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«Che nessuno sia più in necessità»

DI TAMARA PASTORELLI 
Dal 1° al 7 maggio, si è svolta in tutto il mondo la Settimana Mondo Unito. Tante le iniziative messe in campo ad ogni latitudine per realizzare quel “No One in need”, che dà il titolo all’edizione 2019, come la tradizionale Run4Unity, la corsa che mira ad unire il Pianeta.-  
«Una proposta rivolta a tutti noi, ai giovani del mondo intero, alle Istituzioni nazionali ed internazionali, pubbliche e private, a tutti: una proposta, anzi un appuntamento: la Settimana Mondo Unito. Lo scopo? Valorizzare le iniziative che promuovono l’unità a tutti i livelli». Con queste parole, i circa 12.000 Giovani per un Mondo Unito dei Focolari riuniti, nel 1995, per il loro Genfest, nel PalaEur di Roma, lanciarono la proposta di istituire una settimana per diffondere ad ogni latitudine il loro ideale, quello  del mondo unito. Da allora, ogni anno, per una settimana, ragazzi, giovani, adulti, intere comunità, si mobilitano per testimoniare con azioni e iniziative di ogni genere che un mondo unito è possibile, ed è bello vivere per cercare di realizzarlo.

Il titolo scelto per l’edizione 2019 è “No One In Need”, “che nessuno più sia in necessità”. È il loro modo per dire “basta” alla povertà, qualsiasi volto abbia, che si tratti d’indigenza o di uno dei tanti disagi che caratterizzano la nostra epoca.

Ancora si sta procedendo al lavoro di mappatura e di raccolta delle attività a livello mondiale ma già si parla di alcune centinaia di iniziative, sparse ovunque, nel Pianeta, che vanno dal grande evento al piccolo gesto personale.

Cominciamo dal Sud America. A Palmas, in Brasile, un gruppo di giovani e ragazzi ha aperto la Settimana Mondo Unito, invitando i propri concittadini a partecipare ad una gara sportiva. La “quota” d’iscrizione consisteva in un chilogrammo di alimenti non deperibili che, alla fine della manifestazione, sono stati distribuiti alle famiglie bisognose della città.

Parallelamente, a Loppiano, cittadella internazionale dei Focolari, in provincia di Firenze, 1400, tra ragazzi, giovani e famiglie hanno preso parte al tradizionale evento del Primo Maggio, quest’anno intitolato “Good Vibes” (vibrazioni buone), che invitava tutti ad avviare processi di cambiamento ed ad esserne protagonisti, superando l’individualismo e la solitudine con la cultura del dare, il pregiudizio e la paura del diverso praticando l’accoglienza e la fraternità.

Procedendo verso Oriente, sempre il 1° maggio, a Bandra, in India, nella chiesa di Mt Mary’s Church, i Giovani per un Mondo Unito della città hanno invitato l’intera comunità ad un momento di preghiera per lo Sri-Lanka, vittima dei recenti atti di violenza e ad impegnarsi per la pace.

Sull’isola di Cebu, nelle Filippine, è stata lanciata la campagna “#NoOneInNeed” presso la Bukas Palad Cebu Foundation, Inc. L’invito pubblicato sui social era a dir poco originale: «Comincia portando con te oggetti di valore in eccedenza o cose che non usi più, da condividere e mettere in comune!». E in tanti hanno risposto al loro appello. Come Fred, un giocatore di “Pokemon Go” e amico di alcuni organizzatori appassionati dello stesso gioco che, la sera del 1° maggio, ha portato con sé 85 capi di vestiario che aveva indossato meno di due volte e che ora non considera più “suoi” ma di chi ne ha più bisogno.

Poi, durante lo scorso fine settimana, più di 70 città dei cinque continenti hanno preso parte a Run4unity la staffetta sportiva mondiale che coinvolge ogni anno centinaia di migliaia di partecipanti ad ogni latitudine, animata anch’essa dallo slogan “No One In Need”.

Per il terzo anno consecutivo, si è corso su entrambi i lati del confine tra Messico e Stati Uniti, proprio a fianco del muro, alla presenza dei sindaci delle città coinvolte (Mexicali e Calexico). Anche in Pakistan, a Lahore, si è svolta una manifestazione sportiva all’insegna di Run4unity. In Nuova Zelanda, a Christchurch, la città degli attacchi alle due moschee del marzo scorso, la corsa ha coinvolto i giovani delle diverse religioni.

Ma è l’Africa la vera protagonista dell’iniziativa. Qui, Run4unity si è svolta in Congo, a Kinshasa, Kipushi e Lubumbashi, con il coinvolgimento delle scuole collegate al progetto Living Peace International e la partecipazione di migliaia e migliaia di ragazzi. Si è corso anche in Camerun, Paese dilaniato dal conflitto tra separatisti e forze governative nelle regioni anglofone del Paese, dove la situazione umanitaria va peggiorando.

Scrivono da Bamenda:«Vogliamo condividere la gioia del successo di Run4Unity qui a Bamenda nella pace. Abbiamo sentito la presenza di Dio per via dell’atmosfera calma e serena che ci ha permesso di svolgere tutte le nostre attività nella normalità. Concretamente, ognuno ha portato del sapone e abbiamo anche fatto una visita all’ospedale per offrirlo ai malati e alle madri che hanno partorito, il sapone avanzato l’abbiamo lasciato alla suora che si occupa degli sfollati».

Anche a Man, in Costa d’Avorio, si sono messi in marcia. Un tragitto a tappe, cominciato alle 8 del mattino, dove il camminare si alternava alla preghiera: per la pace, per gli avi, per la sicurezza nel Paese, per la salvaguardia dell’ambiente.

In Italia, le città interessare da Run4unity, tra le altre, sono state: Pisa, Roma, Matera, Ischia, Torino, Foggia, Milano, Abbiategrasso e Perugia.

da www.cittànuova.it
@Riproduzione Riservata del 08 maggio 2019
 
 

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