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NATALE, VERSO IL COPRIFUOCO ALLE 22. LA CEI: «PRONTI A COLLABORARE»

di Antonio Sanfrancesco
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 28 novembre 2020

Il governo discute sul prossimo Dpcm. Anche se l'Italia potrà essere gran parte in zona gialla resteranno molte restrizioni. La nota dei vescovi italiani sull'orario della Messa di Natale: «Rispetto delle norme come finora è avvenuto».-

Sui social molti cattopolemici si sono chiesti che differenza c’è tra celebrare la Messa di Natale alle 20 di sera o a mezzanotte. Ci si contagia di più in prima serata o a notte fonda? Evidentemente no. In realtà, l’orario della celebrazione è legato all’ora del coprifuoco in discussione in questi giorni a Palazzo Chigi. In tutta Italia, e fino al 3 dicembre quando scade il Dpcm in vigore, adesso scatta alle 22. Il ministro degli Affari regionali Boccia ha detto che «non è un’eresia far nascere Gesù Bambino qualche ora prima».
La Chiesa italiana, sin dall’inizio dell’epidemia, ha sempre dimostrato grande attenzione per il rispetto delle regole e la sicurezza dei fedeli. Sarà così, ovviamente, anche nel periodo di Natale come ha precisato il direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, Vincenzo Corrado, in una nota: «La Conferenza episcopale italiana avrà modo nei suoi organismi istituzionali di monitorare la situazione epidemiologica e confrontarsi sulle modalità di celebrare i riti natalizi in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme, come finora avvenuto», si legge.
Si tratta di «un segno prezioso di prossimità verso tutto il Popolo di Dio» ricordato anche nel recente “Messaggio alle comunità cristiane in tempo di pandemia”, approvato dal Consiglio episcopale permanente. «È desiderio della Conferenza episcopale italiana continuare la valida collaborazione, in ascolto reciproco, con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero degli Interni e il Comitato tecnico-scientifico», conclude Corrado. Martedì la Cei riunisce il Consiglio permanente. Avvenire scrive che «si profila dunque una soluzione concordata sui riti natalizi che, se il coprifuoco restasse alle 22 (e fino alle 6 del mattino, secondo le ultime informazioni), comporterebbe un anticipo della Messa di mezzanotte», il 24 dicembre.
Già da qualche anno, peraltro, papa Francesco celebra a San Pietro la Messa di Natale alle 22 e non due ore dopo. Uan consuetudine istituita già da Benedetto XVI Dal punto di vista liturgico, la solennità del Natale si compone di quattro Messe: quella vespertina della vigilia, quella ad noctem (cioè la messa della notte), la messa dell’aurora e la messa in die (nel giorno).
Sulle regole post 3 dicembre il governo continua a discutere. Venerdì c’è stata una riunione-fiume tra il premier Conte i ministri capidelegazione della maggioranza. Il nuovo provvedimento è atteso a inizio settimana ma ancora una quadra non è stata trovata. Da domenica Calabria, Lombardia, Piemonte da rosse diventeranno arancioni mentre Liguria e Sicilia passano da arancione (rischio intermedio) a giallo (rischio lieve). Si profila la conferma delle diverse "colorazioni" regionali in base agli indici di gravità dell’epidemia, ma con un irrigidimento delle restrizioni minime relative agli spostamenti. Se l’andamento epidemico continuerà a rallentare buona parte del territorio nazionale potrebbe trovarsi sotto Natale in zona gialla, condizione che attualmente consente di viaggiare oltrepassando i "confini" regionali. Ma parte del governo, a partire dal ministro della Salute Roberto Speranza sostenuto dal Pd e anche dagli esperti delle istituzioni sanitarie, vuole assolutamente evitare che si ripeta un "liberi tutti" come lo scorso agosto, con una ripresa del turismo che rischia di far nuovamente impennare i contagi.

LOCATELLI: «SARÀ UN NATALE DIVERSO»

Così oltre allo stop allo sci per tutto il periodo delle feste si pensa a limitare gli spostamenti allo stretto necessario. Sarebbe consentito solo il rientro nel proprio domicilio e forse qualche deroga per la visita ai parenti più stretti. Ma non sarebbe permesso ad esempio, il raggiungimento delle seconde case. I viaggi all’estero sarebbero consentiti ma con obbligo di controlli clinici e di quarantena al rientro.
L’orario dei negozi potrebbe essere allungato fino alle 22 per agevolare gli acquisti natalizi. «Il Natale avarà una sua unicità» ma questo è il tempo di «abbassare la curva. Con questi numeri è molto difficile immaginare qualsiasi tipo di spostamento di massa, aggregazioni e raduni, in particolare di persone che provengono da quadri epidemiologici diversi», ha detto il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa sull'analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia. Anche il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli ha messo in guardia: «Sarà un Natale diverso, il primo e auspicabilmente l'ultimo grazie ai vaccini. Tutto quello che eravamo abituati a vedere a Capodanno non potrà avere corso, è inimmaginabile e incompatibile. 
Va detto con assoluta chiarezza come la celebrazione religiosa dovrà essere compatibile con le misure concordate già con la Cei per quello che riguarda la fede cattolica per evitare focolai e trasmissioni».
L'altro nodo riguarda bar e ristoranti, che in zona gialla sono aperti sino alle 18. C’è chi vorrebbe allungare l’orario nel rispetto del coprifuoco. Tuttavia, i ristoranti continueranno ad avere limiti: chiusi sempre in zona arancione e chiusi anche il 25 e il 26 in tutto il Paese. Su festività all’insegna della prudenza nel governo sono tutti d’accordo. Ma il premier Conte, che ha già dovuto rinunciare all’idea di un bonus natalizio per i cassintegrati, non è del tutto convinto della linea più intransigente e vorrebbe lasciare qualche libertà in più agli italiani.

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