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I giovani si fidano della famiglia

di Alessandra Arachi

Il rapporto Istat: i ragazzi dai 18 anni in su dicono di poter contare in media su 5,4 congiunti prossimi e su altri 1,9 altri parenti. I millennials vanno di più in biblioteca.-

Da sempre in Italia la famiglia funziona come caposaldo della società. Ma ieri l’Istat nel suo rapporto annuale, giunto alla 26esima edizione, presentata alla Camera alla presenza del presidente Roberto Fico, ha voluto quantificarlo questo fenomeno. Ed è venuto fuori che le persone dai 18 anni in su sostengono di poter contare, in media, su 5,4 parenti stretti e su 1,9 altri parenti. Per capire: cugini, zii, cognati.

Ci vorrebbe un amico

Una rete, quella familiare, che funziona da ciambella. Da vero e proprio ammortizzatore sociale. E che funziona anche grazie agli amici. Ma non c’è troppo da scialare: i giovani sono quelli che dicono di poter contare di più sugli amici, l’83,5% sostiene che almeno un amico gli è certamente fedele. Il 50% degli anziani però dichiara candidamente di non avere nemmeno un amico su cui contare. Nel rapporto Istat c’è scritto che sono ben tre milioni le persone dai 14 anni in su che dichiarano di non avere una rete di sostegno, né di amici, né di vicini di casa. E quasi un anziano su tre non può contare proprio su nessuno che gli sia vicino o lo aiuti, siano parenti, amici, o vicini di casa. E questo diventa sempre più un problema a guardare il futuro del nostro Paese.

Sempre più anziani

Sappiamo da tempo di essere il secondo Paese più vecchio del mondo, dietro soltanto al Giappone. Quello che ieri abbiamo scoperto grazie alle parole del presidente dell’Istat è che tra dieci anni lo squilibrio numerico tra giovani e anziani raggiungerà un record difficilmente gestibile: nel 2028, infatti, in Italia ogni 100 giovani ci saranno 217 anziani (oggi sono 170), che saranno sempre più soli e isolati. Perché già adesso abbiamo visto che con gli anziani funziona poco quella ciambella di salvataggio delle relazioni sociali, quelle reti che sono il concetto fulcro usato dall’Istat nel rapporto di quest’anno che, ancora una volta disegna un Paese tra luci e ombre.

Doppia velocità

È dall’unità d’Italia che ci trasciniamo dietro la questione meridionale. E purtroppo anche la fotografia scattata dall’Istat ci consegna un Paese che viaggia a doppia velocità. Sull’occupazione, prima di ogni cosa: l’Istat ci segnala che nel 2017, per il secondo anno consecutivo, aumentano gli occupati tra i 15 e i 34 anni (+0,9%) e il tasso in generale cresce un po’ in tutte le classi sociali, anche se di poco. Tuttavia questo non succede nel Mezzogiorno dove è dal 2008 che si registra un saldo occupazionale negativo. Quest’anno è stato del -4,8%.

La riscoperta delle biblioteche

C’è un dato che sorprende nel rapporto Istat: i ragazzini che frequentano le 14 mila biblioteche pubbliche del nostro Paese. Sono i post Millennials, quelli della fascia di età delle scuole medie, i maggiori frequentatori delle sale dove si possono leggere i libri gratuitamente, il 42% del totale per essere precisi. Ma è alta — sopra il 30% — anche la percentuale dei trentenni che vanno in biblioteca. E dire che nel nostro immaginario vediamo i ragazzini soltanto a smanettare su internet e non certo a sfogliare tomi voluminosi.

Ultimi sul web

Siamo il fanalino di coda nell’uso di internet in Europa, ci segnala il rapporto Istat. Appena il 69 per cento gli utenti regolari della popolazione tra i 16 e i 74 anni.

da www.corriere.it
@Riproduzione Riservata del 16 maggio 2018

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