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Bambini senza famiglia. Adozione e affido, ecco perché (e come) è possibile

di Luciano Moia, evento di sabato 26 gennaio 2019
Sabato nelle 20 regioni italiane la manifestazione "Dònàti" del Forum delle famiglie per riaffermare che aprire le porte a un minore che non ce l’ha è gesto possibile di accoglienza e solidarietà.-
Associazioni in campo per l’affido e per l’adozione. Venti incontri in contemporanea in ciascuna regione italiana, e centinaia di famiglie mobilitate per dire che adozione e affido non sono l’archeologia dell’accoglienza. E per ribadire soprattutto che sono destituite di ogni fondamento le analisi che ritengono ormai quasi impossibile, per costi e complicazioni varie, donare una famiglia a bambino che non ce l’ha. Troppe spese, troppa burocrazia, troppe lungaggini? Vero, ma solo in parte.
Oggi i rimborsi per le spese affrontate dalle famiglie vengono regolarmente saldati e nei tribunali che funzionano bene – ci sono anche quelli – non sempre le attese sono così pesanti. E poi, al di là dell’adozione, rimane la possibilità di rivolgersi alle varie forme di affido. Qui i tempi sono molto più brevi e le possibilità di mettere in campo scelte di generosità verso un minore in difficoltà sono tantissime.
Ecco le motivazioni che hanno indotto il Forum delle associazioni familiare a lanciare "Dònàti, fatti un dono, dona una famiglia a chi non ce l’ha" per mettere il valore morale, sociale ed economico che l’incontro tra infanzia abbandonata e coppie sposate senza figli può generare.
Sabato, in tutte le regioni italiane, dalle 15 alle 17, sono previsti incontri di testimonianza e di sensibilizzazione. I vari Forum regionali, in collaborazione con le associazioni che si occupano di adozione e di affido, offriranno l’opportunità di riflettere su queste scelte. La platea potenzialmente interessata ad approfondire il tema è rappresentata dai cinque milioni di coppie senza figli che non hanno ancora rinunciato alla gioia della genitorialità.
Purtroppo, negli ultimi anni, un’informazione a senso unico ha convinto molti, troppi adulti che la strada maestra per risolvere i problemi di fertilità – dramma sempre più presente per cause sociali e ambientali – sia quella della fecondazione assistita. Così, a fronte di circa 70mila donne che ogni anno in Italia si avvicinano alla procreazione artificiale (percentuali di successo inferiori al 30%) sono poche migliaia quelle che decidono di aprirsi a una scelta di accoglienza destinata non solo a cambiare la vita a un bambino sfortunato, ma ad innescare una serie di circuiti positivi a vari livelli su cui non si riflette mai abbastanza. Adozione e affido producono per esempio effetti benefici di sussidiarietà economica, di testimonianza e di collegamenti virtuosi che prima o poi andrebbero quantificati anche dal punto di vista economico, a conferma del ruolo imprescindibile della famiglia come più importante ammortizzatore sociale del Paese.
«Non ci stancheremo di seminare frutti di speranza per l’infanzia abbandonata – sottolinea Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle Associazioni Familiari – perché siamo convinti che solo la testimonianza concreta della scelta di diventare genitori adottivi o affidatari, portata dalle famiglie del Paese reale, potrà generare nuovi nuclei familiari decisi a fare altrettanto».
Quanti sono i bambini che attendono una famiglia? Un migliaio l’anno per quanto riguarda l’adozione nazionale. Tanti infatti sono i minori dichiarati adottabili dai 29 tribunali per i minorenni. Cifre decisamente più cospicue per l’adozione internazionale. Stime Unicef parlano di 100-120 milioni di minori orfani nel mondo, a fronte però di una richiesta che, come più volte detto, è crollata ovunque. Rimangono, per quanto riguarda l’affido, i circa 21mila minori presenti nelle comunità. Per almeno l’80 per cento si potrebbero aprire le porte di una casa. Sempre se si trovassero genitori disposti ad accoglierli. Perché non provare?
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 24 gennaio 2019

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