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Scala, la nuova stagione: 13 opere e spazio al balletto. La novità: 'palco di famiglia' e biglietti scontati. Alberto Malazzi direttore del coro

di Andrea Montanari
da www.milano.repubblica.it
@Riproduzione Riservata del 31 maggio 2021

Recuperati molti spettacoli cancellati, tornano i grandi direttori Valery Gergiev e Lorenzo Viotti, inaugurazione con il Macbeth di Verdi, serata-evento per ricordare Carla Fracci. Bruno Casoni lascia la direzione del coro dopo 20 anni.-
Tranne che per l'inaugurazione del 7 dicembre a ogni spettacolo saranno riservati sei palchi dove genitori o nonni (che pagano a prezzo pieno) potranno portare ragazzi fino ai 18 anni pagando il loro biglietto 15 euro.

L'opera "A rivedere le stelle", la Prima della Scala del 7 dicembre 2020, con brani registrati trasmessi dalla Rai

La Scala scommette sulla ripartenza e presenta una stagione lunga un anno. Ci saranno tredici titoli d'opera, due in meno del cartellone dello scorso anno interrotto dal lockdown, preceduti da un mini festival dedicato a Gioachino Rossini in autunno. Grande spazio all'opera italiana, soprattutto del periodo verista, ma anche francese e russa. In evidenza anche il balletto sia classico che contemporaneo. E tornano i grandi direttori ad affiancare la guida musicale ufficiale della Scala, Riccardo Chailly, che aprirà la stagione con l'annunciato "Macbeth" di Verdi (regia di Davide Livermore, tra i protagonisti Anna Netrebko, Luca Salsi, Ildar Abdrazakov e Francesco Meli). Saliranno sul podio del Piermarini Valery Gergiev e Lorenzo Viotti, il primo con "La Dama di Picche" di Ciaikovski, il secondo per "Thais" di Massenet. Il costo dei biglietti e degli abbonamenti cambia e in alcuni casi diminuisce: gli ultimi posti di platea e i più laterali per le opere, quelli dove la visione è più parziale, saranno meno costosi delle prime file. E cala anche il costo dei biglietti per gli ultimi posti nei palchi perché si vede poco e "gli spettatori ad averli pagati come chi è davanti pensano che li abbiamo fregati" ha ammesso candidamente Meyer. L'altra novità che ha fortemente voluto e quella dei 'palchi di famiglia'. Tranne che per l'inaugurazione del 7 dicembre a ogni spettacolo saranno riservati sei palchi dove genitori o nonni (che pagano a prezzo pieno) potranno portare ragazzi fino ai 18 anni pagando il loro biglietto 15 euro.

Il 7 dicembre, Covid permettendo, per la Prima di Sant'Ambrogio in scena ci sarà il "Macbeth", il capolavoro di Giuseppe Verdi che ha già inaugurato varie volte la stagione del Piermarini: nel 1952 con Maria Callas, Enzo Mascherini e Victor De Sabata, nel 1975 con Shirley Verrett, Piero Cappuccilli  e Claudio Abbado e nel 1997 con Maria Guleghina, Renato Bruson e Riccardo Muti. Una Prima che segna il tris per Davide Livermore, dopo la regia di "A riveder le stelle", lo spettacolo collage che lo scorso anno ha sostituito la serata inaugurale scaligera. "Quella di Macbeth non è una scelta, ma una conseguenza - osserva Chailly - perché chiuderà il trittico delle opere giovanili di Verdi che ho diretto in questi anni alla Scala con l'aggiunta della scena della morte di Macbeth che precede il coro finale". 
La Scala scommette sulla ripartenza e presenta una stagione lunga un anno. Ci saranno tredici titoli d'opera, due in meno del cartellone dello scorso anno interrotto dal lockdown, preceduti da un mini festival dedicato a Gioachino Rossini in autunno. Grande spazio all'opera italiana, soprattutto del periodo verista, ma anche francese e russa. In evidenza anche il balletto sia classico che contemporaneo. E tornano i grandi direttori ad affiancare la guida musicale ufficiale della Scala, Riccardo Chailly, che aprirà la stagione con l'annunciato "Macbeth" di Verdi (regia di Davide Livermore, tra i protagonisti Anna Netrebko, Luca Salsi, Ildar Abdrazakov e Francesco Meli). Saliranno sul podio del Piermarini Valery Gergiev e Lorenzo Viotti, il primo con "La Dama di Picche" di Ciaikovski, il secondo per "Thais" di Massenet. Il costo dei biglietti e degli abbonamenti cambia e in alcuni casi diminuisce: gli ultimi posti di platea e i più laterali per le opere, quelli dove la visione è più parziale, saranno meno costosi delle prime file. E cala anche il costo dei biglietti per gli ultimi posti nei palchi perché si vede poco e "gli spettatori ad averli pagati come chi è davanti pensano che li abbiamo fregati" ha ammesso candidamente Meyer. L'altra novità che ha fortemente voluto e quella dei 'palchi di famiglia'. Tranne che per l'inaugurazione del 7 dicembre a ogni spettacolo saranno riservati sei palchi dove genitori o nonni (che pagano a prezzo pieno) potranno portare ragazzi fino ai 18 anni pagando il loro biglietto 15 euro.

