circolo d’aria, ma non deve essere troppo accentuato”, ricorda Pier Giuseppe Flora. “Stesse precauzioni per il condizionatore, che deve essere lontano da culle e lettini e non va impostato su una temperatura troppo bassa: tra dentro e fuori lo sbalzo non deve mai essere eccessivo se si vogliono evitare raffreddamenti, che possono causare facilmente infezioni alle prime vie aeree”.
Se l’addormentamento risulta comunque difficoltoso, bisogna giocare d’anticipo: già un paio d’ore prima del momento della nanna, è necessario ‘rallentare’, evitando giochi che agitano e riducendo gli stimoli acustici e visivi. Un altro ‘trucco’ consiste nel mantenere gli stessi ritmi che si seguivano prima che arrivasse il caldo: l’ora del bagnetto, del pigiamino e del cambio del pannolino dovrebbe rimanere la stessa per non scombussolare troppo le abitudini del bebè.

Pelle, previeni i piccoli disturbi

Se paragonato all’adulto, l’organismo di un bambino presenta, in proporzione, una maggior estensione della superficie corporea rispetto al peso: ecco perché, nei piccoli, aumenta anche la dispersione di acqua e sali minerali attraverso la sudorazione. E se non li si reintegra adeguatamente tramite una corretta alimentazione, può verificarsi una seria disidratazione.
“La sudorazione è un meccanismo di difesa importantissimo: grazie all’evaporazione del sudore, si disperde calore e si abbassa la temperatura corporea”, spiega il pediatra. “Per permettere la traspirazione, vanno scelti indumenti di cotone e di sufficiente ampiezza, altrimenti il calore si intrappola tra cute e tessuto, senza possibilità di essere disperso. E, quando il bambino è molto sudato, occhio ai cambiamenti repentini di temperatura”.
Se il clima è già molto umido, però, il sudore non riesce a evaporare e ristagna sulla pelle provocando una tipica irritazione estiva: la sudamina. Basta qualche ora, a volte soltanto il tempo di un sonnellino pomeridiano, ed ecco che le pieghe del collo e le zone dove il sudore ristagna di più si cospargono di puntini rossi, vere e proprie vescicolette che irritano l’epidermide dei piccoli. Per alleviare prurito e fastidio, è necessario rinfrescare l’ambiente, anche solo facendo girare l’aria con un ventilatore, o praticare bagnetti con acqua tiepida. Nei lattanti che hanno la cute non solo arrossata ma anche lesionata, può rivelarsi opportuno applicare una crema all’ossido di zinco per il suo effetto-barriera (in genere, però, le creme sono da evitare, per non irritare ancora di più la cute).

Cambia il bioritmo: riduci così irritabilità e malumore

Tanti lievi fastidi che, sommati tra loro, possono provocare uno stato di vero e proprio malessere. Non si tratta solo di “capricci”: anche i bebè molto piccoli, sotto l’anno d’età, diventano piuttosto irritabili con l’afa estiva. “Sotto i 6 mesi, è normale che nei momenti più caldi della giornata i bimbi possano esprimere il loro disagio con il pianto. Ci si deve preoccupare solo se il pianto è lamentoso e incessante e se il bebè non mostra desiderio di interagire con l’ambiente e tende ad assopirsi”, spiega il pediatra. “È importante, inoltre, che ai momenti di abbattimento in cui esprime disagio ne alterni altri in cui si sente meglio”. Anche ai più piccoli è utile proporre frequenti bagnetti in acqua tiepida. In estate se ne può fare anche più di uno al giorno, basta utilizzare detergenti delicati e privi di profumazione. L’effetto rinfrescante è assicurato.

Top