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«NON FACCIAMO ALTRO CHE CHIEDERCI DOVE ABBIAMO SBAGLIATO»

di Orsola Vetri

da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 22 ottobre 2021

Ecco la lettera aperta del padre del sedicenne di Castrolibero, in provincia di Cosenza, che ha pestato a sangue un ragazzo più giovane davanti alla scuola. Preso dai rimorsi ha parlato con i genitori che lo hanno convinto ad autodenunciarsi.-

La storia è nota, una triste cronaca di bullismo in provincia di Cosenza e una fine in qualche modo lieta, se si può usare questo termine quando c'è di mezzo la violenza. Un sedicenne picchia a sangue un ragazzo più giovane davanti a scuola. La madre della vittima pubblica sui social il volto tumefatto, Non si conosce il nome dell'aggressore ed esprime la sua indignazione per l'omertà e l'indifferenza dei presenti. Ma nel giro di due settimane l'autore del pestaggio preso dai rimorsi confessa tutto ai genitori che lo accompagnano ad autodenunciarsi. Ma non solo, il padre scrive una lettera aperta di scuse e soprattutto di presa di coscienza  

«Da poche ore abbiamo appreso, da nostro figlio, che è lui l’autore dell’aggressione al giovane di Castrolibero. E, da quello stesso istante, il mondo ci è crollato addosso, con una sola certezza: quella di dover informare le Forze dell’Ordine. Il fatto, da qualunque angolazione lo si guardi, è di gravità inaudita. E’ grave per la giovane vittima, è grave per la sua famiglia, è grave per nostro figlio, è grave per nostra figlia che, frequentando quella stessa Scuola, rischia di portare il peso di comportamenti non suoi e, se possibile, è ancora più grave per me e mia moglie, che stiamo vivendo il dramma di un fallimento.

Perché in questo momento ci troviamo a sperimentare che quello del genitore è veramente il mestiere più difficile al mondo. Non facciamo altro che chiederci dove abbiamo sbagliato, dopo aver vissuto tutta la vita, e il nostro essere famiglia, guidati dai valori dell’accoglienza, della correttezza e del senso di responsabilità: valori lontani anni luce da queste azioni. Non so se avremo mai risposta a questa domanda, ma, proprio sulla base dei valori che ci guidano, riteniamo giusto che nostro figlio impari ad assumersi le sue responsabilità ed a rispondere delle sue scelte e delle sue azioni, sebbene ancora minorenne. Alla madre ed al padre della giovane vittima giunga il senso più profondo del nostro dolore per l’accaduto, che è solo l’altra faccia di una stessa medaglia».

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