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Scuola e obbligo vaccini, già alcuni bambini allontanati da nidi e materne

di Laura Cuppini

Gli istituti sono liberi di scegliere se accettare le autocertificazioni, come previsto dalla circolare Grillo-Bussetti, o invece esigere dalle famiglie il documento Asl originale.-

Sta per suonare (o è già suonata) la prima campanella nelle scuole italiane e genitori, insegnanti e presidi devono fare i conti con la questione vaccini. Ad oggi è in vigore la legge Lorenzin, che prevede l’obbligo di 10 vaccini per l’iscrizione, pena il non ingresso in classe per i bambini fino ai 6 anni (nidi e materne), e multe da 100 a 500 euro per i genitori dei ragazzi da 6 ai 16 anni (elementari, medie e superiori). A ciò si aggiunge l’indicazione contenuta nella circolare Grillo-Bussetti del 5 luglio, che consente (ma non obbliga) agli istituti scolastici di accontentarsi dell’autocertificazione delle avvenute vaccinazioni, in deroga alla legge vigente.

Bambini allontanati

Intanto ci sono stati i primi casi di bambini allontanati da scuola perché non in regola con le vaccinazioni: a Padova lunedì si sono contati, secondo gli anti vaccinisti del Corvelva (Coordinamento veneto per la libertà di vaccinazione) 19 casi di bimbi respinti ai cancelli di nidi e materne comunali. In Veneto sono 18mila i bambini tra 0 e 6 anni “fuorilegge”. A Brescia rischiano di rimanere a casa 82 bambini. A Bologna sono stati sospesi 136 bambini (90 nelle materne iniziate il 3 settembre, 46 nei nidi che però apriranno lunedì prossimo). L’amministrazione comunale, che ha mandato lettere alle famiglie non in regola, ha avvertito: per i bimbi la cui situazione non è stata regolarizzata scatta la sospensione dal servizio. A Rimini, una delle roccaforti italiane dei no-vax, in caso di sospensione per irregolarità le famiglie dovranno continuare a pagare la retta anche per i periodi di non frequenza, pena l’esclusione dall’asilo. In generale, le linee operative emanate dalla Regione Emilia-Romagna per l’anno 2018-2019 prevedono che i bambini sospesi potranno riprendere la frequenza solo dopo che la documentazione sarà stata presentata. Coloro che hanno presentato (anche attraverso un’autodichiarazione) la dichiarazione di appuntamento all’Asl, potranno frequentare fino alla data dell’appuntamento, poi servirà la certificazione, pena la sospensione. In Trentino sono 500 i bambini iscritti alle scuole dell’infanzia (materna) non in regola con gli obblighi vaccinali.

Autocertificazioni

La legge firmata dalla Lorenzin fissava al 10 luglio scorso la scadenza per mettersi in regola e presentare il certificato Asl, mentre con la circolare Grillo-Bussetti il termine di fatto viene «allentato». Una misura, ha sottolineato il Ministero della Salute, pensata per venire incontro soprattutto a chi, magari per cambi di residenza da una regione a un’altra o addirittura dall’estero, avesse difficoltà a ottenere i certificati dall’Azienda sanitaria di origine. Nessun condono mascherato, dunque, solo una semplificazione burocratica che non libera affatto i genitori dall’obbligo. La circolare dispone che nelle Regioni in cui non è ancora entrata a regime l’anagrafe vaccinale, che sgrava i genitori dall’obbligo di presentare la documentazione, solo per l’anno scolastico 2018-19 i dirigenti scolastici «potranno ammettere i minorenni alla frequenza sulla base delle dichiarazioni sostitutive presentate entro il termine di scadenza per l’iscrizione». Nelle Regioni dove l’anagrafe vaccinale esiste, l’autocertificazione andava presentata entro il 10 luglio, o in alternativa era sufficiente la richiesta di prenotazione delle vaccinazioni. Le autocertificazioni vengono poi verificate dalle Asl.

Responsabilità

La circolare non obbliga i presidi, né tantomeno i comuni (a cui fa capo gran parte degli asili nido), ad accettare le autocertificazioni: in queste settimane molti sindaci hanno dichiarato di preferire comunque la versione «originale» della legge Lorenzin e dunque i certificati della Asl. Anche il singolo preside può decidere in tal senso. In ogni caso, ha sottolineato il ministro dell’Istruzione Bussetti, la responsabilità di una dichiarazione falsa non ricade mai sui dirigenti scolastici: è sempre individuale. Rimane il punto più controverso, ossia il fatto che con l’autocertificazione, almeno finché non vengono completate le verifiche della Asl, di fatto non si può essere certi che i bambini presenti in classe siano vaccinati. In ogni caso la situazione è provvisoria: il disegno di legge di iniziativa parlamentare messo a punto in Commissione Sanità al Senato prevede l’obbligo flessibile, ossia una modulazione dell’obbligatorietà dei singoli vaccini regione per regione, in base alle coperture e ai dati epidemiologici. Mentre l’emendamento Lega-M5S al decreto legge Milleproroghe, che semplicemente rinvia di un intero anno l’obbligo, sembra avviato su un binario morto, visto che il testo andrà in aula intorno al 10 settembre e non sarà approvato prima di fine mese.

Regioni contrarie

Intanto le Regioni sono sul piede di guerra e cercano di contrastare lo stop all’obbligo. Lazio, Umbria, Marche e Toscana sono pronte ad approvare leggi che vanno in senso opposto, anche l’Emilia-Romagna si sta muovendo nella stessa direzione. Il Piemonte studia una legge ad hoc e accetta solo autocertificazioni delle prenotazioni all’Asl. La Sardegna, così come la Campania, si sta indirizzando verso una legge tutta sua. In Lombardia (dove l’anagrafe vaccinale è stata messa a disposizione delle scuole), Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare, ha detto che con l’obbligo è stato raggiunto il 95% di copertura per i bambini da 0 a 6 anni e ha assicurato il proseguimento del «lavoro per regolarizzare chi è ancora inadempiente».

da www.corriere.it

@Riproduzione Riservata del 04 settembre 2018

 

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