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Sai perché tuo figlio adolescente non ti ascolta? Se ha più di 13 anni c’è un motivo scientifico appena scoperto

di Sabrina Del Fico
da www.greenme.it
@Riproduzione Riservata del 07 maggio 2022

Durante l'adolescenza, il cervello dei nostri figli si "apre" all'ascolto di voci al di fuori del contesto familiare, come dimostrato da questo studio.-

Chi ha un figlio adolescente conosce bene questa sensazione: alle volte sembra proprio di parlare con un muro! Tuttavia, a quanto pare, non si tratterebbe solo di una percezione dei genitori, ma questo fenomeno avrebbe, stando a un nuovo studio,  un vero e proprio fondamento scientifico. A partire dai 13 anni, infatti,  i ragazzini perdono “l’attaccamento” con la voce materna e iniziano a sintonizzarsi più spesso su voci sconosciute – un modo per separarsi dai genitori e integrarsi al di fuori dell’ambiente familiare.

Questo cambiamento nella percezione della voce dei genitori da parte del cervello degli adolescenti è stato dimostrato da uno studio condotto dalla Stanford School of Medicine, che ha analizzato scansioni cerebrali funzionali per dimostrare in che modo gli adolescenti iniziano a distaccarsi dalla famiglia e dalla voce di mamma e papà.

Come spiegano gli autori dello studio, fin da quando è nella pancia della mamma il bambino si “sintonizza” sulla voce materna e questa connessione dura per tutta l’infanzia. Tuttavia, raggiunta la fase dell’adolescenza, il ragazzo diventa sempre più attratto dalle voci di amici e compagni di scuola e anche il suo cervello dimostra una maggiore sensibilità a voci di persone che non appartengono al nucleo familiare.

La sensibilità alla voce materna non si perde, visto che il cervello degli adolescenti risulta più ricettivo a tutte le voci rispetto ad un cervello più giovane che si concentra quasi esclusivamente sulla voce dei genitori (in particolare, su quella della madre). L’allargamento dell’attenzione a nuove voci è normale, secondo i ricercatori, e fa parte del naturale processo di crescita.

Sappiamo che il bambino diventa indipendente, a un certo punto della crescita, e ipotizziamo che questo debba essere accelerato da un segnale biologico sottostante – spiega il professor Vinod Menon, fra gli autori dello studio. – Abbiamo scoperto che esiste un segnale che aiuta gli adolescenti a interagire con il mondo e a formare connessioni che consentano loro di essere socialmente esperti al di fuori delle loro famiglie.

Stando ai risultati dello studio, la voce della mamma innescherebbe una serie di risposte uniche nel cervello dei bambini di età inferiore ai 13 anni (come già dimostrato anche da un’altra ricerca condotta nel 2016) e attiverebbe aree cerebrali non attivate dallo stimolo di altre voci – compresi i centri di ricompensa e quelli di elaborazione delle emozioni e dei ricordi. È attraverso la voce della mamma che il bambino conosce il mondo e sviluppa il proprio linguaggio.

L’esperimento

Lo studio è stato condotto su alcuni adolescenti di età compresa fra i 13 e i 16 anni, tutti con un quoziente intellettivo superiore a 80 e senza particolari problemi neurologici o psichiatrici. Tutti i partecipanti sono stati cresciuti dalle rispettive madri biologiche con le quali ancora vivono.

Ai ragazzi sono state fatte ascoltare alcune registrazioni, fatte sia dalle rispettive madri che da donne sconosciute: in entrambi i casi, si trattava di brevi sequenze di parole prive di significato – in modo che il cervello dei ragazzi non rispondesse al significato o al contenuto emotivo dell’input audio. Ogni adolescente ha ascoltato diversi audio, sia della propria madre che delle donne sconosciute, in ordine del tutto casuale.

Proprio come accade per i bambini più piccoli, gli adolescenti hanno riconosciuto la voce materna quasi in tutte le occasioni (97% delle volte). Tuttavia, l’analisi fatta con la risonanza magnetica ha messo in evidenza come tutte le voci, sia quella materna che quelle sconosciute, hanno suscitato l’attivazione delle stesse regioni del cervello, diversamente da quanto avviene per i bambini più piccoli che risultano essere maggiormente sensibili alla voce della mamma.

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