(ansa)

Il 7 dicembre, Covid permettendo, per la Prima di Sant'Ambrogio in scena ci sarà il "Macbeth", il capolavoro di Giuseppe Verdi che ha già inaugurato varie volte la stagione del Piermarini: nel 1952 con Maria Callas, Enzo Mascherini e Victor De Sabata, nel 1975 con Shirley Verrett, Piero Cappuccilli  e Claudio Abbado e nel 1997 con Maria Guleghina, Renato Bruson e Riccardo Muti. Una Prima che segna il tris per Davide Livermore, dopo la regia di "A riveder le stelle", lo spettacolo collage che lo scorso anno ha sostituito la serata inaugurale scaligera. "Quella di Macbeth non è una scelta, ma una conseguenza - osserva Chailly - perché chiuderà il trittico delle opere giovanili di Verdi che ho diretto in questi anni alla Scala con l'aggiunta della scena della morte di Macbeth che precede il coro finale". 

Il cartellone risente ancora dell'incertezza sulla programmazione e del tentativo di recuperare alcuni titoli cancellati la scorsa stagione. E' il caso di "Fedora" di Umberto Giordano diretta da Marco Armiliato, che vedrà il ritorno alla Scala di Roberto Alagna nell'interpretazione di una intera opera dopo i dissidi degli anni passati e la partecipazione nel 2020 alla serata "A Riveder le Stelle", ma per un sola aria. Seguiranno "I Capuleti e i Montecchi" di Bellini diretta da Evelino Pidò, "Don Giovanni" di Mozart diretto da Pablo Heras-Casado con la storica regia di Carsen.  "La Gioconda" di Ponchielli, ancora con la  regia di Livermore, "Rigoletto" di Verdi nell'allestimento firmato da Mario Martone con Michele Gamba sul podio; "Arianna a Nasso" di Richard Strauss diretta da Michael Boder, "Un Ballo in Maschera", il secondo Verdi diretto da Chailly con la regia di Marco Arturo Marelli e tra i protagonisti Francesco Meli. Tra gli altri titoli, "Adriana Lecouvreur" di Cilea diretta da Giampaolo Bisanti,  "Il Matrimonio Segreto" di Domenico Cimarosa che quest'anno sarà il titolo realizzato dall'Accademia e "The Tempest" di Thomas Adès.

Per il balletto, oltre a "Sylvia", "La Bayadere" e "Giselle", tre classici del balletto, ci sarà una data dedicata alla danza contemporanea e una serata evento per ricordare Carla Fracci. "Si apre un nuovo capitolo, ma la Scala non si è mai fermata - dice con soddisfazione il sindaco di Milano, Beppe Sala - . Tenere anche i conti in ordine non era una cosa scontata, ma molto milanese. E' il momento in cui i milanesi devono stare uniti e dare segnale al Paese". Soddisfatto anche il sovrintendente Dominique Meyer: "Oggi, siamo felici, vorrei ringraziare tutto il teatro che si è mosso in questi mesi. Abbiamo dovuto spostare titoli anche per tre volte. Tutta la squadra ha lavorto molto bene e in pace. E' stato un lavoro civile. Sono impressionato dalla voglia dei milanesi di sostenere la Scala".  La stagione sarà preceduta da alcuni spettacoli dopo la pausa estiva. "Madina" di Fabio Vacchi, una "Callisto" di Cavalli e tre titoli rossiniani. Due riprese e una novità. "Il Turco in Italia", che era stato cancellato subito dopo la prima rappresentazione per un interprete contagiato, la ripresa de "L'Italiana in Algeri" nello storico allestimento di Jean Pierre Ponnelle, che doveva andare in scena la scorsa settimana, ma è  saltata per lo stesso motivo. E il nuovo allestimento de "Il Barbiere di Siviglia" con la regia di Leo Muscato e sul podio Riccardo Chailly.     

Infine c'è da segnalare un avvicendamento in casa Scala: lo storico direttore del coro Bruno Casoni, 80 anni, si accommiata e cede il testimone ad Alberto Malazzi che gli era stato accanto prima di assumere la direzione del Comunale di Bologna. Casoni era alla guida del coro scaligero dal 2002, in precedenza, dal 1994 al 2002, aveva guidato il coro delle voci bianche.

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