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Emergenza adozioni in Italia: tanti abbandoni di neonati in ospedale, domande in calo

di Chiara Daina
da www.corriere.it
@Riproduzione Riservata del 04 giugno 2021

In crescita il numero dei neonati abbandonati in ospedale, soprattutto al Nord. In Lombardia 55 solo nel 2020; 186 in Italia. Quanto ai minori tolti alle famiglie e dichiarati adottabili nel 2019 sono stati 1.046.-

Emergenza adozioni in Italia: tanti abbandoni di neonati in ospedale, domande in calo

Per avere un figlio l’unico modo non è concepirlo. Si può anche accoglierlo. Di bambini lasciati negli ospedali italiani subito dopo il parto e in cerca di genitori per crescere ce ne sono più di quanto si immagini. Durante la pandemia all’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, una delle province più colpite dal Covid, il numero di neonati non riconosciuti alla nascita è salito. Nel 2020 sono stati sette, cinque in più rispetto a quelli dell’anno precedente. «Quattro sani e tre con patologie gravi non diagnosticate nel corso della gravidanza» , afferma Simona Lorenzi, assistente sociale dell’ospedale. Dietro un abbandono, spiega, c’è la paura di non farcela. «Il momento difficile del lockdown e dell’emergenza epidemiologica sommato a un arrivo non programmato - prosegue - ha aumentato il senso di incertezza e di precarietà. Ci sono casi in cui la coppia senza stabilità lavorativa, che ha già dei figli, non se la sente di gestire un’altra creatura. Altri in cui il partner se n’è andato e la donna rimasta sola rifiuta il bambino. Quando nasce con malformazioni o malattie invalidanti è la situazione patologica, che comporta un accudimento impegnativo, a determinare la scelta dei genitori naturali di affidarlo a un’altra famiglia».

Neonati abbandonati, il diritto di avere una famiglia

Un neonato con genitori ignoti è dichiarato immediatamente adottabile dal Tribunale per i minorenni: il suo diritto di avere una famiglia è ritenuto prioritario su tutto. Nell’ultimo anno in tutta la Lombardia i piccoli abbandonati nei nidi degli ospedali sono stati 55. Nel 2019 erano 41 e nel 2018 40. Mentre a livello nazionale i numeri sono lievemente scesi (243 nel 2018, 193 nel 2019 e 186, dato ancora provvisorio, nel 2020).

I requisiti per diventare genitori adottivi

«Ascoltiamo il disagio della coppia - dice l’assistente sociale - e forniamo supporto. Se non c’è un ripensamento segnaliamo il neonato al Tribunale». Inizia così il percorso per l’adozione. «L’abbinamento con gli aspiranti genitori adottivi avviene nel giro di pochissimo tempo: un mese circa», dichiara Cristina Maggia, presidente del Tribunale per i minorenni di Brescia. In attesa di trovare la famiglia più adatta il piccolo trascorre le sue prime settimane di vita nel reparto di neonatologia, affidato a un volontario per le coccole, il bagnetto, i pasti col biberon. Per diventare genitori adottivi bisogna presentare una domanda di adozione nazionale, scaricabile dal sito web del tribunale di competenza. I requisiti che servono sono essere sposati da almeno tre anni (il conteggio degli anni può essere comprensivo anche di un eventuale periodo di convivenza) e avere un’età superiore di almeno 18 anni ma non più di 45 rispetto a quella del bambino. Il Tribunale richiede al centro adozioni dell’Azienda sanitaria di verificare la capacità della coppia di prendersi cura di un bambino messo al mondo da altri e di produrre una relazione che ne attesti l’idoneità (entro 4 mesi).

Adozione veloce e a costo zero ma serve la formazione

«Chiediamo alla coppia di seguire un corso di formazione sull’adozione. Sono quattro incontri per 12 ore complessive. La scelta di adottare deve essere consapevole perché richiede di saper accogliere un bambino con una storia di rifiuto. Soprattutto se è più grandicello ed è stato sottratto dalla famiglia biologica per abusi o altri motivi, bisogna essere in grado di affrontare i disagi che derivano dalle sue ferite». A parlare è Roberta Gonnelli, responsabile del centro adozioni dell’Asst di Mantova. «Per come la gente è abituata a parlarne, l’adozione sembra una cosa impossibile. Invece è stato semplice, veloce e a costo zero», testimonia Francesca, che con il marito Marco nel gennaio 2020, lei 39 anni, lui 43, a un anno dalla domanda, sono stati assegnati a un bimbo di 12 mesi, allontanato dal giudice al momento della nascita dalla madre biologica per incapacità di accudimento. «Avevamo provato con la fecondazione assistita - raccontano - ma senza successo. Solo accettando di non poter mai avere figli naturalmente ci siamo potuti aprire all’adozione. Noi abbiamo aiutato lui e lui ha aiutato noi a essere una famiglia».

Oltre mille minori dichiarati «adottabili» nel 2019

I minori tolti dai genitori non in grado di occuparsene e dichiarati adottabili sono la maggioranza (1046 nel 2019). «C’è stato un crollo delle domande di adozione sia nazionale, che è gratuita, sia internazionale, che tra viaggi e documenti costa migliaia di euro» sottolinea la presidente del Tribunale di Brescia. I motivi? «Le separazioni, la crisi economica, la solitudine, la precarietà del lavoro e dei legami affettivi - sostiene Maggia - hanno avuto un impatto negativo sulla natalità e sulle adozioni. Un’altra ragione è che gli ideali solidaristici stanno diventando sempre più individualistici. Le coppie sono meno disposte ad accettare un bambino con un passato, lo vogliono su misura e se non riescono ad averlo in provetta piuttosto restano soli. Oggi gli abbinamenti - conclude - sono più difficili anche perché l’eta media dei genitori adottanti si è alzata, fino a 51 e 53 anni: preferiscono bambini molto piccoli, che invece vengono possibilmente affidati alle coppie più giovani, e scartano quelli in età scolare».

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