Il coraggio di essere genitori

di Daniela Notarfonso, Medico, Bioeticista, Specialista in Consulenza Familiare, Direttore del Consultorio della Diocesi di Albano, Centro Famiglia e Vita Presidente della Commissione del Comitato scientifico della Confederazione Consultori Familiari di ispirazione cristiana
da www.cittànuova.it
@Riproduzione Riservata del 15 maggio 2025
In occasione del Giubileo delle famiglie del 30 maggio e 1 giugno, proponiamo un articolo apparso sul n. 5/2025 di Città Nuova, dove si sottolinea che i figli non hanno bisogno di mamme e papà supereroi, ma di persone capaci di testimoniare i valori che vogliono trasmettere. Le coppie, invece, hanno spesso bisogno di aiuto e informazioni per scegliere di avere figli senza la paura dell’instabilità economica o relazionale. L’impegno dei consultori familiari.

Ormai, negli ultimi decenni, quando si parla di famiglia ci si trova spesso di fronte a delle dicotomie: se da un lato, come desiderio o aspirazione, si pensa alla famiglia come un luogo sicuro, di cura, di relazioni calde ed accoglienti; dall’altro ci si scontra continuamente con storie tristi dove la famiglia è stata luogo di infedeltà, incuria, aggressività, a volte violenza. Esperienze contrastanti che fanno riflettere. Ogni realtà umana si struttura a partire dalla libertà e dalla responsabilità di chi la realizza. Quando si tratta della famiglia, si fa fatica a comprendere che, per la sua compiuta realizzazione e per la sua riuscita, non basta una bella cerimonia o un grande investimento economico per comprare una casa. Quello che conta è la volontà concreta di due che si amano e che responsabilmente si promettono di continuare a farlo anche quando ci saranno difficoltà che cercheranno di offuscare il sentimento iniziale.
In nome della libertà e dell’autodeterminazione (sacrosanti principi e conquiste della modernità) si penalizza molto la tenuta del legame che, per la sua compiuta realizzazione, richiede la ricerca di una libertà condivisa orientata ad un obiettivo comune, quello appunto di costruire un legame stabile, unico e fedele in cui accogliere i figli, visti spesso più come una fatica e un limite per la realizzazione personale che un’avventura unica ed esaltante.
E forse è anche per questa incertezza relazionale e di orizzonte esistenziale che il numero dei nuovi nati in Italia diminuisce ogni anno di più, producendo un lento ma costante invecchiamento e una progressiva riduzione della nostra popolazione.
Sollecitata da questo progressivo allontanamento di molti adulti dall’idea stessa del diventare genitori, la Confederazione italiana dei consultori familiari di ispirazione cristiana (CFC), in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha condotto una ricerca (2023-2024) per verificare quali attività vengono messe in atto per approfondire la cultura della genitorialità e promuovere la natalità.
Lo studio ha coinvolto 125 consultori (103 della CFC e 22 dell’Ucipem, due reti di servizi nati in ambito ecclesiale presenti in Italia da più di 40 anni) mediante un questionario online e successivi focus group con circa 100 operatori coinvolti. Si sono raccolte tante iniziative di accompagnamento delle coppie e delle famiglie e individuate le buone pratiche per renderle replicabili. Sono stati analizzati diversi progetti: dai percorsi di sostegno alla genitorialità alle consulenze individuali o familiari; dall’educazione all’affettività e alla sessualità ai percorsi di accompagnamento alla nascita; da percorsi pre-concezionali ai metodi naturali di regolazione della fertilità; dal sostegno della neo-genitorialità alla promozione dell’affido e dell’adozione. Anche il nostro consultorio, in piena sintonia con i dati nazionali, ha potuto presentare le proprie attività, che nei suoi 22 anni di vita sono state adeguate ai bisogni rilevati per sostenere i genitori nel difficile compito di accogliere ed aiutare i propri figli a diventare grandi.
Non si può negare che decidere di mettere al mondo un figlio in questa epoca è una sfida che fa tremare le vene ai polsi, ma non farlo per paura è rinunciare ad un’esperienza esaltante e profondissima, un’esperienza pienamente umana che deve mettere naturalmente in conto anche delle difficoltà che la fatica di far crescere un figlio porta con sé. Nell’ultimo periodo abbiamo offerto alcuni incontri sulla genitorialità a coppie di genitori dei bambini e ragazzi inseriti nelle diverse tappe dell’iniziazione cristiana e abbiamo avuto una bella sorpresa: quasi il 50% ha aderito alla proposta e si è impegnata a partecipare, di domenica pomeriggio (!), per condividere problematiche comuni mettendosi in gioco e accettando anche di cambiare qualcosa nel proprio stile educativo.
Come tutti sappiamo, genitori non si nasce, sono i figli a renderci madri e padri, è nella relazione con loro che cresciamo in questa competenza e in questo ruolo. Anche in questi tempi difficili i bisogni di crescita dei nostri figli sono sempre gli stessi: essere prima di tutto pensati nella bellezza della loro unicità, poi essere accolti e ascoltati, essere contenuti e aiutati a riconoscere e rispettare alcune regole. Il viaggio del diventare grandi è un’avventura che non possono affrontare da soli, hanno bisogno di mamme e papà non supereroi, ma donne e uomini che accettano di essere messi in discussione, che non cedono all’aggressività e all’autoritarismo, ma sono capaci di testimoniare con la vita i valori che vogliono trasmettere.