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L'EDUCAZIONE CIVICA SI INSEGNERÀ ALLE ELEMENTARI: LEGGE APPROVATA ALLA CAMERA

Roberto Morgese, Insegnante di scuola primaria, I.C. “A. Manzoni” di Parabiago
Coordinatore del Tirocinio presso Scienze della Formazione Primaria, Università di Milano Bicocca

Presto la materia passerà al voto del Senato. Il testo, presentato un anno fa, aveva già raccolto pareri favorevoli da tutte le commissioni parlamentari. In realtà, si tratta della riscoperta di una materia già presente in varie forme nella scuola. I bambini dovranno essere preparati su tutto quello che comporta il vivere civile, dall'alimentazione alla tutela dell'ambiente, dall'educazione stradale al senso di legalità. Tra le novità, anche l'abolizione delle note sul diario e di sanzioni come l'espulsione dalla scuola, sempre per quanto concerne le elementari.-

È in dirittura d’arrivo in Parlamento la legge per l’introduzione nell’insegnamento scolastico dell'educazione civica. Presentata lo scorso anno, l’iter ha portato la proposta fino all’approvazione alla camera, avvenuta il 2 maggio scorso. Ora la materia passa al Senato.
Si tratta di un testo che ha superato l’esame delle varie commissioni parlamentari, le quali hanno tutte rilasciato un parere favorevole.
Una volta tanto la discussione, sia negli organi preliminari, sia in parlamento, sta mettendo d’accordo tutti, con gli opportuni distinguo e le consuete rivendicazioni di paternità morale.
Più che di una vera e propria novità si tratta di un déjà vu. Chi ha già vissuto diverse stagioni scolastiche, prima come alunno e magari poi come insegnante, sa che per l’Educazione Civica si tratta della riscoperta di una materia già presente in passato nel curricolo, riapparsa negli ultimi decenni sotto varie forme (per esempio, Cittadinanza e Costituzione) e articolata in più progetti.
La legge in discussione prevede che i bambini siamo preparati a 360° su tutto ciò che caratterizza il vivere civile di una società e che si tocchino tematiche ampie e importanti. Si andrà dall’alimentazione all’educazione stradale, dalla tutela ambientale o dei prodotti tipici allo sviluppo del senso di legalità. Insomma c’è un po’ tutto ciò che dà valore e senso identitario alla vita comunitaria di un Paese. Soprattutto c’è un pressante richiamo alla conoscenza dell’ordinamento istituzionale italiano e europeo e alla nostra Costituzione. Non ultimo, compare un esplicito riferimento all’Agenda 2030 delle Nazioni unite e agli obiettivi che pone per la comunità internazionale, prima che sia troppo tardi.
Tra le novità, più o meno apparenti, della legge in via d’approvazione definitiva, c’è un articolo (n° 7 Scuola e famiglia) che recita:
1. Al fine di valorizzare l'insegnamento trasversale dell'educazione civica e di sensibilizzare gli studenti alla cittadinanza responsabile, la scuola rafforza la collaborazione con le famiglie, anche integrando il Patto educativo di corresponsabilità […] estendendolo alla scuola primaria.
In particolare un emendamento (n° 7.100.), proposto e approvato durante la seduta del 30 aprile 2019, ha consentito di licenziare il testo unico con un significativo ritocco. Il paragrafo della modifica infatti specifica:
Gli articoli da 412 a 414 del Regio Decreto 26 aprile 1928, n. 1297, sono abrogati.
Di rimando in rimando, spulciando tra decreti regi (1928) o presidenziali (1998) si evince da quest’ultimo che le norme disciplinari relative agli alunni delle scuole elementari sono stabilite con regolamento (capo VI. Art. 328 comma 7), come per gli alunni delle scuole secondarie di primo e di secondo grado e che quindi quanto previsto dall’antico testo di quasi cent’anni fa è abrogato. Esso prevedeva infatti che sanzioni quali l’ammonizione, la censura notata sul registro con comunicazione scritta ai genitori, la sospensione e l’esclusione dagli scrutini nonché l’espulsione dalla scuola (art. 412) siano inflitte dal maestro le meno gravi e dal direttore le altre (art. 413).
Va da sé che l’ eliminazione dell’arbitrarietà, che tanti danni ha causato a molti ex alunni di scuola elementare, non dispiaccia a nessuno e che, di conseguenza, l’emendamento in questione sia stato facilmente approvato. La ragione di tale agevole percorso, fa notare il ministro Bussetti, risiede nel fatto che l’abrogazione era cosa già superata sia normativamente (il decreto presidenziale di cui sopra già rimandava già dal 1998 ai regolamenti interni e ai patti di corresponsabilità formativa tra scuola e famiglia per la decisione di specifiche sanzioni) sia nella consuetudine educativa, dicono in tanti (anche se nella realtà le sanzioni disciplinari all’interno delle singole classi talvolta sono state perfino stravaganti).
Spetta quindi ora alla scuola fare in modo che la norma diventi materia vivente, attraverso gli strumenti che le vengono dati con la legge in approvazione: 33 ore annue di Educazione Civica, un insegnante dedicato; investimenti per la formazione dei docenti (dal 2020!); premi ministeriali per i migliori percorsi in tale ambito. La speranza è che tutto non si riduca a una nuova materia in pagella, svolta attraverso quattro schede fotocopiate chissà da dove, ma che invece solleciti dibattiti e riflessioni fin dalla prima elementare (la legge paventa addirittura che i primi interventi avvengano nella scuola dell’infanzia!). Si spera, insomma, che  l’acquisizione del senso di appartenenza e del rispetto civile non si traduca meramente in un voto, ma corrisponda a comportamenti osservabili negli alunni, dentro e fuori dalle mura scolastiche. E proprio sui comportamenti, quando prendono strade sbagliate e pericolose per gli alunni stessi, non sarà semplicemente il maestro o il preside a dover intervenire, ma l’intero sistema scuola; in accordo con i genitori.
Se quindi questa abrogazione rappresenterà davvero l’occasione per compiere un significativo passo in avanti per il senso civico dei futuri cittadini (che non crescano come vandali irrispettosi e devianti, come la cronaca, ahimé, troppo spesso ci racconta), sarà solamente perché nascerà, fin dalle prime classi di scuola dell’obbligo un nuovo patto tra scuola e famiglia. Si tratta di un’alleanza in cui il bambino non sia né bersaglio (dei maestri), né idolo (dei genitori), ma entri in modo attivo e partecipe nella costruzione del proprio sé, anche attraverso l’Educazione Civica.
La scuola primaria ha iniziato, faticosamente e molto prima della nuova legge, a compiere, forse un po’ a macchia di leopardo, questo percorso di fiducia e di investimento positivo verso i bambini. Speriamo che anche le famiglie abbandonino la loro rocca, a volte difensiva a volte minacciosa verso l’istituzione dove i loro figli trascorrono buona parte della loro giornata, e si affianchino responsabilmente agli insegnanti.
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 04 maggio 2019

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