La storia. Milano, mamme e bambini trovano casa a Sant’Ambrogio
di Giovanna Sciacchitano
da www.avvenire.it>
@Riproduzione Riservata del 01 luglio 2025
Andiamo a visitare la Casa di accoglienza per la vita nascente intitolata a Paola Bonzi, fondatrice del Centro Aiuto alla Vita Mangiagalli, che si affaccia sulla basilica cuore della Chiesa ambrosiana.-

La cucina-sala da pranzo condivisa nella Casa Paola Bonzi accanto alla basilica di Sant'Ambrogio a Milano
L’ultima donna è arrivata pochi giorni fa trascinando un trolley. Porte aperte per lei alla “Casa per la Vita nascente”, inaugurata il 14 maggio 2023 per sostenere le madri del Centro di Aiuto alla Vita Mangiagalli, nato 40 anni fa dall’intuizione di Paola Bonzi a cui è ispirata la struttura. Situata nel suggestivo Cortile del Bramante della basilica di Sant’Ambrogio, la casa è stata pensata per mamme sole, in gravidanza o con neonati. Ad accogliere queste donne in difficoltà ci sono sei camerette, di cui una per le operatrici. Oltre a una cucina, un grande soggiorno, un salone, uno spazio lavanderia, tre bagni, uno spazio allattamento e un lungo balcone davanti a cui svetta il campanile della chiesa. Al piano terra c’è anche un locale per le attività̀ di ascolto e supporto alle mamme da parte degli operatori del Cav Mangiagalli.
Monsignor Carlo Faccendini, abate di Sant’Ambrogio, racconta: «Dovevamo ristrutturare l’ambiente un tempo abitato dalle suore. Abbiamo pensato, così, di realizzare al piano terreno una parte destinata all’accoglienza dei gruppi che vengono a visitare la Basilica. Al primo piano, invece, d’accordo con il consiglio pastorale, ci siamo orientati verso il Cav, che conoscevamo e apprezzavamo. Mi piacerebbe che questo tipo di esperienza possa rendere partecipi anche famiglie o persone della parrocchia. Per dare attenzione a chi si trova in difficoltà, prendendosi cura dei piccoli, dando una mano per qualunque cosa. Stiamo avviando questo progetto in maniera discreta: è un servizio che richiede sensibilità e delicatezza. Anche il modo in cui lo stiamo facendo conoscere è graduale. Il mese scorso abbiamo celebrato una messa per le mamme e i loro bambini. Abbiamo ascoltato le testimonianze e raccolto contributi. Questa casa è un segno di grande valore e bellezza nel cuore della parrocchia. Un luogo che va sostenuto, ma anche preservato».

La vista sulla basilica di Sant'Ambrogio di Milano dal balcone della Casa Paola Bonzi
Soemia Sibillo, direttrice del Cav Mangiagalli che gestisce la casa, spiega: «In questi due anni abbiamo aiutato sette donne. Adesso ce ne sono quattro: una nigeriana, due georgiane e una salvadoregna. L’équipe che le segue è composta da educatori, pedagogisti e una psicologa. Vengono assistite durante la gravidanza da ostetrica e ginecologo». In questa abitazione funzionale, calda e accogliente, le mamme socializzano fra di loro, condividono gioie e fatiche, si sostengono a vicenda». Tutte frequentano le attività del Cav con percorsi di gruppo e individuali. Come il gruppo di lettura e di canto con i bambini al Consultorio del Cav Mangiagalli in via Visconti Venosta. Poi vengono accompagnate grazie al progetto di formazione “Diciotto Più” che restituisce loro autonomia e le inserisce nel mondo del lavoro. Basta vedere i sorrisi delle mamme con i loro bambini per comprendere quanto sia straordinario questo posto. In casa c’è Ana (nome di fantasia), viso radioso, in braccio la sua bella bambina di cinque mesi. «Sono arrivata qui nel 2021 perché in Georgia ho avuto un po’ di problemi – ci dice -, conoscevo tanti italiani, frequentavo la Chiesa e ho lavorato anche per la Caritas. Ho deciso di venire in Italia e mi sono trovata molto bene sia con la gente, sia con il lavoro di badante. Quando ho scoperto di essere incinta la mia vita è cambiata di colpo, ma non ho mai pensato di interrompere la gravidanza. Ho cercato di capire come poter andare avanti e mi hanno parlato del Cav. Poi sono arrivata qui, mi hanno accompagnata durante la gravidanza e restituito serenità. Posso dire di essere stata proprio salvata».

Una stanza comune per i giochi dei bambini
Accanto c’è Sofia (nome di fantasia), anche lei georgiana, dolcissima, con il suo bambino di 14 mesi che sta imparando a camminare. È in Italia da sette anni, dove ha sempre lavorato come badante. «A Milano sono rimasta incinta e al terzo mese ho dovuto lasciare il lavoro – confida -. Una mia amica mi ha indirizzata al Cav Mangiagalli. Lì mi hanno aiutata, mi hanno dato pannolini, latte e vestiti. In quel periodo ero spaventata e avevo paura di tutto. Temevo che mi potessero portare via il bambino. Ho avuto anche una serie di colloqui con la psicologa che mi ha aiutato molto. Oggi noi mamme siamo contente, siamo diventate una famiglia. Vivere da sole può essere un problema, qui invece ci aiutiamo l’un l’altra». Per sostenere queste mamme fragili e coraggiose è possibile fare una donazione, anche piccola, nella cassetta della Basilica di Sant’Ambrogio o tramite bonifico al Cav Mangiagalli specificando nella causale “due cuori e una casa”. Un gesto che contribuirà ad alimentare un segno di speranza.