Visualizzazioni:
34
Il caso. EllaOne tossico per il fegato? Ritirato farmaco con lo stesso principio attivo
di Anna Sartea
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 05 dicembre 2020
Mentre l'Italia toglie l'obbligo di ricetta per le adolescenti sulla "pillola dei 5 giorni", l'agenzia europea del farmaco cancella un prodotto con concentrazione 6 volte inferiore perché pericoloso.-
«L’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha ritirato dal commercio Esmya perché si è dimostrato tossico per il fegato». Bruno Mozzanega, ginecologo e docente dell’Università di Padova, sa bene che c’è un altro medicinale che contiene lo stesso principio attivo – Ulipristal acetato –, ma in una concentrazione sei volte superiore. È EllaOne, la cosiddetta «pillola dei cinque giorni dopo», che da due mesi può essere acquistata senza più prescrizione medica anche dalle minorenni. «Nel ritirare Esmya,
Ema sottolinea che per EllaOne non ci sarebbero pericoli, mantenendolo disponibile senza ricetta e garantendone l’innocuità anche in caso di assunzioni ripetute nello stesso ciclo». Esmya veniva usato per il trattamento del fibroma uterino sotto controllo medico.
La donna era informata dei rischi che correva. Questo ha permesso di riconoscerne la pericolosità, mentre per EllaOne non è più possibile alcun controllo. Anzi, il foglietto illustrativo rassicura le donne di qualunque età che l’assunzione ripetuta non comporterà problemi, incoraggiandole ad assumerla dopo ogni rapporto non protetto, in qualunque momento. «È evidente – continua Mozzanega – che in tempo relativamente breve, senza la supervisione medica né le informazioni corrette, i dosaggi di Ulipristal assunti con EllaOne possono eguagliare o superare quelli che con Esmya hanno determinato epatiti fulminanti. Ma né la donna né i medici sono a conoscenza del fatto che Ulipristal si accumula progressivamente nel fegato fino a poter dare lesioni irreparabili. Ema, invece, lo sa almeno da una dozzina di anni. Come può quindi ignorare questi rischi e permettere di trattare EllaOne come un comune farmaco da banco?».
La denuncia di Mozzanega getta un’ombra sulla salute delle donne, minorenni in primis. «È vero che per completare un ciclo di Esmya bisognava assumere 5 mg al giorno per 28 giorni consecutivi per tre mesi, mentre l’assunzione di Ellaone, seppure con una dose da 30 mg, dovrebbe essere occasionale.
La denuncia di Mozzanega getta un’ombra sulla salute delle donne, minorenni in primis. «È vero che per completare un ciclo di Esmya bisognava assumere 5 mg al giorno per 28 giorni consecutivi per tre mesi, mentre l’assunzione di Ellaone, seppure con una dose da 30 mg, dovrebbe essere occasionale.
Ma il danno epatico nelle pazienti trattate con Esmya è comparso anche dopo soli pochi giorni di cura, con quantitativi di Ulipristal sovrapponibili a una compressa di EllaOne o poco più».
Da quando il farmaco viene commercializzato senza obbligo di ricetta, si nota una crescente richiesta e una diminuzione dei tradizionali contraccettivi. «In Italia la vendita dei profilattici in farmacia è diminuita del 26% – spiega Antonio Laguardia, farmacista e membro dell’Osservatorio di Bioetica di Siena –. Questo fa ritenere che ormai EllaOne venga utilizzato come metodo anticoncezionale abituale.
Da quando il farmaco viene commercializzato senza obbligo di ricetta, si nota una crescente richiesta e una diminuzione dei tradizionali contraccettivi. «In Italia la vendita dei profilattici in farmacia è diminuita del 26% – spiega Antonio Laguardia, farmacista e membro dell’Osservatorio di Bioetica di Siena –. Questo fa ritenere che ormai EllaOne venga utilizzato come metodo anticoncezionale abituale.
Contestualmente alla sua vendita, noi farmacisti siamo tenuti a consegnare una documentazione informativa nella quale si legge che “la contraccezione d’emergenza è destinata esclusivamente a un uso occasionale e non deve in alcun caso essere considerata una contraccezione regolare (...) perché può causare reazioni avverse importanti per la donna”. Questa informativa è allegata alla determina Aifa dell’8 ottobre 2020 ed evidenzia chiaramente la pericolosità del farmaco sulla salute della donna, quando assunto in maniera non corretta».