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Cremona, le chat, i soldi e le estorsioni: un’intera classe sotto scacco. «Pagate, ho amici cattivi»

di Francesca Morandi
da www.corriere.it
@Riproduzione Riservat6a del 07 luglio 2019
 

L’inchiesta sul fight club dei ragazzini. Il gip: non hanno avuto alcun limite.-

C’è anche la minaccia ad una intera classe di un istituto tecnico nella lunga scia di violenze firmate dal branco sgominato dai carabinieri di Cremona: una gang di 25 ragazzini, per lo più minorenni, che organizzava risse e pestaggi in piazze e vie con l’account Instagram «Cremona.dissing» , seminando il terrore tra gli adolescenti picchiati per strada. La minaccia alla classe è uno degli episodi più gravi riversato nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre minori di 15, 16 e 17 anni agli arresti domiciliari per tentata estorsione aggravata.
Il fatto risale al 16 aprile scorso. In un istituto professionale cittadino, sulla chat del gruppo della sua classe (una prima) attivata su Whatsapp, il quindicenne spiega ai compagni di aver subito un furto di 100 euro. È falso, si scoprirà. La chat: «Sono spariti 100 euro che avevo nello zaino e non erano soldi miei. Ma dei miei amici. E i miei amici sono cattivi. È meglio che me li ridiate». In classe si organizza una colletta: 10 euro a testa. Seguiranno altre intimidazioni, soprattutto sul bus che collega il piazzale delle Tranvie al quartiere dove si trova la scuola. Nel mirino dei bulli finisce un sedicenne. «Se non paghi ti ammazziamo di botte». Alcuni compagni di classe pagheranno, altri si confideranno con i genitori, i professori e la preside, che allerterà l’Arma. Tre diciottenni e un diciassettenne sono, invece, in carcere per rapina ai danni di uno studente di 19 anni all’esterno di una discoteca. Il fatto risale al 19 aprile scorso. La vittima viene minacciata e accerchiata: un pugno in faccia, il naso fratturato. La gang porterà via al diciannovenne il telefonino. Secondo il gip del tribunale per i minori di Brescia e il gip del tribunale di Cremona «le esigenze cautelari sono indispensabili per l’elevatissimo rischio di recidiva, desumibile dalle modalità e circostanze dei fatti gravissime non solo oggettivamente, ma perché ascrivibili ad istinti di sopraffazione verso un soggetto debole, tipici del “bullismo”».
Nell’ordinanza si evidenzia anche come gli indagati siano «ragazzi che non hanno avuto limiti, distruggendo, picchiando e causando grave allarme sociale in tutta la città di Cremona». E si dà atto ai carabinieri «di avere ampiamente dimostrato come ogni occasione sia stata motivo per i componenti del branco di misurarsi con se stessi e con gli altri e a volte, inventando giochi violenti tanto per “divertirsi”, per noia o per sfida». Molti i filmati. Perché gli adolescenti hanno fissato i fatti con i cellulari, immortalato le violenze? Perché «la parola ¬è stata sostituita dalle immagini, dai video, da tutto ciò che può testimoniare ciò che è stato compiuto affinché non vada nell’oblio. Non ci dobbiamo meravigliare del fatto che gli adolescenti filmino anche le azioni violente e si riprendano durante gli atti criminali in contesti devianti che, però, non leggono come devianti».

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