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A FIANCO DELLE DONNE: I NUOVI AMBASCIATORI DI TELEFONO ROSA

di Annachiara Valle
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 19 giugno 2021

 Anche don Antonio Rizzolo, direttore di Famiglia cristiana, insignito della responsabilità di combattere discriminazioni, pregiudizi e abusi e di lottare per le pari opportunità.-

«Telefono rosa è testa, cuore e tanta competenza sia in campo giuridico che psicologico». Francesco Bevere, primo uomo a essere nominato ambasciatore dall’associazione, premia Luca Dini, direttore delle riviste F e Natural Style. Si parla di violenza sulle donne, «aumentata durante il lockdown», come sottolinea la presidente di telefono rosa, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli. «Abbiamo raccolto richieste di aiuto da queste donne segregate, che chiamavano dal bagno coprendo la voce con lo sciacquone, mentre si sentivano i figli piangere», dice raccontando questo anno e mezzo a fianco di chi ha sofferto di più. Nella suggestiva cornice di una delle residenze dei cavalieri di Malta, che si affaccia sui Fori imperiali, a Roma, l’associazione ha nominato sette nuovi ambasciatori e ambasciatrici scelti tra quanti sono stati più vicini a Telefono rosa e hanno ascoltato di più i problemi delle donne. Ci sono politici e giornalisti che hanno sottolineato come «la violenza sulle donne sia la madre di tutte le altre» e che è per questo che occorre partire da una costante educazione a partire dai bambini. Oltre a Dini sono stati nominati anche la giornalista Maria Latella, le onorevoli Stefania Ascari, membro della commissione Giustizia e della commissione Antimafia, ed Eleonora Mattia, presidente della Commissione della Regione Lazio per le pari opportunità e premiata dal condirettore di Famiglia cristiana Luciano Regolo, Marco Casini, docente di informatica e curatore del sito web dell’associazione, Fabio Russo, docente di ingegneria civile e don Antonio Rizzolo, direttore di Famiglia cristiana e dell’apostolato paolino. «Faccio notare», ha detto don Rizzolo richiamando la ricerca sugli stereotipi di genere secondo la quale i più prevenuti tra giovani, genitori e professori sono questi ultimi, «che il primo a rompere gli schemi fu proprio Gesù rispondendo a Marta che vorrebbe che la sorella le dia una mano per servire gli ospiti. Maria stava ascoltando il Signore, cosa riservata agli uomini, e Marta la richiama a rientrare nel ruolo attribuito alle donne, quello di servire. Gesù, invece, dice: “Maria ha scelto la parte migliore che non le verrà tolta”. Pone così l’accento sulla scelta. Perché è la scelta che permette di vincere gli stereotipi».

Nel corso della serata, tra i temi affrontati anche quello della parità salariale, della violenza tra giovani che spesso sfocia in stupri su ragazze sempre più piccole, dell’impatto psicologico sui figli delle donne uccise dai compagni, del grande impegno profuso nelle scuole, con oltre tremila studenti raggiunti. Oltre, naturalmente, alla grande capacità di accompagnare le donne che sono riuscite a chiedere aiuto durante il lockdown. «La grande sorpresa», ha sottolineato Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, «è che il percorso psicologico è stato più facile è stato agevolato dal parlare attraverso lo schermo del telefonino. Uno stimolo in più a utilizzare anche questi strumenti che possono aiutare le donne a farsi ascoltare».

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