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«GIOVANI, QUANTE VACANZE BUTTATE BIVACCANDO TRA CANNE E BIRRETTE»

di Fabrizio Fantoni

Tanti ragazzi non fanno niente durante l’estate, e ammazzano il tempo bivaccando con gli amici tra panchine e parchetti, magari con il “contorno” di canne e birrette. Oppure si rimbambiscono davanti ai videogames o ancora girano per casa, trascinandosi tra il letto e il divano di fronte al televisore. Che spreco di energia giovanile! A ottant’anni suonati, ogni giorno faccio molto di più di chi ha un quarto dei miei anni.

Nonno Lucio

Complimenti al vigoroso nonno che ci scrive! È bello immaginare un gruppo di nonni come Lucio, ma anche di nonne, che sappiano coinvolgere adolescenti sfaccendati, insegnando loro i trucchi per coltivare un orticello, segare un’asse in misura o rammendare una calza. I ragazzi potrebbero insegnare ai nonni a usare meglio lo smartphone o Internet, per mandare una mail al medico di base e per collegarsi a qualche sito utile, come la banca o l’Inps. A dire il vero non si tratta di sogni, ma di realtà che vivono dove c’è la sensibilità politica di valorizzare le risorse presenti sul territorio. Detto questo, Lucio propone nel suo stile diretto un tema importante: come rendere utili i tre mesi di vacanze estive. Occorre uno sforzo di inventiva da parte dei genitori, che devono prevedere durante la primavera come impegnare almeno una parte delle vacanze dei figli. Oratori o campus sportivi, vacanze studio o esperienze di volontariato: occorre che tra giugno e settembre parte del tempo sia dedicato a una tra queste attività. E se qualche genitore non ci ha ancora pensato, è bene che corra ai ripari. Senza indugi e senza consentire vie d’uscita anche ai ragazzi meno inclini a mettersi in gioco nelle novità. Il quadro dipinto da nonno Lucio è veritiero, ed esprime con chiarezza le occasioni mancate da tanti ragazzi. E i rischi: il paese dei balocchi di Pinocchio nasconde sotto l’assolutizzazione del divertimento il pericolo di perdere qualcosa della propria umanità, o di non svilupparla adeguatamente. Senza demonizzare compagnie e videogiochi, perché anche in quelle situazioni un ragazzo può imparare qualcosa su di sé, sul proprio carattere e sulle proprie risorse, è necessario però integrare questi “tempi per sé” con esperienze nuove. Con attività che escano dall’ordinario e mettano i ragazzi a contatto con situazioni che non conoscono, e magari aiutino a rendere meno scontati i benefici che ricevono ogni giorno in famiglia. Un’esperienza in Croce Rossa o in Caritas, un’attività di aiuto ai più piccoli o a chi è in difficoltà, può lasciare un segno che magari germoglierà più avanti e feconderà l’adulto che sta sviluppandosi dentro l’adolescente.

da www.famigliacristiana.it

@Riproduzione Riservata del 22 agosto 2018

 

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