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Diocesi di Tortona: Don Luigi Orione torna a Pontecurone

di Fabio Mogni

da www.diocesitortona.it
@Riproduzione Riservata del 30 ottobre 2021

Sabato scorso la reliquia del sangue del santo è stata accolta dalla comunità parrocchiale.-

Pontecurone - Nel pomeriggio di sabato 23 ottobre, nell’ambito degli eventi in programma per il 150° della nascita di san Luigi Orione, è stata celebrata la solenne liturgia con la reliquia del suo sangue. Erano presenti molti fedeli del paese e le rappresentanze della Famiglia Carismatica Orionina. La reliquia è stata accolta sul sagrato della chiesa di San Giovanni Battista dal parroco don Loris Giacomelli e collocata sull’altare per un momento di preghiera personale e comunitaria.
Si è snodata poi la solenne processione verso la Collegiata di S. Maria Assunta. Durante il tragitto sono state lette frasi del santo, alternate a canti di lode al Signore per il dono dell’illustre concittadino “apostolo” della carità. Giunti alla Collegiata, don Renzo Vanoi, rettore della Basilica del Santuario della Madonna della Guardia di Tortona, ha presieduto la S. Messa, animata dalla Corale del paese, diretta da Gian Maria Franzin.

Nell’omelia don Renzo ha sottolineato l’importanza dell’amore per don Orione e come i riti popolari aiutano a comprendere quanto è importante trasmettere alle generazioni future il bene ricevuto dal santo. Commentando il vangelo, don Renzo ha concluso affermando: «Chiediamo al Signore con l’aiuto di Don Orione il dono della vista per aver presente la carità e poterla vivere come suoi veri figli».
La celebrazione si è conclusa con la benedizione solenne con la reliquia nella quale si esprime la presenza di don Orione in mezzo alla sua gente.

Il sangue del santo oggi è idealmente racchiuso soprattutto nel suo carisma e nel suo spirito che continua ancora a scorrere e a dare vitalità e consanguineità a tante persone in tutto il mondo.
Scorre nella vita di tanti religiosi, suore e laici presenti in tante nazioni, che hanno nel loro cuore lo spirito di carità e di amore alla Chiesa che fece battere forte il cuore del sacerdote di Pontecurone, «un cuore senza confini perché dilatato dalla carità di Gesù Crocifisso».

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