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«MAMMA VOGLIO FARE LA MAESTRA...» MA C'È FUTURO PER GLI INSEGNANTI?

di Maria Gallelli

Cara professoressa, mia figlia vuole fare la maestra. Da piccola metteva in fila tutti i suoi pupazzi, prendeva lavagna e gessetti e cominciava a far loro lezione di grammatica o di matematica. Non mi sento di scoraggiarla perché penso sia un mestiere affascinante, pieno di stimoli, flessibile e in grado di permettere a una donna di conciliare il lavoro con la famiglia. Ho sentito di alcuni dati allarmanti sul futuro della scuola italiana e sul calo del numero degli alunni. C’è un domani per chi sogna questo mestiere?

Alberto

— Caro Albertoi numeri ai quali ti riferisci, che hanno riempito recentemente le pagine dei quotidiani nazionali, sono quelli del rapporto “Scuola. Orizzonte 2028”, elaborazione della Fondazione Agnelli a partire dai dati Istat sull’evoluzione demografica. Ciò che si legge è abbastanza preoccupante. Oggi la popolazione italiana di età compresa tra i 3 e i 18 anni è di circa 9 milioni, ma tra dieci anni scenderà a 8 milioni. Una diminuzione notevole dovuta a diversi fattori: cala il numero delle madri potenziali, della loro propensione ad avere figli (comprese le madri straniere passate negli ultimi dieci anni da 2,31 a 1,97 figli per donna), si riducono i flussi migratori internazionali. Il risultato scolastico appare evidente, gli studenti tra i banchi diminuiranno in tutto lo Stivale e in ogni ordine di scuola, con perdite notevoli: oltre 6 mila sezioni alla scuola dell’infanzia, 18 mila classi alla primaria, 9 mila alla secondaria di primo grado, 3 mila alla secondaria di secondo grado. Il tutto si tradurrà in 55.600 insegnanti non più in cattedra, declino che non interesserà soltanto le regioni del Sud, ma arriverà anche al Nord. Per tua figlia, che desidera insegnare, si assisterà a un raffreddamento della mobilità territoriale, a un rallentamento del turnover, con progressivo aumento dell’età, già considerevole, dei docenti italiani. Ma il rapporto tratteggia anche i vantaggi dovuti a una situazione di questo tipo: due miliardi di euro all’anno risparmiati a causa della riduzione degli organici che potrebbero essere investiti per aumentare le attività scolastiche pomeridiane, per incrementare il numero medio di insegnanti per classe o per ridurre il numero medio di alunni per classe. In sintesi, per aumentare la qualità della scuola con politiche lungimiranti. Chi governa, oggi, dovrebbe guardare più in là del suo naso. E garantire non solo il futuro professionale di tua figlia ma anche la qualità di un settore che potrebbe essere molto valorizzato. Sempre che i due miliardi di euro risparmiati vengano spesi, e non prevalga l’ignavia. E l’amore per il salvadanaio.

da www.famigliacristiana.it

@Riproduzione Riservata del 02 luglio 2018

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