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Emicrania, ne possono soffrire anche i bambini (molto spesso è stagionale e c’entra il «mal di scuola»)

di Antonella Sparvoli
da www.corriere.it/salute
@Riproduzione Riservata del 04 novembre 2021

Nei piccolissimi il sintomo di questo problema sono spesso le coliche gassose. Il dolore di capo in genere compare intorno ai 7-8 anni e può essere forte e debilitante.-

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Anche i più piccoli possono soffrire di mal di testa e la forma più frequente è l’emicrania, che affligge circa un bambino su dieci. Alla base c’è in genere una forte predisposizione genetica: quasi sempre ne soffre un genitore, anche se magari non ne è consapevole perché ha dei mal di testa molto saltuari.

Come si manifesta l’emicrania nei bambini?

«Essendoci una base ereditaria, l’emicrania è presente a partire dalla nascita, sebbene le manifestazioni possano essere diverse a seconda dell’età e la gravità possa variare nel corso della vita — premette Massimiliano Valeriani, responsabile del Centro cefalee dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma —. Per esempio nei bambini di pochi mesi, l’emicrania non si manifesta con il classico mal di testa: il sintomo più tipico sono le coliche gassoseNel bambino più grande possono essere presenti altri sintomi sempre riconducibili alla sindrome emicranica come il mal d’auto, i mal di pancia frequenti oppure i dolori agli arti che spesso i pediatri definiscono come dolori di crescita. Il mal di testa legato all’emicrania in genere compare intorno ai sette, otto anni».

Che cosa fare?

Quando un bambino ha mal di testa bisogna innanzitutto capire se si tratti di una cefalea primaria, essa stessa malattia come l’emicrania, oppure di una cefalea sintomatica di un’altra malattia. «Sicuramente l’emicrania è la causa più frequente di mal di testa nel bambino, però spesso sono chiamati in causa altri fattori, a partire dalle malattie respiratorie delle vie aeree superiori (dal raffreddore all’influenza) o condizioni più gravi che vanno valutate dal pediatra o da uno specialista in materia», sottolinea Massimiliano Valeriani». «C’è poi un mito da sfatare che riguarda la sinusite: i seni frontali si formano verso i sette, otto anni, quindi è impossibile che il mal di testa in un bambino di 4-5 anni sia dovuto a questa condizione», aggiunge il responsabile del Centro cefalee.

Quali sono le caratteristiche dell’attacco di emicrania?

«È un mal di testa molto forte e debilitante, anche se nel bambino può durare poco, solo qualche minuto. Spesso è accompagnato da altri sintomi quali fastidio alla luce o per i rumori, vertigini nonché nausea e vomito. La presenza di vomito in contemporanea con il mal di testa può spaventare molto i genitori, ma bisogna ricordarsi che potrebbe appunto essere parte integrante di un attacco emicranico e quindi benigno».

Quali sono i fattori scatenanti?

«Sono diversi e tra questi ce ne sono alcuni difficilmente controllabili, come quelli ambientali, dalle temperature eccessive alla troppa umidità. Altri fattori sono, invece, modificabili come le irregolarità nel ciclo sonno-veglia. Per quanto riguarda i fattori di tipo alimentare bisogna fare molta attenzione perché a volte alcuni medici forniscono liste con alimenti da evitare, ma non esistono cibi in assoluto da eliminare. Vanno limitati solo quegli alimenti per i quali il paziente stesso (o i genitori nel caso dei più piccoli) si accorge dell’esistenza di un legame con l’emicrania. Tra i fattori scatenanti dell’attacco emicranico, e comunque aggravanti la severità stessa dell’emicrania, hanno un ruolo di primo piano quelli emotivi legati all’ansia e allo stresssoprattutto in relazione alla scuola. Molti bambini mostrano una sorta di stagionalità della sindrome emicranica: stanno peggio durante il periodo scolastico e migliorano, spesso in maniera sorprendente, in estate quando lo stress è minore». L’andamento dell’emicrania varia nel corso della vita. Tra i fattori che possono influenzarlo ci sono quelli ormonali. Prima della pubertà la prevalenza dell’emicrania è uguale nei due sessi, mentre dopo è maggiore nelle femmine (4 a 1 nell’adulto). La donna adulta di solito ha sollievo in gravidanza e soprattutto dopo la menopausa che può determinare anche la scomparsa degli attacchi.

Come si può curare?

«Ci sono due strategie principali: la terapia dell’attacco emicranico e la terapia profilattica per ridurre la frequenza degli attacchi quando questi superano i quattro, cinque al mese, interferendo dunque in modo notevole sulla quotidianità. Per il trattamento dell’attacco si usano alcuni antidolorifici e antinfiammatori non steroidei, mentre i triptani (terapia migliore nell’adulto) si possono usare solo dopo i 12 anni a dosaggi ridotti. Per la profilassi si usano farmaci mutuati dall’emicrania dell’adulto. Accanto ai farmaci, ci sono diversi integratori, dal magnesio al partenio, che vengono molto usati nel bambino in quanto privi di effetti collaterali. Non esistono studi che ne dimostrino l’efficacia in modo inequivocabile, tuttavia diversi soggetti sembrano trarne beneficio, complice anche l’effetto placebo, che nel bambino può toccare punte del 60 per cento».

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