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Il segreto della felicità, nei momenti difficili si recupera l’arte di vivere

di Simona De Ciero
da www.corriere.it
@Riproduzione Riservata del 20 marzo 2021

Un laboratorio rivolto agli studenti con il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino e il Movimento Mezzopieno.-

Qual è il segreto della felicità? Una domanda difficile, ancor più al tempo del Covid; alla quale, però, tenta di rispondere il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino, insieme al Movimento Mezzopieno, la rete italiana della positività. Recentemente, infatti, l’Ente scolastico e l’organizzazione torinese non a scopo di lucro, hanno lanciato «contesti e strumenti per il benessere e la felicità», un laboratorio rivolto agli studenti della magistrale in Psicologia del lavoro e dell’organizzazione. Un percorso di ricerca e di confronto sul tema dello sviluppo della felicità e del benessere, con un approccio multidisciplinare che coinvolge diverse materie: psicologia, filosofia, economia e medicina. Il Movimento Mezzopieno è un collettivo di associazioni, aziende, scuole, giornalisti e persone comuni; tutte impegnate nella diffusione della cultura della positività sul territorio nazionale.

«Il concetto di felicità rappresenta un elemento fondamentale nella vita delle persone, tanto che i padri fondatori degli Stati Uniti d’America ne riconobbero il perseguimento come un diritto dell’uomo nella loro Dichiarazione d’Indipendenza – spiegano dal Movimento – eppure oggi questo termine è così abusato da non poter essere ricondotto a un unico significato». E altrettanto, secondo i promotori del corso universitario, succede per la parola «benessere». Il pensiero positivo «è quell’aspetto latente che collega tra loro soddisfazione per la propria vita, ottimismo e autostima – spiega Marta Casonato, psicologa e responsabile dell’ufficio studi di Mezzopieno e Semi Onlus, e titolare dell’insegnamento del laboratorio universitario – parametri strettamente connessi a salute, depressione, stabilità emotiva».

Eppure, secondo Mezzopieno «è proprio nei momenti difficili che si può recuperare l’arte di vivere», immaginando nuove e più gratificanti realtà. Perché il benessere «non è la mera assenza di malattia o disagio, e la felicità non è circoscritta al picco di endorfine, al successo momentaneo o alla gioia che si prova in seguito a un particolare evento - spiega la professoressa Angela Fedi, docente di psicologia sociale e di comunità dell’Università di Torino -. Entrambi i principi, infatti, fanno riferimento a un equilibrio più ampio, un’armonia tra il proprio mondo interno e quello esterno». Secondo l’insegnante, infatti, le ultime ricerche, per esempio «dimostrano che ormai la percezione della sostenibilità è diventata una variabile importante per la felicità e il benessere».
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