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Diocesi di Tortona: Messale Romano

di Claudio Baldi
da www.diocesitortona.it
@Riproduzione Riservata del 23 ottobre 2020
Giovedì scorso il vescovo ha incontrato i sacerdoti e i diaconi e ha illustrato la terza edizione del libro
«Il Messale è custode del mandato di Gesù».-
TORTONA - «Tutta l’umanità trepidi, l’universo intero tremi e il cielo esulti, quando sull’altare, nella mano del sacerdote, si rende presente Cristo, il Figlio del Dio vivo. O ammirabile altezza e degnazione stupenda! O umiltà sublime! O sublimità umile, che il Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio, così si umili da nascondersi, per la nostra salvezza, sotto poca apparenza di pane! Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, ed aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché siate da lui esaltati. Nulla, dunque, di voi trattenete per voi, affinché totalmente vi accolga colui che totalmente a voi si offre».
Con questa preghiera di San Francesco, contenuta nella sua Lettera a tutto l’ordine, mons. Vittorio Viola, nella mattinata di giovedì 15 ottobre, in cattedrale, ha aperto l’incontro per sacerdoti e diaconi.
Il tema è stato la presentazione della terza edizione del “Messale Romano”, pronto per la distribuzione e per l’uso liturgico dalla prima domenica di Avvento.
Il vescovo ha scelto le parole del santo di Assisi per cogliere, dalla sua fede e dal suo amore per l’Eucarestia, lo stupore infinito per ciò che ogni giorno accade sull’altare.
«Il nostro incontro – ha detto il presule – vuole essere l’inizio di un cammino, per accogliere il do- no che ci viene offerto della nuova edizione del Messale. Questa è una grande occasione per riscoprire la bellezza e la forza vitale del celebrare cristiano e dell’eucarestia, culmen et fons dell’agire della Chiesa».
Il Messale è libro prezioso, perché custodisce il mistero dell’ultima cena, il mandato del Signore, la legge della preghiera (lex orandi) che sempre spiega e rivela ciò che la Chiesa crede e tramanda di generazione in generazione, perché sia perpetuato e offerto il santo sacrificio dell’altare (lex credendi).
Il Messale, infatti, come la Chiesa, custodisce il mandato del Signore e dentro c’è tutta la tradizione viva ecclesiale che trasmette e proclama la forma del celebrare.
È un patrimonio infinito, che ci aiuta a riscoprire la bellezza e la fecondità della celebrazione.
Per questo mons. Viola ha “sfogliato” il testo, spiegando le scelte fatte e motivando i criteri della sua preparazione e rimandando ad altri incontri di entrare dentro la ricchezza dei gesti e dei testi.
L’intervento del vescovo si è sviluppato ad ampio raggio, toccando le tappe storiche dell’origine dei libri liturgici e i vari passaggi della preparazione del Messale: gli incontri romani, le verifiche e le attese durante il passaggio in Congregazione per la Liturgia, fino all’intervento e all’approvazione diretta di papa Francesco.
Ha presentato gli arricchimenti più significativi e i cambiamenti effettuati nelle preghiere del “Gloria” e del “Padre nostro” e nella presentazione del Corpo del Signore prima della comunione.
Infine, ha letto alcuni nuovi prefazi che si aggiungono a quelli già esistenti e fornito degli esempi di traduzione, motivando la difficoltà di una resa che sia fedele al testo latino e nello stesso tempo sia valida per le altre lingue.
Alcune comunicazioni riguardanti la ripresa del catechismo e delle attività di formazione in presenza nelle parrocchie in tempo di Covid, hanno preceduto la preghiera dell’Angelus che ha chiuso l’incontro.

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