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Mago Birillo legge “L’avventura di Bolly”

di Redazione

da www.cittànuova.it

@Riproduzione Riservata del 21 marzo 2020

Biancarosa Chiarandini legge uno dei racconti del giornalino Big Bambini in gamba, pubblicato sulla rivista Città Nuova, per offrire qualche minuto di serenità a grandi e piccini in questo periodo segnato dall'emergenza Coronavirus.-

Biancarosa Chiarandini ufficialmente è una professionista in campo amministrativo-sanitario. In realtà è anche un’artista, conosciuta come Mago Birillo dai bambini e dagli studenti che ridono con lei quando li va a trovare nelle scuole o negli eventi di teatro.

Ha deciso, nel corso di questa emergenza da Coronavirus, di offrirci la lettura delle nostre favole pubblicate su Città Nuova e sul giornalino Big, bambini in gamba.

Questa favola sottoriportata è la seconda, qui puoi guardare la prima e altre saranno pubblicate nei prossimi giorni.

Buon ascolto!

 

L’AVVENTURA
DI BOLLY

Bolly era una bella bottiglietta
di plastica azzurra che se
ne stava sullo scaffale di un
supermercato. «Spero che mi
comprino presto – pensava –.
Sono stanca di starmene qui ferma».

Proprio in quel momento Bolly
ed altre bottigliette vennero
afferrate da una mamma e infilate
in un carrello della spesa. «Wow,
finalmente parto!», pensò. La
mamma, arrivata a casa, consegnò
Bolly e un’altra bottiglietta ai suoi
due bambini, che uscirono in
giardino a giocare. L’acqua frizzante
che era dentro Bolly fu bevuta
da Luca, che era assetato. «Carlo,
giochiamo a calcio?», propose Luca
al suo fratellino. «E come? Non
abbiamo un pallone!», rispose Carlo.
«Beh… abbiamo questa!», e senza
pensarci due volte Luca schiacciò
Bolly, la accartocciò, strizzò e pigiò,
fino a ridurla ad un ammasso tondo
di plastica.
«Ehiiiiii!!!! Smettila! Mi stai riducendo
ad una polpetta!!!», urlava la povera
Bolly, ma nessuno naturalmente
la poteva sentire. Nessuno tranne
Frizzy, l’altra bottiglietta sua
amica. «Non preoccuparti! – le
suggerì – Vedrai che tra poco si
stancheranno!».
Luca e Carlo giocarono ancora,
finché un tiro fece finire Bolly
oltre la siepe, su un prato. «Che
capriole! Meno male che sono volata
lontano!», pensò Bolly. Dopo un

po’ sentì qualcosa cadere poco
lontano: era Frizzy, che aveva
avuto la sua stessa disavventura.
«Ma come? Ci lasciano qui nel
prato?», chiese Bolly sconsolata.
Frizzy le sorrise dicendole di non
preoccuparsi.
Passarono i giorni e Bolly diveniva
sempre più triste. Si sentiva inutile e
abbandonata e gli abitanti del prato
erano arrabbiati con lei. «Che ci fai
qui? – dicevano alcune pratoline – Ci
impedisci di prendere il sole!». «Stai
tappando l’ingresso della nostra
tana! Vattene», brontolavano le
formiche. Una chiocciola provò
a spostarla dicendo: «Questa
spazzatura sporca il prato!».
Un giorno però successe una
cosa davvero interessante:
arrivò un gruppo di bambini
allegri e chiassosi, accompagnati
da alcuni adulti. Tutti avevano
guanti e grandi sacchi e si misero
a raccogliere i rifiuti sparsi nel
prato. «Aiutooo!!!», gridò Bolly
quando finì nel sacco. Per fortuna
Frizzy la raggiunse e cercò di
rassicurarla. «Non preoccuparti –
le disse –, non ci poteva accadere
nulla di meglio! Queste persone
amano la natura e ci faranno
vivere una bella avventura!».
«Ma usciremo da questo sacco?».
«Certo! Poi viaggeremo, verremo
lavate, sciolte, mescolate e…».
«COOSAA???!!! – urlò Bolly –
Ma è terribile!». «Non ti agitare
Bolly! Sarà come avere un’altra
vita!
Andrà tutto bene. Se ti verrà un
po’ di paura, cerca di superarla e
avrai una sorpresa! Gli umani lo
chiamano riciclo: è una forza!!!»

Nei giorni che seguirono avvenne proprio
come aveva detto Frizzy: la bottiglietta
venne lavata, tagliata e lavorata in grandi
macchine dall’aspetto spaventoso. Bolly
però ricordava le parole di Frizzy e rimase
tranquilla. Un mattino Bolly si svegliò
e si sentì totalmente diversa. Un uomo
stava dicendo alla televisione con grande
soddisfazione: «Guardate
che bella felpa abbiamo
ottenuto riciclando 54
bottigliette di plastica!». Tra
loro c’era anche Bolly, che
era diventata una bellissima
felpa azzurra. «Aveva ragione
Frizzy! – esclamò – Che bella
avventura mi è capitata!»

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