Fuori dal tunnel ricordiamoci delle persone fragili
di Giuseppe Altamore
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 22 aprile 2021
Si intravvedono le prime flebili luci in fondo al tunnel della pandemia. Siamo tutti esausti dopo oltre un anno di lutti, sacrifici e restrizioni che hanno minato le nostre sicurezze e l’economia. Non sarà facile ripartire. La campagna vaccinale è ancora in corso e ci vorrà del tempo per raggiungere una percentuale di immunità idonea a impedire la circolazione del virus che, peraltro, diventa sempre più “furbo” cambiando sembianze per ingannare meglio le nostre difese.
Di sicuro ce la faremo, ma il prezzo da pagare è alto, non solo in termini economici.
Noi tutti non siamo più quelli dell’inizio del 2020, quando il Covid-19 sembrava un remoto pericolo cinese. In questo ultimo anno abbiamo subito una sorta di mutazione genetica che, in alcuni casi, potrebbe renderci più forti e attrezzati ad affrontare le sfide del quotidiano. Ma non tutti possiedono le risorse per reagire alle avversità.
A molti, soprattutto ai più fragili, i segni della pandemia hanno lasciato ampie cicatrici. Pensiamo agli anziani, ai disabili, a coloro che hanno perso la loro attività o il lavoro. Milioni di italiani vivranno a lungo un profondo disagio da cui non è facile uscire. I più forti, i più fortunati, hanno il dovere di proteggere e aiutare gli altri, perché facciamo parte della stessa comunità e non è possibile sottrarsi ai nostri valori che ci impongono di essere umani. Altrimenti il risultato sarebbe devastante. Come ha detto più volte papa Francesco: «Nessuno si salva da solo».