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Lavoro “inflessibile”: con scuola e asili chiusi il peso della casa cresce solo per 1 uomo su 5

da www.laprovinciapavese.gelocal.it
@Riproduzione Riservata del  08 marzo 2021

Al Cairoli di Pavia è stata analizzata l’indagine del centro di ricerca Genders-università di Milano  Le attività domestiche in lockdown hanno pesato sulle donne a prescindere da tempo e reddito.

Secondo lo studio “Attività domestiche e di cura ai tempi del Covid-19: il peso del genere" condotto dal Centro di ricerca Genders dell’Università di Milano tra aprile e giugno 2020 su 934 casi, durante il lockdown le attività domestiche sono aumentate sia per gli uomini, sia per le donne, ma per queste ultime in modo maggiore, confermando la difficoltà a uscire dallo stereotipo per cui dovrebbero essere loro a occuparsi della casa.

Il 32% delle donne selezionate contro solo il 19% degli uomini ha affermato che il carico di lavoro è aumentato. Allo stesso tempo, il 45% degli uomini ha dichiarato che il loro lavoro è aumentato «solo leggermente», rispetto al 32% di donne nella stessa situazione. Solo per l’8% delle donne - 45 - i carichi sono diminuiti.
Da sempre le donne si barcamenano tra lavoro e famiglia. Anche da un'indagine di Save the Children Italia sulla maternità nel nostro Paese emerge che i carichi di lavoro per le donne sono aumentati durante il lockdown. Circa il 74% delle intervistate parla di un peggioramento della situazione: le madri hanno dovuto lavorare, occuparsi delle faccende domestiche e improvvisarsi insegnanti e amiche dei figli. Lavorando da casa una professionista su due ha avuto la sensazione di avere carichi più pesanti rispetto al lavoro d'ufficio riscontrando difficoltà nel conciliare il tutto e spesso ha dovuto scegliere tra carriera e famiglia. Il problema principale è stata l'inflessibilità degli orari lavorativi: in Italia poche persone lavorano davvero in smartworking, un sistema che implica una certa elasticità.
In smart working le giornate non sono scandite dagli orari, ma dagli obiettivi e i professionisti gestiscono il loro tempo in piena autonomia e hanno come unico vincolo il rispetto di scadenze e consegne. La maggior parte dei lavoratori italiani invece pratica il telelavoro che non permette flessibilità e rispetta i ritmi e gli orari dell’ufficio. In sostanza l'unica differenza è data dalla location. Le conseguenze sono ricadute maggiormente su chi ha in mano la gestione della vita domestica e la cura dei figli.
Ad aggravare la situazione è stata la scomparsa di nonni, aiutanti e la chiusura di scuole e asili ha peggiorato la situazione, prolungando il lasso di tempo in cui i bambini devono essere seguiti dalla famiglia. Una situazione come questa richiede urgentemente soluzioni: in primis far sì che la riapertura di scuole e asili sia una priorità per il governo almeno quanto la ripartenza economica.
La questione fondamentale, però è che le donne non dovrebbero essere costrette a dover scegliere tra lavoro e famiglia, al contrario dovrebbero essere date loro condizioni per entrare e restare nel mercato del lavoro ricoprendo qualunque posizione. Alla luce dei dati riportati possiamo affermare che alle donne non è mai stato dato abbastanza spazio né importanza nell’ambito lavorativo, senza considerare che proprio loro potrebbero costituire un tassello importante per permettere quella ripartenza economica necessaria e da tutti auspicata. —
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