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La sfilata in carrozzina delle modelle disabili: «L’eleganza è un diritto»

di Paola D'Amico
da www.corriere.it/buone-notizie
@Riproduzione Riservata del 06 luglio 2019
 

Il progetto della Uildm ha coinvolto sei scuole di moda da Genova a Napoli e ottanta studenti. Fabio Pirastu: «Una lezione di inclusione. Abiti oltre l’omologazione».-

La moda a braccetto con la disabilità. Ottanta studenti di sei scuole di moda, da Torino a Genova, hanno disegnato e realizzato abiti su misura di persone con disabilità motorie, di donne costrette a vivere sulla carrozzina. Ed eccoli sfilare , a Lignano Sabbiadoro, indossati da quindici modelle con disabilità. Si chiama «Diritto all’eleganza» il progetto Uildm-Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare. È Fabio Pirastu, 40 anni, presidente della sezione Uildm di Pavia che ha ideato il progetto, a spiegarne gli obiettivi: « L’esperienza ha avuto effetti positivi sulle modelle, sugli studenti che non si erano mai confrontati con la disabilità e anche sugli insegnanti», racconta. «Io ho una Sla abbastanza grave, da sempre vivo in carrozzina, non ho mai camminato ma ho sempre considerato la carrozzina non un segno di incapacità bensì lo strumento che mi permetteva dai fare quello che avevo in mente. Vado spesso nelle scuole, incontro i giovani ed è da loro che è nata l’esigenza di essere coinvolti in iniziative che consentano l’inclusione di chi ha una disabilità». Sei le scuole di moda contattate per dare il via al progetto: Alba, Asti, Genova, Napoli, Pavia e Torino. «L’idea è di creare competenze a livello professionali in studenti che un domani diventeranno i creativi di una moda che vada oltre l’omologazione, sia veramente inclusiva».
Le sezioni Uildm locali sono entrate nelle classi, hanno spiegato la realtà dell’associazione e l’idea di una moda accessibile, hanno poi chiesto di disegnare abiti che coniugassero eleganza e accessibilità. Ad aggiudicarsi il primo premio - tagli di tessuto offerti da Fondazione Miroglio - è stata l’Accademia Italiana di Moda e Couture di Torino: gli aspiranti stilisti guidati da Claudine Vincent hanno creato un abito bordeaux con inserti in chiffon tono su tono e fiori di tessuto ricamati a mano e ricamati. Ad indossarlo Sharon Paolicelli, 29 anni, di Varese, che ha sfilato in carrozzina (con il numero 6 nella foto). L’Ipsia di Pavia si è aggiudicato il premio della giuria popolare, composta dagli spettatori della sfilata. «Ci auguriamo che l’iniziativa abbia aiutato tutti, i ragazzi, gli insegnanti e i familiari, a prendere coscienza di questo tema, stimolando l’abbattimento delle barriere culturali» aggiunge Stefania Pedroni, vicepresidente nazionale Uildm. E Sharon conclude: «Il mio abito? da sogno. Tutto in tulle. Sarebbe l’abito da sposa perfetto. L’esperienza? Unica. Ero un po’ impacciata ma meno rispetto alla prima sfilata alla quale ho partecipato, in occasione della Milano fashion week, a Palazzo Marino. Il vestito l’ho scelto tra i bozzetti: quando l’ho visto ho detto “questo è mio”. Il fatto di avere una disabilità non vuol dire trascurarsi».

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