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Denatalità, in Italia crollano le nascite: a pesare sono le incertezze lavorative

da www.repubblica.it
@Riproduzione Riservata del 06 novembre 2023

Secondo una ricerca realizzata da Changes Unipol ed elaborata da Ipsos, un italiano su due ritiene insufficienti le attuali politiche a supporto della famiglia.-

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Dal 2008, anno in cui il numero dei nati vivi ha registrato il più alto valore dall'inizio degli anni Duemila, i nati residenti in Italia sono sistematicamente diminuiti. In termini assoluti, la riduzione medio-annua ammonta a circa 13mila unità, quella relativa al 2,7%. Rispetto al 2008 oggi si rilevano oltre 183mila nascite in meno (-31,8%).

Cosa pensano gli italiani

Un italiano su due (52%) ritiene insufficienti le attuali politiche a supporto della famiglia. È quanto emerge da “Gli italiani e la denatalità”, ricerca realizzata da Changes Unipol ed elaborata da Ipsos, finalizzata ad analizzare la situazione familiare in Italia e i motivi, le conseguenze e le misure a supporto della denatalità. L’insoddisfazione è omogenea in tutto il Paese: Centro (53%), Nord e Sud e Isole (ciascuna al 51%). A livello generazionale Boomer e Generazione X (entrambe 56%) sono le più critiche, mentre coloro che sono ancora in piena età fertile, risultano mediamente meno negativi: Millennial (47%) e Generazione Z (42%).

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Le azioni a supporto della natalità

Tra le iniziative anti-denatalità, l’assegno universale per i figli a carico e il rafforzamento delle politiche di sostegno per spese educative e scolastiche sono le più apprezzate dagli italiani (ciascuna con il 58%). A seguire la riforma dei congedi parentali e il supporto ad un maggiore protagonismo degli under 35 (ciascuna con il 55%), misure che trovano favore soprattutto tra Generazione Z e Boomer.

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Interessante notare, inoltre, come le aziende abbiano un ruolo nel favorire la natalità: per 6 italiani su 10 una maggiore flessibilità lavorativa potrebbe favorire la genitorialità in Italia. In particolare, vengono apprezzate la flessibilità di orario di entrata e uscita (29%), il lavoro da remoto integralmente o in parte (26%) e la settimana lavorativa corta (24%). Anche tra le generazioni la flessibilità lavorativa è l’incentivo ritenuto più efficace per contrastare la denatalità (soprattutto per i Boomer: 65% rispetto al 59% di valore medio nazionale), seguito dagli aiuti economici (46%). Istituire un asilo nido all’interno dell’azienda piace al 30% degli italiani, in particolare alla Generazione X (34%) e ai Boomer (38%). Per la Generazione Z sono, invece, importanti i rimborsi per spese scolastiche e di baby-sitting (27%), l’assistenza sanitaria integrativa (22%) e il coaching per le neomamme (12%).

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La motivazione lavorativa è la principale causa della denatalità

La ricerca Changes Unipol rileva come tra coloro che rimandano o non progettano di avere figli, la motivazione principale sia lavorativa (35%), soprattutto nel Sud e Isole (44%). Nel dettaglio, la mancanza di un lavoro stabile (17%) e l’inconciliabilità tra carriera e desiderio genitoriale (16%) sono i principali deterrenti.

A livello nazionale, le ragioni economiche sono la seconda motivazione alla base della decisione di non volere figli (34%), ma diventano il primo deterrente per il Nord (37%), soprattutto a causa dell’aumento del costo della vita in relazione al proprio reddito.

I timori per il contesto socioeconomico (economia, clima, situazione politica del Paese) sono il terzo ostacolo (24%), soprattutto al Sud e Isole, in cui costituiscono la terza motivazione (28%).

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Prendendo in considerazione le fasce di età, i dati rivelano come la Generazione Z individui nelle motivazioni lavorative (46% rispetto ad un 35% di media nazionale) ed economiche (43% rispetto ad un 34% di media nazionale) le principali cause del non avere figli. La Generazione Z è anche la più preoccupata per il contesto socioeconomico (29% rispetto al 24% di media nazionale): nella loro visione la situazione economica del Paese e il cambiamento climatico non forniscono un ambiente ideale per mettere su famiglia. La prima motivazione tra chi non progetta o rimanda la decisione di avere figli nella Generazione X è, invece, il non ritenere la maternità/paternità un desiderio o un progetto (32% rispetto al 19% di media nazionale).

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La denatalità influirà negativamente soprattutto sul sistema pensionistico

Secondo gli italiani la denatalità influirà negativamente soprattutto sul sistema pensionistico (il 37% ritiene che sarà molto colpito; il 73% molto/abbastanza colpito) davanti a spopolamento delle aree non urbane (29%).

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Le preoccupazioni circa le ricadute della denatalità crescono al crescere dell’età. Sono i Boomer, infatti, i più preoccupati per le possibili conseguenze negative, sia sul sistema pensionistico (49% i molto preoccupati contro il 37% di media), sia sullo spopolamento delle aree non urbane (33% rispetto al 29% di valore nazionale) e il venir meno del welfare sanitario (28% contro il 21%).

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